Come andò tra Steve Jobs e gli U2

Repubblica anticipa un estratto dell'attesa biografia ufficiale di Steve Jobs, che esce in tutto il mondo lunedì

Oggi Repubblica propone un estratto dell’attesa biografia ufficiale di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson, che sarà pubblicata il 24 ottobre anche in Italia da Mondadori. La storia è quella dell’accordo tra Apple e gli U2 per realizzare uno spot pubblicitario insieme e un modello di iPod personalizzato, quello nero con la ghiera rossa.

Bono, voce solista degli U2, comprendeva bene la forza del marketing Apple. La sua band con sede a Dublino era la migliore del mondo, ma nel 2004, dopo quasi trent’anni di sodalizio, stava cercando di rinvigorire la sua immagine. Aveva prodotto un nuovo, splendido album con una canzone che The Edge, il primo chitarrista della band, aveva definito “la madre di tutti i pezzi rock”. Sapendo di dover trovare il modo di far decollare l’lp, Bono telefonò a Jobs. “Volevo una cosa specifica dalla Apple” ricorda. “Avevamo una canzone, Vertigo, la quale aveva un riff di chitarra molto aggressivo che sapevo sarebbe stato contagioso, ma solo se la gente vi fosse stata esposta un gran numero di volte”. Bono temeva che ormai la promozione delle canzoni attraverso le trasmissioni radio avesse fatto il suo tempo. Così andò a trovare Jobs a casa sua e gli fece un’offerta insolita. Nel corso degli anni gli U2 avevano detto di no a chi aveva offerto loro fino a ventitré milioni di dollari per usare una loro canzone negli spot televisivi. Ora volevano che Jobs ne usasse una in uno spot dell’iPod gratis, o almeno come parte di un “pacchetto” di mutuo vantaggio. “Non avevano mai girato prima uno spot commerciale” avrebbe ricordato in seguito Jobs, “ma in quel periodo erano danneggiati dal download gratuito dei loro pezzi, apprezzavano quello che stavamo facendo con iTunes e pensavano che li avremmo aiutati a raggiungere un pubblico più giovane” (…).

Jobs andò a parlare con Jimmy Iovine, la cui Interscope Records distribuiva gli U2. Gli U2 sarebbero apparsi nello spot e la Apple avrebbe energicamente promosso l’lp in varie sedi, che andavano dai cartelloni alla home page di iTunes. La band non avrebbe ricevuto un compenso diretto, ma avrebbe goduto delle royalties della vendita di un’edizione speciale U2 dell’iPod. “Bono e io chiedemmo a Steve di produrre un iPod nero” ricorda Iovine. “Non si trattava solo di una sponsorizzazione pubblicitaria, ma di un accordo per l’utilizzo congiunto di due marchi”. “Volevamo il nostro iPod, qualcosa di distinto dai soliti apparecchi bianchi” ricorda Bono. A Jobs non andava l’idea di un iPod nero speciale, e i dettagli finanziari della questione royalties e promozione non erano ancora del tutto definiti. Telefonò a James Vincent, che supervisionava lo spot per conto dell’agenzia pubblicitaria della Apple, e gli disse di bloccare tutto. Vincent, da sempre un fan degli U2 gli chiese il permesso di chiamare Bono per provare a sistemare le cose. “Noi vi stiamo dando la cosa più importante che abbiamo, la nostra musica, e voi che cosa ci date in cambio?” disse Bono. “Pubblicità. I nostri fan penseranno che è pubblicità per voi”. Vincent, che non sapeva a che punto erano l’edizione speciale U2 dell’iPod e l’accordo sulle royalties, puntò su quell’argomento: “È la cosa più preziosa che abbiamo da darvi” disse. Bono aveva mirato a quello fin dal suo primo incontro con Jobs e cercò di definire con precisione i termini della faccenda. Vincent chiamò immediatamente Jony Ive, un altro grande fan degli U2 e descrisse la situazione. Ive disse che aveva già prodotto un prototipo di iPod nero con ghiera rossa, cioè quello che aveva chiesto Bono per richiamare i colori della copertina dell’album How to Dismantle an Atomic Bomb. Vincent chiamò Jobs e gli suggerì di mandare Ive a Dublino per mostrare a Bono come sarebbe stato l’iPod rosso e nero. Jobs accettò (…).

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