Di che umore è il mondo?

I ricercatori della Cornell University hanno provato a scoprirlo analizzando i messaggi inviati su Twitter da 2,4 milioni di persone

Ogni giorno decine di milioni di persone condividono link e dicono di che umore sono su Twitter. In molti casi si tratta di informazioni superflue o che interessano un numero ristretto di iscritti, ma se gli stessi dati vengono messi insieme e analizzati possono fornire del buon materiale per uno studio sociologico su larga scala. I ricercatori della Cornell University Scott A. Golder e Michael W. Macy hanno da poco pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di una interessante ricerca sociologica su Twitter, che dimostra quanto siano comuni e simili i nostri cambiamenti di umore nel corso della settimana e delle singole giornate.

I ricercatori hanno analizzato i tweet pubblicati da oltre 2,4 milioni di iscritti al social network in 84 paesi del mondo, andando alla ricerca dei messaggi contenenti alcune parole chiave come “grandioso”, “che schifo” e le emoticon. Per lo studio sono stati utilizzati quattrocento tweet in inglese per ogni utente, inviati in un periodo di tempo compreso tra il febbraio del 2008 e il mese di gennaio del 2010.

La ricerca ha consentito di identificare tendenze in comune per tutti gli utenti nei diversi paesi del mondo, suggerendo la possibilità che alcuni nostri comportamenti e stati d’animo siano simili in determinate ore del giorno, forse anche a causa dei ritmi biologici del nostro organismo. Il 7 per cento degli utenti, per esempio, diventa più attivo dopo la mezzanotte, mentre il 16 per cento invia messaggi nelle prime ore del mattino.

Ottenuto uno schema con le abitudini di sonno e veglia del campione analizzato, i ricercatori sono andati alla ricerca di altre tendenze in comune. Hanno scoperto che i messaggi positivi aumentano sensibilmente intorno all’ora di colazione tra le 6 e le 9 del mattino, mentre diminuiscono progressivamente fino a raggiungere un minimo nel pomeriggio tra le 3 e le 4 per poi ricrescere verso l’ora di cena.

Come era immaginabile, l’umore delle persone tende a essere negativo nel primo giorno della settimana lavorativa e diventa via via positivo quando ci si avvicina al weekend. Lo schema si ripete sostanzialmente uguale, ma con giorni diversi, in quei paesi dove le giornate di festa non sono necessariamente al sabato o alla domenica.

Nel fine settimana l’andamento dell’umore è sostanzialmente lo stesso, ma spostato in avanti di due ore rispetto a quello dei giorni di lavoro: il picco mattutino è intorno alle nove e quello serale dodici ore dopo, perché in genere si va a letto più tardi e si dorme più a lungo nella mattina. Per i ricercatori si tratta di una scoperta interessante, che potrebbe suggerire qualche causa biologica alla sua base: «Avremmo potuto spiegare questo andamento dicendo che le persone odiano andare al lavoro. Ma se così fosse, l’andamento dovrebbe essere diverso nei fine settimana e invece non lo è. Questo suggerisce che ci sia qualcosa di più essenziale nel guidare questo processo, che potrebbe essere dovuto a fattori biologici e ai ritmi circadiani».

L’analisi dei messaggi in un periodo di tempo così lungo ha anche permesso di valutare l’andamento dell’umore delle persone nelle diverse stagioni. I ricercatori non hanno trovato particolari differenze tra inverno ed estate, cosa che sembra sfatare il fatto che durante le corte giornate invernali l’umore sia negativo più a lungo. Un cambiamento significativo nel numero di messaggi positivi è stato comunque registrato nel periodo intorno all’inizio della primavera, mentre una loro diminuzione è stata registrata con l’arrivo dell’autunno. L’ipotesi è che i cambiamenti di umore stagionali siano dovuti alle minori emozioni positive in vista, per esempio, dell’arrivo delle giornate più corte.

Gli studi realizzati sui messaggi pubblicati su Twitter sono molto promettenti perché consentono di accedere a grandi quantità di dati e di analizzarle insieme, ma richiedono ancora un miglioramento dei metodi di analisi. I software utilizzati per andare alla ricerca delle parole chiave non sono in grado di cogliere tutte le sfumature espresse in un messaggio, compresi sarcasmo e ironia.