Il popolo della rete non esiste

Fabio Chiusi sull'abuso di luoghi comuni e frasi fatte quando si parla di Internet

Fabio Chiusi, blogger e giornalista di Lettera43, sabato 24 settembre ha fatto una seria e argomentata riflessione sull’uso e sull’abuso di certe formule prive di significato a proposito di Internet.

Sui quotidiani ‘tradizionali’ ogni occasione è buona per parlare di «rivolta del popolo del web». Per il menù del Senato a prezzi stracciati, per esempio, anche se non ce n’era nemmeno l’ombra e la notizia era vecchia di settimane. Contro Maurizio Sacconi, che ha ipotizzato di mettere in discussione l’esito del referendum sull’acqua. Contro Renato Brunetta e il suo «siete l’Italia peggiore» ai precari. Contro Nichi Vendola che vorrebbe rottamare l’espressione «compagni».

E ancora, a ogni decisione impopolare è immancabile il pezzo che raccoglie la «rivolta su Facebook» o sempre sul web della «base» del partito che l’ha presa. Leghisti che insorgono contro l’appoggio alle leggi ad personam di Berlusconi o la decisione di negare l’arresto di Marco Milanese e la sfiducia a Saverio Romano, militanti del Pd che protestano contro l’astensione sull’abolizione delle province, berluscones infuriati contro il superbollo, la Casta, i diktat da Ue e Francia e molto altro.

Ieri su social network e blog si è molto discussa la famigerata «lista outing» dei dieci presunti politici omosessuali e omofobi. Molti commentatori hanno condannato l’iniziativa: da Valigia Blu a Matteo Bordone, da Vittorio Zambardino ad Alessandro Gilioli, da Alessandro Capriccioli a Galatea Vaglio. E molti altri (sottoscritto compreso). Con i miei stessi occhi ho letto centinaia di status, note, tweet – alcuni a favore, molti contrari.

Abbastanza per parlare di una «rivolta del popolo del web» contro la lista outing? No, perché in rete sono connessi circa 26 milioni di italiani, e il campione a cui ho accesso non è affatto detto sia significativo. Certo, se dovessi giudicare a spanne potrei azzardare che se non c’è stata una «rivolta» (ma poi che significa?) poco ci è mancato. Ma se dovessi invece giudicare con il metro di chi ha costantemente scritto di «rivolta» di questo fantomatico e inesistente «popolo del web» (di fatto, è il popolo italiano), certo non mi sarei lasciato scappare l’occasione per ripetere il concetto.

(continua a leggere sul blog di Fabio Chiusi)