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  • Lunedì 18 luglio 2011

Il nuovo governo egiziano

Il primo ministro Sharaf ha nominato dodici nuovi ministri per cercare di placare le proteste dei manifestanti

Il primo ministro egiziano, Essam Sharaf, ha nominato dodici nuovi ministri per cercare di placare le proteste dei manifestanti, che da settimane chiedono un rinnovamento della classe politica in linea con le promesse della rivoluzione di gennaio. Negli ultimi mesi piazza Tahrir, il luogo simbolo della rivolta contro l’ex presidente Mubarak, è tornata a ospitare una nuova protesta contro il governo transitorio di fatto gestito dalla giunta militare, accusata di avere tradito lo spirito della rivoluzione e di non avere avviato le riforme di cui il paese avrebbe bisogno. «Il potere è ancora nelle mani dei generali di Mubarak», dicono i manifestanti.

Uno dei ministri più noti che sono stati sostituiti ieri è Zahi Hawass, che per dieci anni è stato a capo del ministero per l’Archeologia e che è stato ripetutamente accusato di corruzione. Gli altri ministri sostituiti sono quelli di Finanze, Trasporti, Produzione Militare, Educazione, Comunicazione, Agricoltura, Sanità, Religione, Sviluppo Locale, Commercio e Aviazione. I manifestanti chiedono anche processi immediati contro Mubarak e i suoi figli e contro tutti gli uomini del ministero dell’Interno accusati di avere ordinato la repressione che tra gennaio e febbraio portò alla morte di centinaia di persone.

Mubarak è ancora ufficialmente ricoverato in un ospedale di Sharm El Sheik. Ieri si sono succedute voci e smentite sul fatto che fosse in coma. L’ex presidente era stato sottoposto l’anno scorso a un intervento per la rimozione di un cancro al pancreas. Le sue condizioni di salute hanno complicato notevolmente i tentativi di portarlo in tribunale per rispondere delle sua accuse. Un rapporto di una commissione appositamente nominata dal governo lo ha giudicato troppo malato per poter sopportare le condizioni di un carcere. I figli di Mubarak, Alaa e Gamal, sono nel carcere del Cairo da metà aprile, accusati di corruzione.