Nella miniera di Pike River
Sette mesi dopo l'incidente in cui morirono 29 minatori, in Nuova Zelanda sono finalmente cominciate le operazioni di recupero dei corpi
Nella miniera di Pike River, in Nuova Zelanda, sono cominciate le operazioni per tentare di recuperare i corpi dei 29 minatori che morirono lo scorso novembre in seguito a una serie di esplosioni. Per la prima volta dall’incidente, alcune squadre di soccorso sono entrate all’interno della miniera. Le autorità neozelandesi hanno detto che potrebbero servire molti mesi prima di riuscire a recuperare tutti i corpi.
Lo scorso 19 novembre una forte esplosione all’interno della miniera di Pike River aveva bloccato il tunnel d’accesso principale. I soccorritori avevano cercato di raggiungere i minatori intrappolati scavando un primo pozzo dal diametro di 15 centimetri verso l’area in cui si supponeva si trovassero. Dopo avere rilevato la presenza di grossi accumuli di gas dentro le gallerie, le autorità avevano deciso che la miniera non era abbastanza sicura per consentire l’intervento di una squadra. Pochi giorni dopo una seconda esplosione ancora più forte tolse definitivamente ogni speranza di trovare ancora qualcuno vivo.
La Pike River Coal si trova a una cinquantina di chilometri a nord-est di Greymouth, uno dei principali centri abitati della costa occidentale dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. La miniera è attiva dai primi mesi del 2008, produce mediamente un milione di tonnellate di carbone ogni anno e dà lavoro a 150 persone. Il giacimento ha materiale a sufficienza per garantire venti anni di estrazioni, condizione che rende la Pike River Coal la seconda più grande miniera di carbone della Nuova Zelanda.