La posizione di Sky sullo scandalo scommesse

Il calcio "non può essere una messa in scena", dice l'amministratore delegato Tom Mockridge

Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, commenta le recenti scoperte sulle partite di calcio truccate in una lettera aperta al Corriere della Sera.

Caro direttore,
la parola calcio è spesso accompagnata dalla parola spettacolo, ma lo spettacolo che il calcio italiano sta dando in questi giorni fuori dagli stadi con l’ennesimo scandalo è a dir poco avvilente. Esprimo questo mio punto di vista per diverse ragioni. In primo luogo, come uomo alla guida di un’azienda che tanto investe e tanto ha investito nello sport più amato dagli italiani, non posso nascondere una forte preoccupazione per l’evidente svilimento e le inevitabili conseguenze economiche che questo comporterà a tutto il mondo del calcio.

Ma, dopo anni che vivo in Italia circondato da tanti amici e colleghi italiani che seguono il calcio con profonda e sincera passione, credo ci sia dell’altro su cui vale la pena soffermarsi. Ci sono sport, come il wrestling, in cui chi guarda sa che ha di fronte un evento spettacolare studiato in ogni dettaglio per esaltare gesta che hanno dell’incredibile e che, infatti, credibili non sono. Chi guarda una partita di calcio però non si aspetta questo. C’è un patto di fiducia che lega il tifoso alla sua squadra e questa lealtà non può essere tradita senza distruggere il capitale più prezioso di uno sport così amato: la passione di chi tifa e la credibilità di chi gioca. La televisione è parte integrante di questo patto e in questo ruolo, particolarmente sentito da Sky vista la fiducia di milioni di abbonati e la rilevanza degli investimenti sostenuti in questi anni, non può accettare che venga meno la condizione che le straordinarie emozioni che una partita di calcio sta regalando, e che i nostri giornalisti raccontano, siano autentiche. Il primo piano di una nostra telecamera che riprende lo sconforto di un difensore, reso ancora più realistico dall’alta definizione, non può essere una messa in scena. Così come il commento dei nostri autorevoli telecronisti non può riguardare azioni il cui esito è stato già deciso fuori dal campo.

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