La Corte dei Conti indaga su La Russa

Il ministro un mese fa era andato a vedere una partita dell'Inter con un volo di Stato

Un mese fa, durante la partita di Champions League tra Inter e Schalke 04 allo stadio San Siro di Milano, il ministro Ignazio La Russa era tra il pubblico. Come avrebbe scritto il Fatto tre giorni dopo, La Russa era arrivato allo stadio e se n’era andato con due voli di Stato. Lo ha ammesso lo stesso ministro, che ha spiegato di essere stato costretto a usare i voli di Stato per “ragioni di sicurezza”. Ieri la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta per verificare se ci siano stati danni all’erario. Lo racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.

Quando la vicenda fu resa pubblica lui assicurò di aver avuto un «comportamento irreprensibile». Adesso saranno i giudici contabili a stabilire se sia davvero così. La Corte dei conti avvia un’inchiesta sulla decisione del ministro Ignazio La Russa di utilizzare un aereo di Stato per andare alla partita dell’Inter il 5 aprile scorso. E delega gli accertamenti alla Guardia di Finanza che dovrà acquisire i piani di volo e l’intera documentazione relativa al viaggio, anche per verificare se con il titolare della Difesa fossero a bordo altre persone che non fanno parte dello staff. L’obiettivo appare evidente: stabilire quanto abbia gravato la trasferta sulle casse statali, ma soprattutto se si tratta di esborso che si poteva evitare. Non solo. I magistrati vogliono poi scoprire se anche in altre occasioni non istituzionali sia stato utilizzato questo tipo di velivolo.

Accade tutto un mese fa, quando La Russa è in tribuna a San Siro per seguire la sua Inter impegnata nella partita di Champions League contro lo Schalke 04. L’incontro finisce nel peggiore dei modi con la sconfitta dei nerazzurri per 5-2 e nella notte il ministro rientra nella capitale. Come si sia mosso lo svela tre giorni dopo il quotidiano Il Fatto: aereo P180 dell’Arma dei carabinieri all’andata, aereo dell’Aeronautica militare con numero identificativo MM62210 per il ritorno con decollo alle 23. Le informazioni sono precise, il ministro non può negare. E infatti ammette che sono proprio questi i mezzi utilizzati, sostenendo però che il suo comportamento è stato perfettamente regolare.

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