Dentro il reattore 1 di Fukushima

Per la prima volta dal giorno dello tsunami 12 tecnici sono entrati nell'edificio per mettere in sicurezza l'impianto

A quasi due mesi di distanza dal terremoto nel Giappone settentrionale che ha causato un violento tsunami, i tecnici della centrale nucleare di Fukushima sono riusciti a entrare per la prima volta nell’edificio che ospita il reattore 1, i cui sistemi di raffreddamento furono messi fuori uso dalle onde anomale dell’11 marzo scorso. Gli esperti della Tokyo Electric Company (TEPCO) dovranno mettere in sicurezza l’edificio, riducendo le perdite radioattive, per poter poi procedere al completo ripristino dei sistemi per raffreddare il reattore. La quantità di radiazioni è ancora molto alta ed è causata dalla parziale esposizione all’aria del “combustibile” nucleare, rimasto senza la copertura dell’acqua nelle ore successive al terremoto e allo tsunami.

Per evitare eccessivi pericoli per la salute, spiegano i responsabili della TEPCO, i tecnici potranno lavorare all’interno dell’edificio per turni dalla durata di massimo dieci minuti. Il lavoro sarà svolto da tre squadre composte da quattro esperti ciascuna, che si alterneranno all’interno dell’edificio nel corso dei brevi turni. I tecnici dovranno lavorare in spazi ridotti e angusti, cercando di evitare contaminazioni.

Prima di avviare i lavori intorno al reattore 1, la TEPCO ha condotto alcune verifiche sulla sicurezza utilizzando un robot dotato di telecamera. L’analisi delle immagini ha escluso la possibilità che vi fossero ancora perdite di acqua radioattiva e questo ha consentito di passare alla nuova fase della messa in sicurezza dell’impianto.

Il primo lavoro consiste nel sistemare alcune ventole di estrazione, che serviranno per il ricircolo dell’aria e per ridurre la quantità di radiazioni nell’aria all’interno dell’edificio. Un ventilatore sarà già attivato nelle prossime ore ed è il primo passo per mettere in sicurezza l’ambiente e consentire ai tecnici di lavorare, con turni più lunghi, all’installazione dei nuovi sistemi di raffreddamento del reattore. Questo dovrebbe abbassare ulteriormente la temperatura nell’impianto, evitando nuove perdite radioattive.

Problemi simili interessano ancora altri tre reattori della centrale, che ospita complessivamente sei reattori. Per la messa in sicurezza dell’intero impianto nucleare saranno necessari ancora molti mesi. TEPCO pensa di risolvere la crisi entro la fine dell’anno, ma secondo altri osservatori ed esperti potrebbe essere necessario molto più tempo per rendere sicura la centrale.

L’area nel raggio di venti chilometri dalla centrale è stata evacuata nei giorni successivi al terremoto e da allora in pochi sono tornati. Ieri alcuni abitanti della zona, raccolti in un centro di accoglienza, hanno contestato il presidente della TEPCO, Masataka Shimizu, accusandolo di aver mentito sui livelli di sicurezza dell’impianto.

Le ultime stime ufficiali per il terremoto e lo tsunami nel Giappone settentrionale parlano di 14.785 morti, riferisce BBC. I dispersi sono ancora più di diecimila e quindi il numero complessivo delle vittime potrebbe ancora aumentare. Per la ricostruzione delle zone colpite, il governo giapponese ritiene saranno necessari almeno 200 miliardi di Euro.