Una ragazza e la sua stanza

Quelle che vivono nel campo profughi, quelle che hanno il poster di True Blood e quelle che si mettono lo smalto, quelle con la divisa da cheerleader e lo sguardo triste

Gli scatti di Rania Matar concedono uno sguardo fresco e senza filtri nelle stanze di 37 ragazze che vivono tra gli Stati Uniti e il Medio Oriente. È noto che il luogo in cui dormiamo è forse quello che più rispecchia la nostra personalità, soprattutto durante l’adolescenza: queste foto ritraggono non solo volti ma caratteri, stili di vita, problemi e ansie quotidiane, passioni e interessi; illustrano un momento di transizione, di forte affermazione di sé stesse e dei propri spazi personali.

«Ho osservato il passaggio di mia figlia tra l’infanzia e l’età adulta […] e ho visto quanto, sotto l’atteggiamento di sicurezza, queste giovani donne sono spesso fragili, impacciate e confuse. Da qui è nata l’idea di fotografare ogni ragazza nel suo spazio privato. Ho passato del tempo con ognuna di loro, in modo che si sentissero a loro agio, e ogni sessione fotografica si è trasformata in un momento di splendida e intima collaborazione.»

Ciò che ha colpito di più la fotografa è la fusione che avviene in queste stanze tra due mondi apparentemente in contrasto, quello dell’infanzia e quello dell’età adulta.

«Posters di musicisti, leader politici o top model erano spesso affissi sopra a letti coperti di pupazzi; lo specchio è sempre una parte importante della stanza, un riflesso di ciò che la ragazza mostra al mondo esterno; oggetti personali, fotografie, vestiti ovunque, miscugli caotici di rosa, nero, trucchi e cose a caso sembravano trasmettere un senso di sicurezza e calore alla stanza, come un nido di difesa dal resto del mondo. […] Sono rimasta affascinata dalle somiglianze che uniscono le ragazze di quest’età e che prescindono dalle differenze culturali, religiose e di background.»