• Mondo
  • Domenica 27 febbraio 2011

Si ferma la prima centrale nucleare iraniana

Ennesimo guasto nello stabilimento di Bushehr, già sabotato da un virus informatico

An Iranian security man stands outside the reactor building at the Russian-built Bushehr nuclear power plant in southern Iran on August 21, 2010
An Iranian security man stands outside the reactor building at the Russian-built Bushehr nuclear power plant in southern Iran on August 21, 2010

La prima centrale nucleare iraniana, situata a Bushehr, sarebbe dovuta entrare in funzione la scorsa settimana. Sembra però che ci siano dei problemi, e il governo iraniano ha deciso di scaricare il combustibile nucleare che era già stato inserito all’interno del reattore e interrompere momentaneamente il progetto. Le origini e l’entità del guasto rimangono al momento poco chiare. L’incidente ha riaperto il dibattito sulla capacità del paese di gestire una struttura ad alto rischio come una centrale nucleare. Da sempre il governo iraniano ha indicato il reattore di Bushehr come simbolo del progresso e della potenza del paese. Ora però rischia di diventare soltanto un motivo di imbarazzo.

Il governo ha comunicato la decisione all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) lo scorso venerdì. Hamid Khadem-Qaemi, funzionario governativo che si occupa del programma nucleare, ha detto che la decisione di togliere il combustibile è “una cosa normale”, “una tra le misure previste per verificare la sicurezza del reattore”, e che è stata richiesta dalla Russia – che sta aiutando l’Iran a costruire la centrale – per testare il reattore. Qualche mese fa l’Iran aveva ammesso che il virus informatico Stuxnet, progettato da Israele e Stati Uniti, aveva sabotato il reattore. Il governo ha detto che l’accaduto non avrebbe niente a che fare con il virus, ma diversi esperti di informatica stanno cercando accertare le eventuali responsabilità del software nell’arresto del reattore. Altri esperti nucleari hanno detto che l’entità del guasto non è chiara: potrebbe trattarsi di lievi problemi di sicurezza e piccole inefficienze operative, ma potrebbe anche causare problemi tali da porre fine al funzionamento del reattore.

Venerdì l’AIEA ha pubblicato un rapporto sullo stato del nucleare in Iran, in cui si limita ad accennare all’arresto del reattore. Gran parte del rapporto accusa il governo iraniano di non rispondere alle domande poste dagli ispettori internazionali a proposito di un “possibile impiego militare” del programma nucleare. Tommy Vietor, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, ha detto che “il rapprto della IAEA sulla mancanza di cooperazione dell’Iran è preoccupante. Continueremo a fare in modo che l’Iran risponda agli obblighi internazionali sul nucleare, e se necessario ricorreremo anche a pressioni internazionali”.

Il reattore si trova nei dintorni della città di Bushehr lungo la costa sul Golfo persico. La sua costruzione è iniziata attorno al 1975 per decisione dello scià Mohammad Reza Pahlavi. L’inserimento del carburante nel reattore doveva iniziare ad agosto ma è stato rimandato per la perdita di una piscina nei pressi della centrale. A ottobre il reattore è stato colpito dal virus Stuxnet, ma l’Iran ha minimizzato il problema garantendo che i computer infetti erano stati controllati e ripuliti. L’inserimento del combustibile è stato terminato a fine ottobre e in quell’occasione Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, ha definito il reattore “la centrale nucleare più straordinaria del mondo”.