«Insolenti»

Silvio Berlusconi risponde seccato e bellicoso ai rifiuti dell'opposizione alla sua "offerta"

di Silvio Berlusconi

Prendo atto delle risposte propagandistiche e degli atteggiamenti irresponsabili e insolenti di una parte delle opposizioni di fronte all’unica proposta seria in campo per rilanciare l’economia e la società italiana e per curare nel solo modo possibile, e cioè con un grande piano nazionale per la crescita, il debito pubblico. Ma il governo e la maggioranza faranno comunque la loro parte nel Parlamento e nel paese con il rigore istituzionale necessario e auspicato da tutti, a partire dal presidente della Repubblica. Venerdì prossimo iscriverò all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri la proposta di riforma costituzionale in senso liberalizzatore dell’articolo 41, già definita dal ministro dell’Economia: in sei mesi dobbiamo arrivare a stabilire che è lecito intraprendere e fare tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge.

Bisogna liberare definitivamente l’Italia dalla mentalità assistenzialista e statalista che deprime lo sviluppo, ostacola gli investimenti e la creatività dei mercati, distrugge ricchezza e lavoro, minaccia il futuro delle giovani generazioni. A questo, sempre nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, si aggiungerà un piano di immediata defiscalizzazione e deregolamentazione per la rinascita del Mezzogiorno, per il quale si stanno approntando da mesi gli strumenti operativi. Entro la fine del mese di febbraio il governo riunirà gli stati generali dell’Economia e presenterà il suo rapporto per la crescita, con l’obiettivo di raggiungere entro cinque anni livelli di incremento del Prodotto interno lordo del 3-4 per cento. Senza una straordinaria frustata al cavallo, senza una irresistibile spinta di libertà e di autonomia a quella che resta una grande economia mondiale, senza uno stretto collegamento in Europa con l’economia tedesca e con quella francese, non c’è cura possibile per il debito pubblico.

Il partito dell’imposta patrimoniale e dell’ipoteca pubblica sul patrimonio immobiliare, che si organizza con ogni evidenza per un nuovo esproprio di ricchezza a vantaggio della casta statalista e centralizzatrice, non deve prevalere. Questo partito riceverà un primo, decisivo colpo con il varo dei decreti sul federalismo fiscale. E il piano per la crescita sarà il complemento essenziale del rigoroso controllo dei conti che tutte le stime internazionali segnalano come un capolavoro del governo che ho l’onore di presiedere. Il governo ha sbarcato l’ultimo nucleo organizzato di politicanti incapaci di vedere oltre la frontiera della Prima repubblica, e ora ha la forza per realizzare il suo programma proponendo un confronto parlamentare serio sulle questioni di vero interesse nazionale che riguardano i cittadini, le imprese, i giovani e i lavoratori. Chi si assumesse la responsabilità di sabotare con atteggiamenti ostruzionistici questo che è il programma votato dalla maggioranza degli italiani ne renderà conto agli elettori, giudici sovrani esclusivi della politica nazionale.

Dopo centocinquant’anni dall’Unità il futuro di questo paese è affidato non già alle ristrette oligarchie di un establishment che il debito pubblico lo ha creato, coccolato e accresciuto irresponsabilmente nei decenni ma alla capacità immensa della sua società civile, alla volontà di vita e di futuro di chi lo abita e lo ama: all’operosità e libertà concorde di tutti gli italiani.