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  • Sabato 15 gennaio 2011

Il 2011 della Germania

L'Economist analizza gli scenari politici che si apriranno in Germania con le elezioni in sette stati federali

L’Economist di questa settimana dedica un lungo articolo alla Germania di Angela Merkel, la cui coalizione quest’anno dovrà affrontare numerose sfide come le elezioni in sette stati della federazione e la crisi economica che sta colpendo l’insieme dei paesi che adottano l’euro. Secondo la rivista britannica, il governo guidato dalla Merkel ha risolto alcuni nodi importanti nel corso dell’autunno, riformando per esempio la leva obbligatoria e posticipando i termini per la dismissione delle centrali nucleari, ma non per questo motivo l’anno appena iniziato sarà meno impegnativo.

Le elezioni in sette stati saranno un test per la sua colazione “cristiano-liberale”, costituita dalla Unione Cristiano-Democratica (CDU), dalla consorella bavarese Unione Cristiano-Sociale (CSU) e dal Partito Liberale Democratico (FDP). Nonostante la notevole crescita – il 3,6% nel 2010, il ritmo di crescita più rapido dai tempi dell’unificazione – e i livelli di disoccupazione in discesa, la coalizione potrebbe perdere le elezioni federali, almeno stando ai sondaggi.

Gli analisti politici tedeschi ricordano, comunque, che il voto nei singoli stati della federazione è quasi sempre scollegato dal giudizio degli elettori sull’efficacia dell’azione di governo a livello federale. Tuttavia, una buona affermazione dell’opposizione potrebbe modificare ulteriormente gli equilibri in parlamento, dove la coalizione ha perso lo scorso anno la maggioranza al Bundesrat, la camera che si occupa degli affari federali tedeschi. Un esito sfavorevole alle forze che sostengono il governo potrebbe indebolire Angela Merkel, il cui mandato scadrà comunque nel 2013.

Il primo stato a votare sarà quello di Amburgo il prossimo 20 febbraio. Lo scorso anno CDU e Verdi avevano messo insieme una coalizione per governare la città-stato, ma l’alleanza si è arenata prematuramente sulla delicata questione della riforma scolastica. Secondo i sondaggi, una nuova coalizione guidata dal Partito socialdemocratico tedesco (SPD) e dai Verdi dovrebbe assumere il governo dopo le elezioni. Le altre due città stato in cui si vota dovrebbero invece mantenere i loro governi di centrosinistra: a Brema si voterà a maggio e il governo SPD – Verdi dovrebbe riaffermarsi, mentre a Berlino in settembre si potrebbe passare da una coalizione tra SPD ed ex comunisti a una nuova alleanza tra socialdemocratici e Verdi.

Nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, gli ex comunisti del Partito della sinistra (PDS) potrebbero diventare i nuovi alleati dei socialdemocratici, rompendo l’attuale alleanza dello SPD con la CDU. Nella Sassiona-Anhalt, il PDS potrebbe ottenere buoni risultati, ma secondo gli analisti politici difficilmente i membri dello SPD accetteranno di rompere con la CDU, accettando magari un premier imposto dal Partito della sinistra.

Verso la fine di marzo si terranno anche le elezioni in due altri importanti stati federali. Nella Renania-Palatinato la CDU potrebbe avere qualche opportunità: al momento lo stato è governato da un premier – Kurt Beck – sostenuto dalla SPD senza alcun alleato di coalizione. Secondo alcuni sondaggi Beck potrebbe ottenere un nuovo mandato, grazie al sostegno dei Verdi, ma la CDU non è molto distante e potrebbe conquistare il governo dello stato.

Questo non dovrebbe però evitare la perdita del Baden-Württemberg. È il cuore delle piccole e medie imprese tedesche ed è uno degli stati con il più basso livello di disoccupazione in tutta la Germania. Nonostante ciò, Stefen Mappus, il suo premier al governo dallo scorso febbraio, ha avuto momenti molto difficili. La contestata costruzione di una linea ferroviaria che interessa l’area di Stoccarda ha diviso lo stato. Mappus ha scelto una banca di investimenti gestita da un proprio amico fidato per gestire il rilevamento di un grande produttore di elettricità da parte dello stato, così l’opposizione l’ha accusato di fare favoritismi. La CDU rimane il partito più forte, ma il suo partner nella colazione, FDP, potrebbe ottenere pochi voti e non avere i numeri per partecipare alla nuova legislatura. Questa condizione potrebbe aprire a una coalizione tra SPD e Verdi o, plausibilmente, a una alleanza tra Verdi e CDU.

Nonostante gli esiti negativi delle elezioni dello scorso anno, Angela Merkel è riuscita a mantenere il controllo della propria coalizione e ad assumere decisioni importanti nel corso dell’autunno. I notevoli risultati ottenuti non erano così scontati, ricorda l’Economist, e possono ora costituire un buon punto di partenza per resistere alle possibili perdite elettorali dei prossimi mesi. Molte scelte di governo sono già in cantiere, dunque il cancellerie non dovrebbe imbattersi in particolari imprevisti sul fronte interno.

La grande preoccupazione per Angela Merkel e la sua coalizione rimane l’andamento dell’euro e dei paesi che adottano la moneta unica. La Germania si è impegnata con gli altri stati europei per mantenere stabile l’euro, intervenendo con grandi quantità di denaro per arginare gli effetti della crisi in Grecia, prima, e più di recente in Irlanda. Era un passaggio inevitabile, che non è però piaciuto alla maggioranza dell’elettorato tedesco, che potrebbe manifestare il proprio scontento verso i partiti di coalizione nelle elezioni dei prossimi mesi.