Quando Bersani e D’Alema erano per le “primarie sempre”

Oggi discutono della necessità di "riformare" le primarie, nel 2008 firmavano per organizzarle "sempre"

Da giorni il Partito Democratico è avvolto nell’ennesima polemica discussione sul Partito Democratico: sulle sue regole, sulla sua organizzazione interna e soprattutto sulle primarie. Il segretario Bersani qualche tempo fa ha detto a Repubblica di volerne rivedere il meccanismo, in quanto «possono inibire rapporti più aperti e più larghi non solo con i partiti ma con la società civile e possono portare elementi di dissociazione dentro il Pd che non fanno bene a nessuno». La stessa cosa è stata ribadita più volte da Massimo D’Alema. L’altro ieri i retroscena dei quotidiani davano conto dell’intenzione di Bersani di chiedere un “congelamento” del doloroso dibattito interno sulle primarie, da rinviare a quando – a governo caduto – si porrà effettivamente il tema dell’individuazione di un’alleanza e di un leader che possano concorrere alla guida del governo.

Ovviamente è legittimo che il segretario del PD voglia riformare l’organizzazione e le regole del partito che guida. Come scriveva Stefano Menichini su Europa, però, nel proporre una svolta del genere i dirigenti del PD farebbero meglio a essere sinceri: a spiegare perché lo ritengono necessario e assumersene le responsabilità. In assenza di tale chiarezza, fioccano recriminazioni e accuse di incoerenza. Alcuni dirigenti locali del PD hanno promosso una petizione online per chiedere a Bersani di tenere fede a quanto aveva scritto nella sua mozione congressuale. Ora è saltato fuori un modulo di adesione a una campagna dal nome “Primarie vere, primarie sempre”, nel 2008 sottoscritta sia da Pier Luigi Bersani che da Massimo D’Alema.