I dieci momenti del 2010

Attimi indimenticabili, importanti o spettacolari di questi dodici mesi

MYANMAR OUT - Myanmar's detained opposition leader Aung San Suu Kyi holds a bouquet of flowers as she appears at the gate of her house after her release in Yangon on November 13, 2010. Myanmar's democracy leader Aung San Suu Kyi walked free from the lakeside home that has been her prison for most of the past two decades, to the delight of huge crowds of waiting supporters. Waving and smiling, the petite but indomitable Nobel Peace Prize winner appeared outside the crumbling mansion where she had been locked up by the military junta for 15 of the past 21 years. AFP PHOTO/Soe Than WIN (Photo credit should read Soe Than WIN/AFP/Getty Images)
MYANMAR OUT - Myanmar's detained opposition leader Aung San Suu Kyi holds a bouquet of flowers as she appears at the gate of her house after her release in Yangon on November 13, 2010. Myanmar's democracy leader Aung San Suu Kyi walked free from the lakeside home that has been her prison for most of the past two decades, to the delight of huge crowds of waiting supporters. Waving and smiling, the petite but indomitable Nobel Peace Prize winner appeared outside the crumbling mansion where she had been locked up by the military junta for 15 of the past 21 years. AFP PHOTO/Soe Than WIN (Photo credit should read Soe Than WIN/AFP/Getty Images)

Tranne che in alcune circostanze – e il più delle volte si tratta di circostanze tragiche – le cose nel mondo cambiano piano, poco alla volta. Cambiano, in meglio o in peggio, attraverso processi lunghi e quasi mai lineari: si va a zig zag e per tentativi, si fanno due passi in avanti e uno all’indietro. Poi, però, ci sono dei momenti che certificano il cambiamento, che ne sono espressione e dimostrazione. Sono frutto di processi cominciati da giorni, mesi o anni, ma avvengono in pochi secondi e fanno da spartiacque: si piazzano lì e dividono quello che c’era prima da quello che verrà dopo. Abbiamo scelto quelli che per noi sono gli attimi più indimenticabili, importanti o spettacolari di questi dodici mesi.

La liberazione di Aung San Suu Kyi

Dopo quindici anni di arresti domiciliari, il 13 novembre a mezzogiorno, ora italiana, Aung San Suu Kyi è libera. Premio Nobel per la Pace e leader dell’opposizione birmana, è stata al centro delle vicende politiche del suo paese da quando nel 1988 fondò la Lega Nazionale per la Democrazia nel mezzo delle grandi manifestazioni studentesche di protesta di quell’anno. Fu arrestata per la prima volta nel 1989 con l’accusa di costituire un «pericolo per lo stato» e da allora è stata più volte messa in semi-libertà, per essere però sempre arrestata di nuovo. Le sue prime parole dopo la liberazione sono state: «Ho tante cose da dirvi, non ci siamo visti per così tanto tempo».

Il terremoto ad Haiti

Il 12 gennaio alle 16,53 ora locale un terremoto di scala 7.0 scuote l’isola di Haiti. L’epicentro era a circa 25 chilometri da Port-au-Prince, la capitale, praticamente rasa al suolo. Il numero di vittime è stimato in oltre 220 mila. L’entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Tra morti, feriti e dispersi, il terremoto ha coinvolto e messo in pericolo più di tre milioni di persone. A quasi un anno dal terremoto, la situazione ad Haiti è ancora disperata.

«Se no che fai, mi cacci?»

È il 22 aprile, si riunisce la direzione nazionale del Popolo delle Libertà. Apre i lavori un intervento di Silvio Berlusconi, gli risponde molto polemicamente Gianfranco Fini. A quel punto Berlusconi sale sul palco, replica e, tra le altre cose, chiede a Fini di dimettersi dalla presidenza della Camera. Fini risponde con un eloquente gesto della mano e una battuta: «Se no che fai, mi cacci?». È finita che lo ha cacciato, non dalla presidenza della Camera ma dal partito. Le frizioni tra i due, infatti, evidenti da mesi, da quel punto in poi diventano irrecuperabili: si arriverà all’uscita dei finiani dal PdL e alla fondazione di un nuovo partito, Futuro e Libertà, che il 14 dicembre sfiducerà il governo Berlusconi.

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La liberazione del primo minatore cileno

In Italia erano le 5 del mattino del 13 ottobre, in Cile era sera. Florencio Avalos riemerge dentro una capsula e rivede di nuovo il cielo dopo sessantanove giorni passati sotto terra, intrappolato dal 5 agosto nella miniera in cui lavorava insieme ad altri 32 colleghi. Per oltre due settimane erano stati creduti morti. Poi una sonda li ha raggiunti e loro ci hanno attaccato un biglietto: “Stiamo bene, nel rifugio, tutti e trentatre”. Dopo Florencio Avalos, nel giro di 24 ore saranno tutti liberi. Quel momento lì però è stato la dimostrazione che il sistema funzionava – e l’inizio della festa.

Il voto di sfiducia

Erano le 13,41 del 14 dicembre. Dopo mesi di polemiche interne alla maggioranza e settimane di trattative convulse e anche piuttosto opache, la Camera si esprime su due mozioni di sfiducia nei confronti del governo. La prima è presentata da PD e IdV. La seconda dal cosiddetto Polo della Nazione: ne fanno parte i finiani di Futuro e Libertà, che votano la sfiducia al governo di cui facevano parte. Non andrà bene, per loro. Fini legge sconsolato l’esito della votazione, il governo va avanti, almeno per un po’.

La Spagna campione del mondo

È l’11 luglio, la Spagna batte l’Olanda nella finale dei mondiali di calcio grazie a un gol segnato da Iniesta nel secondo tempo supplementare, a quattro minuti dai calci di rigore. I momenti decisivi potevano essere tre: il gol di Iniesta, il fischio finale, Casillas che alza la Coppa. Abbiamo scelto il terzo, visto da Siviglia.

L’approvazione della riforma sanitaria negli Stati Uniti
https://www.youtube.com/watch?v=vgeuBG_7PVk
Il fatto più importante dell’anno, per gli Stati Uniti, quello che resterà nei libri di storia, è l’approvazione della riforma sanitaria: la realizzazione del più significativo e ambizioso progetto di miglioramento dello stato sociale statunitense degli ultimi quarant’anni, per il quale avevano combattuto invano politici del calibro di Bill Clinton e Ted Kennedy. Approvata dalla Camera il 22 marzo, Obama la firmerà il 23 con un sacco di penne.

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La chiusura della perdita di petrolio al largo della Louisiana

https://www.youtube.com/watch?v=abp4Ps3MRVs
Il 19 settembre alle 18 le autorità hanno dichiarato ufficialmente chiusa la falla apertasi il 21 aprile nel Golfo del Messico, creatasi a causa di un’esplosione che aveva ucciso undici lavoratori della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, di proprietà della BP. In cinque mesi diversi altri tentativi di chiudere la falla non andarono a buon fine. Le stime fissano a 205 milioni di galloni di petrolio fuoriusciti dalla falla, circa diciannove volte la perdita della Exxon Valdez, il disastro del 1989.

Julian Assange esce dal carcere
https://www.youtube.com/watch?v=DpUMr999s24
Il 16 dicembre il fondatore di Wikileaks esce su cauzione dal carcere britannico in cui era detenuto perché accusato in Svezia di stupro e molestie sessuali. Assange era stato arrestato pochi giorni dopo la diffusione di 250 mila rapporti diplomatici degli Stati Uniti. «È fantastico respirare di nuovo l’aria fresca di Londra», ha detto appena uscito dal carcere.

Il down di Facebook
https://www.youtube.com/watch?v=qpNNa_Mokok
La sera del 23 settembre, tra le 20,30 e le 23 ora italiana, Facebook è stato irraggiungibile. Dite pure “vabbé”. Ma si è trattato del down più lungo nella storia di un social network usato da mezzo miliardo di persone e del valore di quasi un miliardo di dollari. Se dite ancora “vabbé”, guardate il video e fatevi spiegare dallo stesso Zuckerberg perché Facebook non può andare offline.

foto: Soe Than WIN/AFP/Getty Images