Il fiasco sulla scomparsa di Yara Gambirasio

C'è stato un errore di traduzione nelle accuse contro il giovane marocchino fermato ieri, che sarà scarcerato

Tutto da rifare: le ipotesi di colpevolezza di Mohammed Fikri, il 22enne marocchino fermato sabato su un traghetto diretto a Tangeri e sospettato dell’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, si indeboliscono di ora in ora. Il pubblico ministero, Letizia Ruggeri, dopo due ore di interrogatorio nell’udienza di convalida del fermo non ha chiesto la custodia cautelare in carcere per il giovane in quanto non vi sarebbero indizi di gravità tali per richiederla. Il pm ha comunque chiesto la convalida del fermo ritenendo sussistenti i presupposti. A determinare la scelta del pm di non chiedere la custodia in carcere di Fikri, a quanto si è saputo, vi sarebbe stata anche una nuova traduzione della frase in arabo intercettata dagli investigatori, che inizialmente suonava come: «Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io». Alla luce della nuova traduzione la frase sarebbe invece stata una sorta di imprecazione slegata dal caso della ragazza scomparsa.
Nel carcere di Bergamo si è svolta l’udienza di convalida del fermo di Fikri, assistito dai suoi avvocati. Il giudice per le indagini preliminari, Vincenza Maccora, ha fatto sapere che si pronuncerà martedì in merito alla convalida del fermo, ma si profila la scarcerazione del marocchino nelle prossime ore. La difesa di Fikri ha chiesto la sua scarcerazione «per mancanza di gravi indizi di colpevolezza», ha detto l’avvocato Giovanni Fedeli, che con la collega Roberta Barbieri assiste il marocchino. «Hanno solo l’intercettazione e alcuni elementi ancora più deboli».

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