In giro per primarie

A che punto siamo con le primarie in vista delle elezioni amministrative del 2011

di Francesco Costa

A vendor sells gold fishes in an Aquarium at the Moncef Bey Market, a weekly animals market in Tunis, on October 10, 2010. AFP PHOTO / FETHI BELAID (Photo credit should read FETHI BELAID/AFP/Getty Images)
A vendor sells gold fishes in an Aquarium at the Moncef Bey Market, a weekly animals market in Tunis, on October 10, 2010. AFP PHOTO / FETHI BELAID (Photo credit should read FETHI BELAID/AFP/Getty Images)

Alla fine delle ultime elezioni regionali, lo scorso marzo, molti politici e giornalisti dissero che ci sarebbero stati “tre anni senza elezioni”, e quindi lo scenario politico italiano si sarebbe potuto stabilizzare: il governo avrebbe potuto governare senza l’assillo di una campagna elettorale imminente, il PD avrebbe avuto il tempo di organizzarsi con calma in vista delle politiche, eccetera.

Com’è andata a finire lo sappiamo: ci sono concrete possibilità che si vada a votare la prossima primavera. La cosa singolare è che – anche al di là delle eventuali elezioni politiche – molti italiani in primavera sarebbero andati a votare in ogni caso: altro che “tre anni senza elezioni”. La data esatta non è ancora stata decisa dal ministero dell’interno, ma è certo che la prossima primavera si rinnoveranno diverse amministrazioni locali. Alcune tra queste sono molto rilevanti: Milano, Torino, Bologna, Napoli, Salerno, Trieste. Per ognuna di queste elezioni ci sono dei candidati da scegliere, e per ogni candidato da scegliere c’è una coalizione di centrosinistra che sta tentando di individuarlo e sceglierlo o lo ha appena fatto, magari con le elezioni primarie. E per ogni elezione primaria c’è un casino di candidature annunciate, confermate, minacciate, ritirate, e poi gli accordi e le polemiche e le accuse e le vittorie e le sconfitte. Il centrodestra, com’è noto, non ha di questi problemi, anche se da qualche parte qualcosa inizia a muoversi pure sul loro fronte

Milano
Le primarie si sono tenute lo scorso 13 novembre. I candidati erano quattro e il vincitore è stato Giuliano Pisapia, che ha battuto con qualche sorpresa e successiva polemica il candidato sostenuto dal PD, l’architetto Stefano Boeri, e poi Valerio Onida e Michele Sacerdoti. Boeri oggi ha commentato il risultato delle primarie in un’intervista concessa all’edizione bolognese di Repubblica, dicendo che secondo lui «le elezioni a doppio turno, come quelle per la scelta del sindaco, non necessitano di primarie di coalizione. Che i partiti schierino i loro candidati e poi si vedrà eventualmente al ballottaggio. Invece così, senza regole, senza condivisione e senza programma, non si valorizza il candidato più adatto». Voi direte: perché lo ha detto all’edizione bolognese di Repubblica? Perché ieri era a Bologna a presentare un libro. E Bologna, tra l’altro, è un’altra città che si sta preparando alle primarie.
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Bologna
La situazione è ben più confusa. Dopo settimane di grande incertezza, una buona parte del centrosinistra si era accordata attorno alla candidatura di Maurizio Cevenini, consigliere regionale ed eletto nelle amministrazioni locali da trent’anni. Solo che poi Cevenini ha avuto un malore, un’ischemia, e ha deciso di ritirarsi per motivi di salute. Riaprendo il formicaio: qualche giorno fa c’erano ben sei candidati. Tra questi Amelia Frascaroli, outsider piuttosto temibile sostenuta da Sinistra e Libertà, che spera di replicare a Bologna il successo ottenuto a Milano con Pisapia. Ora le cose si sono fatte un po’ più semplici, e il PD si è compattato attorno alla candidatura di Virginio Merola, presidente del consiglio provinciale di Bologna, assessore comunale alla casa durante la giunta Cofferati e già sfidante di Delbono alle primarie del 2008. Si vota il 23 gennaio del 2011.
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Torino
Due mesi fa avevamo elencato i molti nomi in ballo, poi settimana dopo settimana la candidatura più solida è apparsa quella di Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino dal 2005. Nei giorni scorsi Chiamparino ha espresso però qualche perplessità sulla sua candidatura, probabilmente rinforzata dalla fine che ha fatto a Milano la candidatura di Stefano Boeri, anche lui un tecnico di alto profilo sostenuto dal PD. Potrebbe aiutare la recente dichiarazione a sostegno di Profumo arrivata da Nichi Vendola, che quindi a Torino non avrebbe intenzione di sostenere un candidato alternativo a quello del PD. Intanto si è candidato anche Davide Gariglio, presidente del consiglio regionale del Piemonte, che ha detto che «il candidato a sindaco di Torino deve essere un politico». Si vota il 6 febbraio del 2011.
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Napoli
Le primarie sono state indette e fissate per il 23 gennaio 2011 ma la presentazione delle candidature, prevista per il 27 novembre, è stata rinviata a data da destinarsi. Perché è un po’ complicato parlare di primarie mentre la città è sommersa dai rifiuti, dice il PD, anche se la contraddizione a noi non appare così evidente. Di candidature ufficiali ce ne sono due: quella del favorito Umberto Ranieri, parlamentare di lungo corso e – dicono i giornali – “uomo gradito al Quirinale”, e quella di Nicola Oddati, attuale assessore comunale della giunta Iervolino. Poi ci sono una serie di candidature paventate ma mai diventate ufficiali: quella di Andrea Cozzolino, segretario regionale del partito molto vicino a Bassolino, e quella del magistrato Raffaele Cantone, che pochi giorni fa ha confermato che ha annunciato che non si candiderà. Sinistra e Libertà sperava in un suo impegno diretto, e ora dovrebbe ripiegare su un nome “di bandiera”, scrive Repubblica: Grazia Francescato, Gennaro Migliore, Luigi Mascilli Migliorini o Massimo Brancato. L’IdV, come ha confermato Francesco Barbato, preferisce “mantenere anche a Napoli la stessa linea tenuta a livello nazionale dal partito sulla non partecipazione alle elezioni primarie”, e così ha messo fine alle voci sulla possibile candidatura di Luigi De Magistris, eletto europarlamentare solo due anni fa.


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Trieste
Si vota il 12 dicembre. Il candidato favorito è Roberto Cosolini, segretario del PD cittadino ed ex assessore regionale. In corsa ci sono anche Marino Andolina, medico e consigliere comunale di Rifondazione Comunista, e Alessandro Metz, candidato civico con un passato da consigliere regionale per i Verdi e un piede nei movimenti dell’estrema sinistra. Si è discusso a lungo di una possibile candidatura di Maria Teresa Bassa Porporat, presidente della provincia di Trieste vicina alla fine del suo mandato: ha detto che sarebbe pure pronta a candidarsi, se non fosse «profondamente contraria» alle primarie. Nomi suggestivi di cui si vagheggia, poi: Riccardo Illy, Claudio Magris.

Salerno
A Salerno un giro di primarie si è già celebrato, il 20 e il 21 novembre, e la novità è che non le ha fatte il centrosinistra bensì i finiani. “Avere la possibilità, in piena libertà, di poter valutare e decidere dovrebbe essere scontato, dovrebbe essere il tassello reggente l’intero sistema politico di un partito democratico”, si legge sul sito di Generazione Italia che presenta l’iniziativa. Solo che erano primarie con un solo candidato, l’avvocato Francesco Farina: si può fare di meglio. Il sindaco uscente, Vincenzo De Luca, dovrebbe cercare un secondo mandato, forte dell’apprezzamento ottenuto dalla sua amministrazione (una delle poche, in Campania, a non essere stata sfiorata dall’emergenza rifiuti). Certo è che sarebbe un quarto mandato, visto che De Luca è già stato sindaco due volte dal 1993 al 2001.

Cagliari
Si dovrebbe votare a gennaio, e le primarie dovrebbe farle sia il centrosinistra che il centrodestra. Però c’è ancora parecchia confusione. Il candidato favorito per il centrosinistra sembrava essere il senatore Antonello Cabras, sostenuto da Soru e il segretario regionale del PD Silvio Lai, solo che Cabras qualche giorno fa ha scritto una lettera all’Unione Sarda per passare la mano. Claudio Cugusi, quarantenne consigliere comunale del PD, ha già annunciato la sua candidatura, ma i giochi sembrano essere ancora molto aperti. Nel centrodestra, invece, il principale sostenitore delle primarie è Sandro Bondi.

Caserta
Si vota il prossimo 5 dicembre. I candidati sono quattro: il favorito Carlo Marino, sostenuto dal segretario regionale del PD Enzo Amendola e informalmente dalla segreteria nazionale; Pietro Riello, avvocato quarantenne che secondo il Corriere del Mezzogiorno “si richiama espressamente ai rottamatori di Matteo Renzi”; Mario Massaro, imprenditore; Biagio Napolano, coordinatore cittadino di Sinistra e Libertà. A Caserta la cosa curiosa è che i più anti-primarie sono proprio i vendoliani, che hanno diffuso un documento che spiega come, al di là del caso di Caserta, le primarie non sono affatto un granché.