Le prossime ore

Un weekend di attesa sulle sorti del governo, o succedono imprevisti?

Sabato non è mai una giornata di grandi vicissitudini politiche: siamo un paese in fine settimana permanente, e al massimo assistiamo a qualche enfatico discorso pubblico la domenica. Però è vero che il pentolone ribolle sul fuoco, e anche se tutti fanno una pennica in soggiorno, capace che in cucina qualche guaio succede lo stesso: basta poco.

1. La situazione di ieri l’avevamo spiegata qui. Le opposizioni di centrosinistra hanno presentato una mozione di sfiducia confidando di tenerla sotto controllo per evitare che faccia cadere il governo prima dell’approvazione della finanziaria, come promesso a Napolitano. Potevano aspettare, più prudentemente: ma soprattutto il PD temeva di passare per inerme e inetto se non riprendeva un’iniziativa pubblica. Così hanno annunciato la mozione mercoledì, hanno traccheggiato due giorni, poi hanno dovuto presentarla, e ora traccheggeranno un po’, eccetera. La sfiducia piano piano.

2. Però intanto il PdL ha presentato una mozione di fiducia, al Senato dove si sente più forte. Il conflitto tra le due mozioni ha un valore simbolico e incasina le cose, costringendo il PD a tenerne conto e a perdere un po’ di controllo sulla gestione dei tempi. Per ora Schifani ha fissato la riunione dei capigruppo del Senato (che farà il calendario) martedì alle 13, e Fini allora ha fissato quella della Camera alle 9.

3. E poi i finiani fanno capire di non avere nessuna intenzione di votare una mozione del PD, e nessuna intenzione di votare una mozione di due righe e così generica, che non darebbe giustificazioni alla loro mutata posizione nei confronti del governo. E però al tempo stesso non possono trovarsi a salvare il governo in caso di voto, dopo averne chieste le dimissioni. E quindi probabilmente dovranno presentare una mozione loro – coinvolgendo centristi vari – e ottenere che sia votata prima di quella del PD (ma hanno degli agganci). O inventarsi qualcos’altro.

4. Intanto lunedì i quattro finiani nel governo se ne vanno, come annunciato da Bocchino giovedì. Non bastasse, ha annunciato le sue dimissioni dal governo il sottosegretario Meina, celebrando così da solo l’abbandono del governo da parte del Movimento per le Autonomie.

E in questo campo minato di ipotesi su quando cadrà il governo, c’è poi tutta la questione di cosa succede dopo. Ma è inutile lambiccarcisi ora, può ancora succedere di tutto (sì, si andrà a votare a primavera, se volete scommetterci cinque euro). Buon weekend.