La nuova economia del digitale in Europa

Il commissario Kroes vuole cambiare il modo di fare shopping online, le tariffe dei cellulari e le leggi sul copyright

Neelie Kroes è nata nei Paesi Bassi, ha 69 anni e da alcuni mesi è il nuovo Commissario europeo per l’Agenda digitale. Determinata e agguerrita, Kroes sta cercando di cambiare sensibilmente l’economia online dell’Europa, eliminando le differenze e le contraddizioni causate dalle diverse leggi dei singoli paesi per rilanciare lo sviluppo attraverso le opportunità offerte dal digitale. L’impresa però non è semplice, come racconta Max Colchester sul Wall Street Journal, offrendo da oltreoceano un punto di vista esterno sulle sfide che dovranno affrontare l’Europa e il suo commissario per il digitale.

Secondo Kroes, il digitale non ha sostanzialmente confini e dunque bene si adatta a un mercato unico con regole chiare, trasparenti e uguali per tutti. Gli stati membri dell’Unione Europea hanno però leggi diverse tra loro sulla protezione del copyright e del commercio online, una condizione che deve essere superata per semplificare lo scambio delle merci e delle informazioni nel vecchio continente. E proprio una riforma delle regole per gli acquisti online è uno dei primi obiettivi che Kroes si è prefissata.

Stando alla Commissione Europea, il braccio esecutivo dell’UE, più del 90% delle persone che acquista online lo fa sui siti della nazione di appartenenza, dunque da rivenditori locali o compagnie di bandiera nei casi dei biglietti aerei. E intorno al 60% delle transazioni con l’estero fallisce a causa di problemi tecnici o legali. Stando alla società di rilevazione Forrester Research, il numero di acquirenti online nell’Europa occidentale era pari a 141 milioni nel 2009 e dovrebbe raggiungere i 190 milioni entro il 2014.

Il bacino di utenti che compie acquisti online potrebbe espandersi ulteriormente in presenza di una direttiva europea chiara che armonizzi i regolamenti. Regole chiare e uguali per tutte potrebbero incentivare anche gli acquisti sui siti gestiti all’estero, contribuendo alla circolazione di un maggior numero di beni in Europa.

Un altro ostacolo allo sviluppo dell’economia legata al digitale in Europa è costituito dalla giungla di tariffe per la telefonia mobile. In più di una occasione, l’Unione Europea è intervenuta per imporre tetti massimi di spesa specialmente per il roaming internazionale, ovvero per le chiamate effettuate dal proprio cellulare quando ci si trova all’estero. Le cifre richieste dagli operatori sono in genere molto alte per le chiamate vocali e diventano esorbitanti quando si parla di navigazione online in mobilità dall’estero.

Per esempio, il prezzo massimo per inviare un SMS all’interno dell’Unione europea non può superare gli 11 centesimi di Euro. I limiti di prezzo, introdotti nel 2007, saranno rivisti nel 2010. Kroes dovrà decidere se estendere la loro durata o lasciarli scadere, una decisione che il commissario assumerà entro la fine dell’anno.

Il piano dell’Agenda digitale, sul cui svolgimento Neelie Kroes è chiamata a vigilare, è estremamente ambizioso e potrebbe cambiare sensibilmente le abitudini di decine di milioni di cittadini europei. Oltre alle tariffe della telefonia mobile, al commercio online e allo sviluppo della banda larga, il progetto vuole anche mettere ordine nelle leggi dei diversi stati sulla protezione del diritto d’autore.

«In Europa c’è un unico mercato per il download della musica e dei film. Il problema è che quel mercato è illegale» è solita dire Neelie Kroes quando si occupa della protezione del diritto d’autore. Secondo il commissario, il problema è però del sistema e non tanto degli utenti: mancano soluzioni semplici e convenienti per acquistare i contenuti multimediali in linea senza violare le leggi. Per superare questa condizione e offrire sistemi più convenienti, Kroes sta lavorando ad alcuni progetti per incentivare la nascita di portali per la vendita di musica e video su base europea e non nazionale, uniformando ove possibile anche le leggi sulla protezione del diritto d’autore e le norme per i compensi che spettano agli artisti per le loro opere.

Secondo i detrattori, il piano del commissario si rivelerà probabilmente un fallimento. La maggior parte degli utenti che si collegano online è ormai abituata a scaricare contenuti gratuitamente e non ha nemmeno la percezione di compiere un illecito. Vincere un sistema che funziona da anni e che è sostanzialmente gratuito con una soluzione alternativa a pagamento non sarà semplice e, sempre secondo i critici, il progetto cui lavora Kroes potrebbe arenarsi prima del tempo, senza modificare le attuali abitudini di chi naviga e scarica online.

Secondo Kroes, l’approccio punitivo non è comunque quello giusto perché serve solamente a «demonizzare milioni di cittadini». Invece, spera il commissario, le industrie della musica e del cinema potrebbero lavorare insieme per offrire nuove soluzioni sulla protezione del diritto d’autore su una base non nazionale, ma comunitaria. L’Unione Europea ha un «sistema per il copyright che funziona da quasi 200 anni ed è stato relativamente di successo. Ma poteva funzionare solo quando i paesi erano separati e conducevano da soli le loro battaglie – spiega Kroes. Quando avremo una soluzione per il diritto d’autore, allora sarà più facile contrastare la pirateria. Se risolvi il vero problema, poi ci sarà meno pirateria».