L’Islam di Craig Thompson

Mentre viene ripubblicato il suo capolavoro Blankets, il disegnatore sembra vicino a concludere la sua opera successiva

di Sergio Varbella

A metà settembre Craig Thompson, sul suo blog Doot Doot Garden ha annunciato in un post intitolato “It is Finished! di avere completato il suo nuovo romanzo a fumetti intitolato Habibi, al quale stava lavorando da sette anni. Lui è l’autore di Blankets, uno dei graphic novel più importanti degli ultimi anni (appena ripubblicato in Italia da Rizzoli Lizard), e c’è molta attesa per questo nuovo lavoro.
Thompson ne parlava già in alcune interviste del 2003:

“Si intitola Habibi ed è una specie di storia popolare araba.”

Ne parla poi nel suo Carnet di Viaggio, pubblicato nel 2004  (in italia da Coconino Press), che è il diario a fumetti di un viaggio  in Europa (per un tour promozionale) e in Marocco alla ricerca di documentazione per questo nuovo libro.

In interviste successive, con molto ottimismo fissava la probabile pubblicazione di Habibi entro il 2005, che poi diventò il 2007, poi ancora il 2009. Però adesso dovremmo esserci, ed è facile che il libro sia distribuito nel corso del 2011, anche se il suo editore, Pantheon, non ha ancora annunciato una data precisa.

Anche il conto delle pagine è levitato nel corso del tempo, per fermarsi appena sotto le settecento. Già Blankets ne contava quasi seicento e questo aveva colpito molto perché era la prima volta che una storia a fumetti così lunga veniva pubblicata direttamente in volume, come i romanzi, senza essere prima serializzata su albetti o riviste, e da un autore ancora giovane. Giovane ma con un grande talento, capace di tenere una storia così lunga sempre in equilibrio tra leggerezza e profondità, variando lo stile di disegno e di composizione a seconda delle esigenze narrative.

Della trama di Habibi non si sa ancora quasi nulla. I pochi indizi li troviamo nelle frasi misteriose (tipo “Sto facendo con l’Islam quel che ho fatto con il Cristianesimo in Blankets”) seminate qua e là in interviste, incontri pubblici, post.
Per farsi un’idea sul suo blog si possono vedere in anteprima molte delle tavole del libro. Il disegno è ulteriormente migliorato, si è fatto più preciso e ricco di dettagli, con una cura particolare per gli ambienti.

Thompson è molto generoso e sul blog ha pubblicato parecchio materiale interessante: aggiornamenti sui suoi lavori da illustratore, tra cui la copertina di un cd del gruppo Menomena che gli è valsa la nomination ai Grammy del 2009, molte foto personali, alcune del periodo in cui si svolge Blankets, in cui possiamo vedere le versioni originali dei “personaggi” del libro.

Aspettando Habibi si può rileggere Blankets. È un graphic novel che ha conquistato molto del suo pubblico più tra i lettori di romanzi e narrativa che tra gli impallinati di fumetto, e che per questo ha dato un grande contributo alla diffusione del genere al di fuori dall’ambiente chiuso delle fumetterie e delle convention di settore. Blankets è un romanzo di formazione autobiografico. L’ambiente in cui si svolge la storia è un piccolo paese del Wisconsin, all’interno di una famiglia (e una comunità) di cristiani fondamentalisti.

In questo scenario, poco comune per un fumetto, il Thompson disegnato rivive l’infanzia, e il suo rapporto con il fratello Phil, la sua adolescenza di ragazzo sensibile e scollegato dal resto dei suoi coetanei, il primo devastante innamoramento per una ragazza, la volontà di diventare un buon cristiano, la passione per il disegno, mezzo che gli permette di viaggiare con la fantasia lontano dalla realtà che lo circonda, l’ingresso nella vita adulta che porta inevitabilmente a una serie di difficili e drastiche decisioni.

Le coperte (blankets) del titolo sono tre. La prima è quella che Craig e suo fratello Phil dividono nel letto comune in cui dormono da bambini. Una coperta che riscalda durante le notti invernali sottozero o che diventa nella loro fantasia la vela di una nave scossa dal mare in tempesta. Anche quando i genitori aggiungono un letto alla loro stanza, Phil torna spesso sotto la coperta rassicurante del vecchio letto, per dormire insieme a Craig.

La seconda è quella che Raina confeziona con vari ritagli di stoffe e regala a Craig. Raina è la ragazza conosciuta in una specie di colonia invernale religiosa, di cui Craig si innamora nell’adolescenza. L’ultima coperta è la neve, presenza costante in tutto il libro fino alle ultime pagine, dove il disgelo e l’arrivo della primavera fanno da contrappunto all’epilogo della storia.

Poi c’è un’altra coperta, uguale a quella di Raina, ma non è in Blankets. È nel suo graphic novel precedente, Addio, Chunky Rice (l’edizione italiana è di Black Velvet). Anche questo libro, il primo pubblicato da Thompson nel 1999, ha vinto diversi premi. È la storia di una tartaruga antropomorfa che abbandona la sua “adolescenza”, la sua famiglia e il suo miglior amico, una specie di topo, per entrare in una nuova fase “adulta”. In pratica, la stessa esperienza di Blankets raccontata con allegorie e funny animals, come in una favola.