Cosa c’è nell’accordo di Mirafiori

Un referendum tra i lavoratori è previsto a gennaio, l'accordo dovrebbe entrare in vigore nel 2012: di cosa parliamo

Nel prossimo gennaio, tra il 18 e il 20 del mese, i lavoratori della fabbrica FIAT di Mirafiori si esprimeranno in un referendum sul loro nuovo contratto, proposto dalla FIAT e molto controverso per via del precedente accordo di Pomigliano, della recente decisione di FIAT di uscire da Confindustria e le grandi critiche della CGIL, che giudica l’approccio dell’azienda «un ritorno agli anni Cinquanta». Oggi su Repubblica Paolo Griseri riassume i punti fondamentali del contratto di Mirafiori, sottoscritto dall’azienda e dai sindacati metalmeccanici di CISL e UIL. L’accordo si può leggere integralmente qui (pdf).

Scenario
Il nuovo contratto si applicherà a una nuova società composta in joint venture tra FIAT e Chrysler, che nascerà nel 2012. In caso di entrata in vigore dell’accordo, FIAT confermerà e aumenterà ulteriormente gli investimenti nella storica fabbrica di Mirafiori, che arriveranno a un miliardo di euro.

Orario di lavoro
Ci saranno quattro tipi di orario. Un primo tipo sarà quello attuale: due turni da otto ore al giorno, cinque giorni la settimana. Poi uno schema con turno di notte su cinque giorni lavorativi e uno con il turno di notte su sei giorni lavorativi, sabato compreso. L’azienda si è impegnata però a esaminare con i sindacati la fase di passaggio da un turno e l’altro, e a valutare insieme a loro la sperimentazione di uno schema che prevede turni due turni al giorno da dieci ore per sei giorni alla settimana. I lavoratori che lavoreranno dieci ore al giorno per quattro giorni potranno riposare gli altri tre giorni della settimana. L’azienda potrà ordinare ai lavoratori fino a 120 ore l’anno di straordinari. Il ricorso ai turni di notte e agli straordinari produrrà un incremento in busta paga fino a 3700 euro lordi l’anno.

Pause
L’accordo in vigore prevede quaranta minuti di pausa per ciascun turno di lavoro. Il nuovo accordo prevede invece tre pause, ciascuna da dieci minuti: i dieci minuti lavorati in più verranno pagati 45 euro lordi al mese. Per i turni da dieci ore, invece, il totale delle pause rimarrà di 40 minuti. La collocazione della mezz’ora di pausa mensa sarà discussa successivamente tra la nuova società e i sindacati.

Malattia e assenteismo
L’accordo stabilisce delle quote proporzionali di assenze in azienda oltre le quali l’assenteismo si giudica eccessivo: il 6 per cento a luglio 2011, il 4 per cento a gennaio 2012, il 3,5 per cento dal 2013. In caso di assenze collettive oltre queste soglie, non si pagano i primi due giorni di malattia a chi negli ultimi dodici mesi si è ammalato subito prima di un giorno di riposo o di ferie. Sono escluse patologie gravi.

Contratto e scioperi
È il punto più contestato dalla CGIL. Il nuovo accordo non prevede l’elezione dei delegati sindacali di fabbrica: i sindacati che firmeranno l’accordo potranno nominare dei rappresentanti aziendali. I sindacati che sciopereranno contro l’accordo potranno essere puniti con l’annullamento dei permessi sindacali. L’azienda non tratterrà le quote di iscrizione ai sindacati dalle buste paga: saranno i sindacati a raccoglierle. Tutti i lavoratori firmeranno personalmente il nuovo contratto: se poi sciopereranno contro l’accordo, potranno essere licenziati.

Cosa dicono i sindacati
CISL e UIL hanno sottoscritto l’accordo con la FIAT: sostengono che sia importante l’investimento che FIAT farà in caso di entrata in vigore dell’accordo e chiedono alla FIOM di non fare «terrorismo» con i lavoratori. La FIOM e la CGIL si oppongono, definiscono «l’esclusione dalla rappresentanza sindacale» dei sindacati che non sottoscrivono l’accordo come «un ritorno agli anni Cinquanta». Susanna Camusso ha espresso un’opinione più frastagliata, criticando Marchionne «anti-democratico» e «autoritario» ma dicendo anche che la FIOM «dovrà aprire una discussione su questa sconfitta» perché «un sindacato non può limitarsi all’opposizione altrimenti rinuncia alla tutela concreta dei lavoratori».