Che posto è la Guinea-Bissau
È uno dei paesi più poveri al mondo, con una forte presenza del narcotraffico e una lunga storia di colpi di stato

È uno dei paesi più poveri al mondo, con una forte presenza del narcotraffico e una lunga storia di colpi di stato

Gli Espaces d'Abraxas sono apparsi in film come “Hunger Games”, ma per visitarli è meglio avere una guida, l'unica che c'è

Il partito della prima ministra Mette Frederiksen è arrivato terzo alle elezioni locali, superato da due partiti di sinistra

Dopo difficili trattative, la conferenza sul clima del 2026 sarà ospitata dalla prima, ma presieduta dalla seconda

Negli anni Sessanta, quando la Rai esisteva da poco, divennero il simbolo di un nuovo modo di fare intrattenimento

Una lista assolutamente NON ESAUSTIVA di certi prodotti famosissimi nel posto in cui vengono coltivati e quasi sconosciuti altrove

Nonostante lo notiamo da sempre, non è ancora chiaro perché alcuni alberi si diano da fare per tingere le loro foglie prime di liberarsene

Il leader di D66 Rob Jetten, che ha vinto le elezioni, avvierà dei lunghi negoziati fra partiti molto diversi tra loro

E in Italia siamo bravi a farli, con aziende che investono moltissimo in ricerca e sviluppo


Il suo leader, Rob Jetten, potrebbe ora diventare primo ministro: le sue politiche sono un misto di destra e sinistra

È un ottimo risultato per i primi e deludente per i secondi di Geert Wilders, che avevano fatto cadere il precedente governo

Ha detto che le tariffe delle concessioni dovranno essere riviste, dopo anni di proroghe a vantaggio delle aziende energetiche

Nei Paesi Bassi il leader dell’estrema destra ha monopolizzato la campagna per le elezioni di oggi, pur partecipando poco, e potrebbe vincere di nuovo

La lana arricciata e calda famosa per “Colazione da Tiffany” viene prodotta solo da un'azienda in provincia di Arezzo, che ora sta chiudendo


Nel 2026 ci sarà Capo Verde, che fino a quindici anni fa non aveva mai giocato nemmeno la Coppa d'Africa

Per difendere i palestinesi: si sentono lontani dal resto della società israeliana, e dicono che la loro «presenza protettiva» non basta più

«L’Ucraina è nel pieno di una vera e propria sessione di terapia collettiva, una “terapia nazionale” per cercare di restituire un basilare senso di sicurezza. Come se la guerra avesse fatto tornare bambina un’intera nazione»
