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Noi capitani

«Nella sua città natale, Thiès, Seydou Sarr, il capitano del film, ha avuto un’accoglienza da star. La proiezione era in uno spiazzo polveroso dove i suoi amici hanno portato decine di djembe, i tamburi a forma di calice ricoperti di pelle di capra originari di queste zone. L’attesa della proiezione si è trasformata in una grande festa di balli sfrenati. Decine di ragazze indossavano magliette azzurre con la foto di Sarr, fatte preparare dalla madre. A Kolda abbiamo dormito in un villaggio di tucul in mezzo a un bosco di manghi e di alberi di anacardo dove le scimmie sono più numerose degli umani. A Sédhiou in un palmeto dove gli uccelli si fanno sentire forte a ogni ora del giorno»

Noi capitani

Splendori e miserie dei libri dell’estate (e di chi li legge)

«Quando iniziano le vacanze ci convinciamo che in un periodo di venti giorni bisogna effettuare letture mirate, selezionate, efficaci, soddisfacenti, nostre, più che in ogni altro momento dell’anno. Dobbiamo godere, come se fosse facile farlo con i libri. Di più, dobbiamo rimediare: in quelle due-tre settimane contiamo generalmente di finire una buona volta "Guerra e pace", leggere i diari di Sylvia Plath, un paio di Bolaño, Marina Cvetaeva ritradotta da Serena Vitale, tre scrittrici irlandesi da tenere d’occhio, quattro gialli e il capolavoro inedito di un cugino. E va bene che d’estate il tempo si dilata, ma c’è un limite»

Splendori e miserie dei libri dell’estate (e di chi li legge)