Che fine hanno fatto le proteste di Hong Kong?
Sono fallite, in breve: i leader degli studenti sono tornati agli studi e hanno ammesso la sconfitta. Ma hanno dimostrato che qualcosa può cambiare, anche se non subito

Sono fallite, in breve: i leader degli studenti sono tornati agli studi e hanno ammesso la sconfitta. Ma hanno dimostrato che qualcosa può cambiare, anche se non subito

Decine di migliaia di sostenitori del governo hanno protestato contro chi chiede più democrazia (potrebbe portare disordini e violenze, dicono)

Non è ufficiale e secondo il governo cinese è anche illegale: il sito dove si può votare sta subendo attacchi definiti «tra i più forti di sempre»

Perché il governo sta riuscendo a sopire le proteste con le buone, senza repressioni e fissando colloqui, e così per strada a manifestare non c'è quasi più nessuno

Il centro della città è stato occupato da migliaia di persone che chiedevano libere elezioni: ci sono stati scontri molto duri per tutto il giorno e molte strade sono ancora occupate

A Hong Kong, dopo una notte di scontri violenti con la polizia, circa 9mila manifestanti hanno riformato uno dei principali presidi della protesta

I tre fondatori si sono consegnati alla polizia, il leader degli studenti ha inziato uno sciopero della fame e invitato i manifestanti a resistere

Migliaia di persone continuano a occupare strade e piazze della città, chiedendo libere elezioni: la Cina per adesso lascia fare ma domani sarà una giornata particolare

Migliaia di persone hanno occupato strade e piazze bloccando il traffico e le principali attività: banche, uffici e scuole sono chiusi, dopo un weekend di proteste, scontri e arresti

Che cosa chiede il referendum non ufficiale a cui hanno partecipato quasi 800.000 persone, secondo gli organizzatori, e di cui la Cina non intende tenere conto

La storia speciale della regione speciale della Cina, dal suo passato britannico a Bruce Lee, ora che se ne riparla per le grandi manifestazioni contro il governo cinese

Le contraddizioni secolari di un posto unico al mondo sembrano arrivate a un punto di rottura: chi protesta, da quanto, perché e come

Il fumettista Art Spiegelman intervistato sulla rivista statunitense Mother Jones, sul suo prima e il suo dopo rispetto all'opera che tutti conoscono
