Cos’è cambiato in Bangladesh dopo la strage nella fabbrica di indumenti di Dacca
I lavori per la messa in sicurezza vanno ancora a rilento, dopo il crollo del 2013: i sindacati presenteranno un reclamo ufficiale

I lavori per la messa in sicurezza vanno ancora a rilento, dopo il crollo del 2013: i sindacati presenteranno un reclamo ufficiale

Nella capitale bengalese c'è stata una manifestazione per ricordare la strage al Rana Plaza, e per chiedere il pagamento dei risarcimenti promessi alle famiglie dei morti

Il New York Times prova a capire perché i grandi marchi americani non partecipano alle raccolte di fondi per i familiari dei morti nell'incendio alla Fashion Tarzreen e nel crollo di Rana Plaza

Dopo 5 mesi dal più grande disastro industriale del Bangladesh, molti non sono ancora arrivati, spiega BBC

Il New York Times racconta che le procedure di identificazione dei morti nel crollo di aprile vanno a rilento, tra mancanza di mezzi e accuse al governo


Ha fatto il giro del mondo, è stata scattata dalla fotografa e attivista Taslima Akhter la notte del crollo che ha ucciso 1127 persone

Sotto le macerie del palazzo crollato il 24 aprile: per sopravvivere, tra una trave e pilastro, ha mangiato biscotti e bevuto acqua piovana

17 giorni dopo il crollo: ma intanto il numero dei morti ritrovati ha superato il migliaio

Dal palazzo crollato 15 giorni fa vengono estratti ancora molti morti, ormai sono quasi mille: intanto Benetton ha spiegato il suo rapporto con la fabbrica

I morti ora sono 501, ci sono ancora centinaia di dispersi; due persone sono state arrestate; i lavoratori protestano, le aziende tessili sono in imbarazzo

I morti sono più di 380, le autorità escludono di trovare altri sopravvissuti tra le macerie del palazzo crollato (che era usato anche da noti marchi di abbigliamento)

E i morti ora sono almeno 273: le nuove foto dal palazzo crollato nella capitale del Bangladesh, dove continuano le ricerche

È il secondo esportatore di vestiti al mondo, ma le sue fabbriche rischiano di chiudere perché i marchi occidentali hanno annullato gli ordini

Molte note aziende nordamericane ne hanno firmato uno che non è "giuridicamente vincolante", attirandosi critiche
