Bangladesh, il crollo fu causato da materiali scadenti e irregolarità

A sewing machine lies on the debris of a collapsed garment factory in Savar near Dhaka, Bangladesh, Friday, May 10, 2013. The death toll from a garment factory building that collapsed more than two weeks ago near the Bangladeshi capital soared past 1,000 on Friday, with no end in sight to the stream of bodies being pulled from the wreckage of the worst-ever garment industry disaster. (AP Photo/Ismail Ferdous)
A sewing machine lies on the debris of a collapsed garment factory in Savar near Dhaka, Bangladesh, Friday, May 10, 2013. The death toll from a garment factory building that collapsed more than two weeks ago near the Bangladeshi capital soared past 1,000 on Friday, with no end in sight to the stream of bodies being pulled from the wreckage of the worst-ever garment industry disaster. (AP Photo/Ismail Ferdous)

Dacca (Bangladesh), 23 mag. (LaPresse/AP) – A causare il crollo dell’edificio di otto piani avvenuto lo scorso 24 aprile a Dacca, in Bangladesh, sono stati la qualità “estremamente scadente” dei materiali di costruzione e una serie di violazioni. Tra queste il fatto che due dei piani erano stati aggiunti illegalmente e che il terreno sul quale si ergeva il palazzo era inizialmente un bacino d’acqua, poi riempito con spazzatura, e quindi non adatto a ospitare costruzioni a più piani. È quanto viene fuori da un’indagine voluta dal governo. Il capo della commissione che ha compiuto l’indagine, Khandker Mainuddin Ahmed, ha rivelato i dettagli dell’inchiesta ad Associated Press un giorno dopo avere consegnato la relazione al governo.

“Il proprietario ha utilizzato ferro e cemento di qualità estremamente scadente” e “ci sono state una serie di irregolarità”, spiega. Dall’indagine è emerso inoltre che Sohel Rana, questo il nome del proprietario, aveva l’autorizzazione per costruire una struttura di sei piani e ne ha poi aggiunti due illegalmente in modo da affittarli a fabbriche di indumenti; si tratta di una novità rispetto a quanto ritenuto finora, cioè che il permesso fosse per cinque piani e tre erano illegali.

La relazione conferma, come era già emerso alcuni giorni dopo l’incidente, che il palazzo non era adatto all’uso industriale e che il peso dei macchinari delle fabbriche di abbigliamento e le vibrazioni che emettevano hanno contribuito al crollo. Per il proprietario dell’edificio e per i proprietari delle fabbriche che vi avevano sede, la commissione che ha realizzato l’indagine consiglia l’ergastolo nel caso in cui verranno effettivamente riconosciuti colpevoli di violazioni delle regole sulla costruzione. Dopo il crollo, oltre a Rana, sono stati arrestati tre ingegneri e quattro proprietari di fabbriche.

Nel crollo rimasero uccisi 1.100 operai, oltre 2.500 persone furono invece salvate. La tragedia ha attirato l’attenzione sulle pericolose condizioni di lavoro nel settore dell’abbigliamento in Bangladesh, dove gli impiegati sono pagati in media meno di 38 dollari al mese. Un giorno prima del crollo, l’edificio era stato chiuso dopo che gli operai avevano visto delle crepe su pareti e pilastri; i dipendenti erano stati però successivamente richiamati al lavoro, alcuni di loro costretti.

Pubblicato il 23 maggio 2013
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