burnout
Un importante politico dei Paesi Bassi e il suo burnout
Pieter Omtzigt è uno dei più influenti del paese e ne ha parlato per spiegare perché lascia la politica

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L’ambiziosa proposta di creare un servizio psicologico pubblico nazionale
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Gli anni passati a trasmettere su Twitch iniziano a farsi sentire per gli streamer
Sono sempre di più quelli che lamentano le conseguenze di un tipo di lavoro che prima non c'era, e che in certi casi mollano

Ritorno in ufficio
«Nella seconda metà del ventesimo secolo, si riusciva a capire con un solo sguardo chi aveva il potere: la persona nel corner office, la stanza angolare. Oggi quell’emblema sta morendo. All’apparenza il nuovo ufficio post pandemico e post smart working è fluido ed egalitario con spazi identici e indifferenziati, dove niente appartiene a nessuno ma tutto a tutti. A leggere i dati non è facile farsi un quadro chiaro. Il sospetto è che dalla pandemia siano cambiate molte cose, soprattutto lo storytelling con cui sono raccontate. In Italia dal 2004 l’andamento delle compravendite di uffici è stato in costante discesa fino al 2015 quando è tornato a crescere, soprattutto a Milano, Torino, Roma e Genova. Invece negli Stati Uniti si parla di “apocalisse degli uffici”».

In Australia il “diritto alla disconnessione” è legge
Permette ai dipendenti di non rispondere alle chiamate e alle mail dei loro datori di lavoro fuori dall'orario lavorativo, con qualche eccezione

Il successo atipico di Byung-Chul Han
Scrivendo di burnout collettivo nell’era digitale e declino della narrazione, un filosofo tedesco di origini sudcoreane riceve da anni estese attenzioni attraverso il passaparola

Il nuovo piano del governo per ridurre le liste d’attesa negli ospedali è vecchio
E serve a poco, perché non mette a disposizione abbastanza soldi e non fa cenno a uno dei tanti problemi, cioè le troppe prescrizioni

Splendori e miserie dei libri dell’estate (e di chi li legge)
«Quando iniziano le vacanze ci convinciamo che in un periodo di venti giorni bisogna effettuare letture mirate, selezionate, efficaci, soddisfacenti, nostre, più che in ogni altro momento dell’anno. Dobbiamo godere, come se fosse facile farlo con i libri. Di più, dobbiamo rimediare: in quelle due-tre settimane contiamo generalmente di finire una buona volta "Guerra e pace", leggere i diari di Sylvia Plath, un paio di Bolaño, Marina Cvetaeva ritradotta da Serena Vitale, tre scrittrici irlandesi da tenere d’occhio, quattro gialli e il capolavoro inedito di un cugino. E va bene che d’estate il tempo si dilata, ma c’è un limite»

La gara a non fare niente, a Seul
In Corea del Sud, dove i ritmi di lavoro sono spesso eccessivi, decine di concorrenti si sono riuniti per fissare il vuoto per 90 minuti: vinceva chi aveva il battito cardiaco più regolare

Dove vanno gli insegnanti d’estate?
«Come sono davvero le ferie di chi insegna? Cosa facciamo quando la scuola è chiusa? Ci dissolviamo? Dormiamo? Prendiamo il sole? Come le anatre del “Giovane Holden” voliamo via? O ci porta via un furgone? Torniamo al sud a fare le olive al campo del nonno? Non sono tre mesi di ferie e insegnare non è un lavoro normale. Se il docente fosse un architetto, nel suo cantiere gli operai sarebbero sempre in rivolta. Se fosse un medico opererebbe gente non sedata e senza bisturi»

Il più lungo sciopero di sempre del personale sanitario britannico
È iniziato mercoledì e riguarda la categoria dei medici in formazione (più o meno i nostri specializzandi), con grosse conseguenze sul servizio sanitario nazionale

La complicata storia di uno dei romanzi italiani più lunghi di sempre
Cioè “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo, che è morto più di trent’anni fa ma di cui è appena uscito un libro inedito

Il candidato favorito alle elezioni olandesi, che forse non vuole fare il primo ministro
Pieter Omtzigt è un politico molto particolare, apprezzato per la sua autorevolezza e con posizioni un po' di destra e un po' di sinistra

Terziario, triste e solitario
«Lavorare non piace a nessuno, ma la situazione, ultimamente, sembra peggiorata. Forse perché la manifattura, l’atto di produrre fisicamente una merce, si è spostata così lontano da noi che ci guadagniamo da vivere producendo qualcosa che non si può toccare, e che spesso siamo incapaci di spiegare. Qualcosa di indimostrabile. Per fotografare questi tempi frammentati, bisognerebbe fondere la spensieratezza vanesia di Yuppies con l’angoscia di Fantozzi. Costruire un set popolato da partite Iva forfettarie, creativi da soma, motivatori demotivati, streamer sull’orlo del burnout, e influencer-filosofi pronti a insegnarci che il riposo è un atto politico»

Gli insegnanti di sostegno qualificati sono ancora troppo pochi
Soprattutto nelle regioni del Nord, dove quelli non specializzati e precari sono quasi la metà

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