Cinque frasi di Pasolini, ricontestualizzate
Tra le tante attribuite all’intellettuale morto 50 anni fa ma spesso citate a sproposito, più una inventata

Tra le tante attribuite all’intellettuale morto 50 anni fa ma spesso citate a sproposito, più una inventata

Cioè quando uscì “Il mondo salvato dai ragazzini” e sembrò prevedere i movimenti del 1968, racconta Ludovica Lugli nel libro "Le chiavi magiche"

Era Carolina Invernizio, autrice di romanzi d'appendice di fine Ottocento, che Vera Gheno ha inserito in una nuova antologia di scrittrici

«Lo fu nella prima, nella seconda, nella terza e nell’ultima ora. Interventista, mussoliniano, imperialista, saloino. Ma è soprattutto il suo tono encomiastico verso il potere a impedire qualunque sua riabilitazione organica»

«Nelle “Indicazioni nazionali” destinate alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo, l’idea di Occidente formulata da Hegel nella prima metà dell’Ottocento dovrebbe essere alla base dell’insegnamento nelle scuole italiane dell’infanzia e di primo grado»

Li ha scelti il Guardian andando oltre Shoreditch e Kreuzberg, per fuggire alla ressa dei centri storici in posti come Praga, Varsavia e Parigi

«In un articolo pubblicato sull’“Unità” il 29 maggio 1989, Ginzburg cita Wittgenstein e fa una serie di esempi: da una parte ci sono “non vedente”, “non udente”, “anziano”, “colf”, “operatore ecologico”, “persona di colore”; dall’altra: “cieco”, “sordo”, “vecchio”, “donna di servizio”, “spazzino”, “negro”. Le prime sono parole-cadaveri, le seconde parole della realtà. Quell’articolo è stato usato più volte proprio dai critici del politicamente corretto. Ma la citazione è immaginaria»

«La sua modernità sta nell’aver inteso che allora come oggi il fascismo non è soltanto questione di ideologia, ma anche di opportunismo, inettitudine amministrativa e abuso di potere. Il suo radicalismo senza enfasi è sempre suonato, in Italia, come un’anomalia. Era puntiglioso, trasparente, attaccato ai numeri. Non inseguiva l’avversario sul terreno della retorica. Il suo modello sfugge persino al conformismo delle opposizioni, perché non offre una retorica consolatoria o fintamente agguerrita. Eppure era temutissimo da Mussolini, proprio perché riconosceva l’efficacia di quello stile nitido ma intransigente»

Quella che è già diventata la battuta più famosa, la storia del modellino di aereo nel suo nuovo ufficio e i tentativi di autocritica (non riuscitissimi)

L'ex direttrice dell'Unità racconta che il fallimento dell'editore, una legislazione arcaica e i tempi della giustizia l'hanno messa in una situazione impossibile che potrebbe capitare a qualsiasi giornalista

Nel suo nuovo libro lo storico Donald Sassoon sostiene che stiamo assistendo all'agonia del vecchio mondo: ne parliamo mercoledì al Circolo dei lettori di Torino

Giornalista, scrittore e tra i fondatori del quotidiano Il Manifesto: aveva 86 anni

Sebastiano Messina racconta le opinioni di chi fa il giornale tornato in edicola da un mese e mezzo, con un nuovo direttore e una nuova discussa linea editoriale

Una famosa frase – che spiega cos'è una "intelligenza di prim'ordine" – e il contesto in cui è stata scritta

Sull'articolo di Alessandra Serra che ha pubblicato in risposta a un post su Facebook di Michela Murgia, che commentava la copertina di Marie Claire [Continua]

Quello del 31 luglio sarà l'ultimo numero, almeno per il momento: la società editoriale è in liquidazione

Se entro la fine di luglio non si troverà qualcuno disposto a comprare la società, il giornale chiuderà

La società editrice è in liquidazione, ma l'azionista di maggioranza ha promesso che il giornale continuerà le pubblicazioni con nuovi soci

I giornalisti criticano il disinteresse della proprietà e le nuove richieste di tagli, e chiedono sostegno al PD
