1D drag me down

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Fare l’amore con la sindrome di Down

«Se fosse un film, ci sarebbe la musica di un’orchestra d’archi: loro che puliscono la stanza che li ospiterà per la prima notte assieme, loro che cucinano, fanno una passeggiata e si perdono, ma poi con googlemaps ritrovano la strada, loro al supermercato per una spesa esagerata, tante risate e poi la doccia insieme. Anna è stanca e propone di guardare un film. Sento Marco che le chiede: “Ma tu, Anna, vuoi sposarmi?” “Sì” “E allora non possiamo essere stanchi, perché noi dobbiamo dimostrare di saper essere autonomi, se no non ci lasciano sposare”. Io mi fermerei anche qui perché in quel momento ho capito che davanti a me si stava svolgendo una piccola battaglia di una nuova lotta per l’emancipazione»

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Confine con vista sulle “scam cities”

«Mentre prepara un’insalata di foglie di tè, Wei racconta che alla fine è stata fortunata. Ha sfiorato la schiavitù che costringe ogni giorno migliaia di persone – soprattutto birmani e cinesi – a lavorare nelle cosiddette "scam cities", le città della truffa di cui il Myanmar è costellato lungo i confini con Cina e Thailandia e da dove si cercano di contattare giocatori d’azzardo in tutto il mondo, giovani cinesi, anziani europei, donne sole americane, millennial thailandesi. Si comincia con un messaggio WhatsApp, uno è arrivato sul cellulare italiano anche a me»

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