Inventarsi un business distribuendo migliaia di film gratuitamente su YouTube
La società italiana Minerva l'ha fatto col suo archivio di titoli vecchi, ignorati dalle piattaforme a pagamento ma con un loro pubblico di nicchia

Il canale YouTube Film&Clips contiene circa 14.000 video tra clip, montaggi e soprattutto film interi. Ha 5,3 milioni di iscritti ed è uno dei posti più affidabili per trovare film italiani, strani e bizzarri, soprattutto degli anni Sessanta e Settanta. Dietro c’è Minerva Pictures, storica società di produzione e distribuzione italiana che già più di dieci anni fa, nel 2013, decise di caricare su YouTube molti film del proprio catalogo che nessuno voleva, per metterli a disposizione gratuitamente e scoprire che invece un pubblico l’avevano. Oggi Minerva gestisce 140 canali YouTube in 15 lingue, e in totale ha messo online gratuitamente più di 5.000 film.
Minerva non è l’unica società cinematografica che usa YouTube come canale di distribuzione, ma è l’unica tra le grandi e storiche società di cinema del mondo ad aver pensato a questa soluzione per sfruttare la parte meno attraente e commerciale del suo catalogo. L’idea è di puntare esattamente su quello che non conviene alle grandi piattaforme, cioè sulle nicchie, e offrire film che altrimenti non sarebbero visibili in nessun altro modo.
Minerva fu fondata 72 anni fa, è ancora oggi distributrice e produttrice di film nuovi attraverso i canali convenzionali (i cinema o le piattaforme) e ha un’etichetta Home Video chiamata Rarovideo, con cui cura la circolazione fisica e digitale di questi film. Nel suo catalogo ci sono migliaia di film a partire dagli anni Cinquanta, tra cui alcuni di Bernardo Bertolucci, Luchino Visconti, Alejandro Jodorowsky o Andy Warhol, altri con Totò o Alberto Sordi ma anche polizieschi, film di guerra, imitazioni di film americani, film erotici italiani, spaghetti western e molte produzioni sconosciute realizzate a costi bassissimi.
Sono questi i film che dal 2013 cominciò a mettere su YouTube. Altre società di prestigio paragonabile hanno cominciato a fare lo stesso solo molti anni dopo, come per esempio la svedese SF Studio, quella dei film di Ingmar Bergman, che pochi mesi fa ha aperto un canale YouTube in cui ha iniziato a caricare parte del proprio archivio.
Il successo su YouTube di Minerva è complicato da definire. Dal 2013 a oggi però la società ha incrementato l’attività online e il personale al lavoro su YouTube, aprendo l’anno scorso una società che si occupa solo della distribuzione digitale. Nonostante infatti caricare video su YouTube sia un’operazione molto semplice, farlo con un intero archivio implica comunque un costo. Dentro Minerva ci sono quindi persone che si occupano di caricare, gestire, etichettare e tenere traccia delle prestazioni dei suoi film su YouTube. Minerva non ha mai parlato di quanto guadagni dalle pubblicità su YouTube (sulle quali la piattaforma trattiene il 45 per cento). Gianluca Curti, CEO della società, ha detto però che è un guadagno che «ci consente di sperimentare, investire e migliorare il livello dei nostri contenuti».
Questa operazione fu all’epoca una risposta al modo in cui film come quelli del catalogo Minerva, spesso d’autore ma in tanti casi anche di bassa qualità o proprio trash, venivano trattati dalle grandi piattaforme come (all’epoca) iTunes o Amazon. Questi aggregatori davano e danno ancora oggi priorità ai titoli più nuovi o più grandi e hanno poco interesse a lavorare per valorizzare quelli piccoli, destinati a un pubblico di nicchia: «In certi casi finisci a pagina 20 del loro catalogo e sei introvabile. Può capitare che non ti ci ripaghi nemmeno il costo della codifica del file», spiegava Curti anni fa. Così, invece di lasciare quei film fermi (cosa che comunque implica un costo di mantenimento), decise di smettere di darli in licenza e di renderli disponibili gratuitamente su YouTube.
Per esempio su Film&Clips, il loro primo canale e ancora oggi quello con più materiale e più iscritti, il video più visto, con 26 milioni di visualizzazioni, è il film del 1978 Behind Convent Walls (Interno di un convento) del regista surrealista polacco Walerian Borowczyk, sul desiderio sessuale represso (ma anche molto liberato) di alcune suore in un convento del XIX secolo. Il secondo, con 21 milioni di visualizzazioni, è Giulio Cesare del regista tedesco Uli Edel. E il terzo è una versione a budget minuscolo del mito di Thor, che comunque è stata vista 20 milioni di volte. Occorre però tenere presente che a YouTube, come a Netflix, bastano anche pochi secondi visti per contare una visualizzazione.
Parte di questo successo è dovuto alla crescita di YouTube stessa, che da quando nacque, nel 2005, a oggi è diventata sempre più importante. In quasi tutti i paesi che monitorano il traffico delle piattaforme di streaming in televisione YouTube è la più guardata, decisamente più di Netflix o di Prime Video, anche se il grosso dei suoi utenti accede da smartphone. Da diversi anni ha cominciato a essere anche un posto in cui noleggiare film di prima visione, e più in generale a premiare i contenuti professionali rispetto a quelli amatoriali, affermandosi come una piattaforma di distribuzione gratuita, per tutti e di successo.
Anche per questo negli anni Minerva ha molto aumentato la propria offerta. Tra i suoi canali ce ne sono alcuni che offrono i film del catalogo in inglese, francese, giapponese, portoghese, spagnolo e russo, e altri tematici dedicati solo ai western e ai peplum, solo ai film d’azione o solo a quelli con mostri. Da diversi anni poi oltre al suo catalogo di film storici, ha cominciato anche ad acquistare film nuovi per metterli solo su YouTube. Si tratta di produzioni a costi molto bassi e in mezzo ci sono anche alcuni film della Asylum (quelli di Sharknado).
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Come disse Gianluca Curti qualche anno fa quindi YouTube è una piattaforma in cui «film invenduti da almeno dieci anni in tutti i canali tradizionali hanno dimostrato volumi di crescita sorprendenti e accumulato milioni di visualizzazioni in Italia come in Germania, in Sudamerica ma pure in India e in Medio Oriente».
Nel 2017 poi Minerva ha anche aperto una propria piattaforma, chiamata The Film Club, esterna a YouTube, in cui mostrare a pagamento un’altra parte del proprio catalogo di film rari e di nicchia. Nel 2023 The Film Club è entrato a far parte dell’offerta di Prime Video, come canale aggiuntivo a pagamento. I film più grandi e nuovi, invece, si trovano a noleggio online o su Netflix non diversamente da tutti gli altri film.
L’obiettivo dichiarato da Minerva adesso è di fare un passo in avanti e non solo sfruttare film di catalogo o stranieri comprati apposta per YouTube, ma direttamente produrre alcuni film per la piattaforma. Certo, sempre a budget molto contenuti.



