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  • Lunedì 29 dicembre 2025

La Cina ha circondato di nuovo Taiwan

In un'esercitazione militare che simula un possibile attacco all'isola: potrebbe essere una risposta ad alcune azioni recenti di Giappone e Stati Uniti

Le zone di mare attorno a Taiwan dove la Cina ha iniziato la sua esercitazione militare
Le zone di mare attorno a Taiwan dove la Cina ha iniziato la sua esercitazione militare (Andre M. Chang/ZUMA Press Wire)
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Le forze armate cinesi hanno cominciato lunedì una nuova esercitazione militare attorno a Taiwan, un’isola che si governa autonomamente e in modo democratico, ma che la Cina rivendica come propria. L’esercitazione si chiama “Missione giustizia 2025” e come nei casi precedenti prevede che le forze cinesi si piazzino in alcuni punti intorno all’isola, per circondarla. Le esercitazioni di questo tipo sono simulazioni di una possibile attività di guerra, e secondo le analisi militari questo è il modo in cui la Cina potrebbe attaccare davvero Taiwan: circondandola con un blocco navale e aereo, in modo da strangolare la sua economia e impedire soccorsi dall’esterno.

Quelle in corso sono le prime esercitazioni di questo tipo da aprile e dureranno almeno fino a martedì, quando i mezzi cinesi dovrebbero cominciare a usare vere munizioni.

Avvengono dopo due importanti eventi esterni. Il primo è una grave disputa diplomatica tra Cina e Giappone cominciata a novembre, quando la prima ministra giapponese Sanae Takaichi aveva detto che se la Cina dovesse invadere Taiwan il Giappone potrebbe considerare l’attacco come una «minaccia esistenziale», e rispondere militarmente. Il secondo evento esterno è l’annuncio di una grossa vendita di armi degli Stati Uniti a Taiwan, per un totale di 11,1 miliardi di dollari, che la Cina ha condannato come una minaccia alla propria sovranità.

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Secondo un comunicato del Comando orientale dell’esercito cinese, che sovrintende alle operazioni su Taiwan, le esercitazioni sono «un severo monito contro le forze separatiste per “l’indipendenza di Taiwan”, e un’azione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità e l’unità nazionale della Cina». Questo linguaggio è abbastanza comune nei comunicati sulle esercitazioni cinesi attorno a Taiwan. Per la prima volta però il comunicato parla anche di «deterrenza esterna»: significa che uno degli obiettivi della simulazione è impedire che potenziali alleati di Taiwan, come appunto gli Stati Uniti o il Giappone, intervengano per difendere l’isola in caso di guerra vera.

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“Missione giustizia 2025” però potrebbe essere stata indetta non soltanto come risposta a Stati Uniti e Giappone, ma anche per ragioni interne. Dopo una serie di epurazioni e scandali di corruzione nell’esercito, pochi giorni fa il presidente cinese Xi Jinping ha nominato un nuovo comandante del Comando orientale: questo potrebbe essere il suo primo test.

Come durante le precedenti esercitazioni contro Taiwan, la Cina sta diffondendo parecchia propaganda sui social media per presentare l’operazione agli abitanti e dare un’idea esagerata della potenza del suo esercito. In un video diffuso dal China Daily, un quotidiano statale in lingua inglese, si vedono tra le altre cose dei fantascientifici soldati robot che marciano tra le rovine di una città taiwanese.

Il governo di Taiwan ha reagito all’esercitazione mettendo in allerta i propri sistemi di difesa. Come nei casi precedenti, Taiwan non dovrebbe rispondere direttamente alle azioni dei mezzi cinesi, per evitare che uno scontro diretto porti a uno scontro maggiore, ma dovrebbe limitarsi a sorvegliare la situazione e proteggere le proprie infrastrutture.