Gli Stati Uniti hanno bombardato l’ISIS in Nigeria
Trump ha accusato il gruppo di attaccare le comunità cristiane e l'attacco è stato coordinato con il governo nigeriano

Nella notte fra giovedì e venerdì gli Stati Uniti hanno compiuto un bombardamento aereo contro lo Stato Islamico (o ISIS) nel nord-ovest della Nigeria. Da settimane il presidente degli Stati Uniti Donald Trump stava accusando il gruppo di attaccare le comunità cristiane del paese, e il mese scorso aveva ordinato al dipartimento della Difesa di prepararsi a intervenire militarmente in Nigeria con l’obiettivo esplicito di proteggerne la popolazione cristiana (a settembre l’amministrazione aveva cambiato il nome del dipartimento in dipartimento della Guerra).
L’attacco è stato compiuto in accordo con il governo nigeriano, che però ha cercato di smorzare la dimensione religiosa dell’attacco (avvenuto tra l’altro nella notte di Natale). Nelle sue dichiarazioni ufficiali ha parlato più genericamente di un’operazione contro un gruppo terrorista che attacca la popolazione civile, e che «non ha niente a che fare con una specifica religione».
Non ci sono molte informazioni sulle conseguenze dell’attacco: l’esercito statunitense ha soltanto detto di avere ucciso «diversi» terroristi.
In Nigeria sono presenti diversi gruppi terroristici fra cui soprattutto Boko Haram, islamista e attivo principalmente nel nord-est del paese, che è stato responsabile di diversi attacchi e attentati nel corso degli anni. Negli ultimi mesi però ha riguadagnato potere anche lo Stato Islamico della provincia dell’Africa occidentale (ISWAP), legato al più ampio gruppo dello Stato Islamico. Dopo un periodo di declino, ha compiuto più attentati di tutti gli altri gruppi affiliati allo Stato Islamico: ha rivendicato 161 operazioni, causando 407 morti.
A novembre l’ISWAP aveva risposto alle minacce di Trump con un editoriale sul bollettino settimanale dello Stato Islamico, al Naba, in cui lo descriveva come un «tiranno americano sconsiderato» influenzato dagli ebrei e dai cristiani evangelici della sua amministrazione che lo spingono a salvare la popolazione cristiana nel mondo. Il testo definiva anche Trump e i suoi alleati dei «crociati americani» e sosteneva che presto l’amministrazione statunitense avrebbe attaccato anche la Repubblica Democratica del Congo e il Mozambico, dove la popolazione cristiana viene uccisa più che in Nigeria. Il gruppo definiva questa possibilità un successo per lo Stato Islamico.
Non è chiaro perché Trump abbia deciso di compiere questo attacco ora. L’idea che sia in corso una persecuzione religiosa e un genocidio della popolazione cristiana in Nigeria è molto presente all’interno di alcuni ambienti di destra religiosa statunitense (sebbene Trump non abbia fatto esplicitamente riferimento a queste teorie nel suo messaggio).
La popolazione della Nigeria è composta al 53 per cento da musulmani e al 43 per cento da cristiani; gli attacchi contro i civili, che sono frequenti e brutali, non si concentrano particolarmente sulle comunità cristiane in quanto tali, ma colpiscono anche quelle musulmane, spesso considerate non sufficientemente radicali.



