I meme di estrema destra sono sempre meno una nicchia
I contenuti occultisti sul mito di Agartha, che nei giri neonazisti circolavano da anni, sono finiti ovunque dopo la morte di Charlie Kirk

Quando, nel 2015, l’allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump pubblicò un meme con Pepe the Frog, pochi presero sul serio il fatto che il fumetto di una rana antropomorfa potesse essere utilizzato per veicolare temi cari al suprematismo bianco. Da mesi i social network si stavano riempiendo di questa rana vestita da nazista, o con i baffi di Adolf Hitler, o incapucciata come un membro del Ku Klux Klan, ma chi faceva notare che fosse diventato un simbolo d’odio in alcuni contesti correva il rischio di passare per paranoico, perché «erano soltanto meme».
Le persone che ridevano dei meme di Pepe the Frog e li condividevano non erano necessariamente state radicalizzate, ma contribuivano comunque a far circolare simboli della destra e a normalizzarli. Da allora la stessa cosa è successa con altri riferimenti culturali e sta succedendo di nuovo, in queste settimane, con degli assurdi meme che circolavano da tempo all’interno di nicchie di neonazisti e neofascisti online, e che ora appaiono regolarmente nei feed di persone qualsiasi, per via di Charlie Kirk.
Da quando è stato assassinato, a settembre, il famoso attivista della destra statunitense Charlie Kirk è infatti diventato soggetto di tantissimi meme. Quelli più famosi prevedono che situazioni di qualsiasi tipo vengano “kirkificate”: in pratica, la faccia di Kirk viene sovrapposta a quella dei personaggi più disparati, da Anna Frank a Caparezza.
Tra i meme in cui è stato inserito Kirk ci sono anche quelli dedicati ad Agartha, una mitica metropoli perduta su cui neonazisti e neofascisti favoleggiano da decenni. Agartha è stata inventata nel 1873 dallo scrittore francese Louis Jacolliot in un periodo in cui molti intellettuali ipotizzarono l’esistenza di continenti scomparsi e città perdute abitate da civiltà avanzate. Jacolliot si inventò che alcuni amici bramini gli avessero rivelato dell’esistenza di Agartha: il libro, Les Fils de Dieu, ebbe grande successo e la storia circolò per decenni nei circoli occultisti europei, venendo progressivamente ampliata.
Tra le altre cose, nacquero teorie complottiste secondo cui le missioni naziste in zone remote servissero a localizzare questa metropoli perduta. Anche dopo la Seconda guerra mondiale, intellettuali di estrema destra continuarono a parlare di Agartha – e di altri “continenti scomparsi” come Hyperborea – come “patrie spirituali” a cui gli appartenenti a una presunta razza ariana superiore si sarebbero dovuti ricongiungere. Queste narrazioni hanno continuato a circolare nei circoli di estrema destra da allora, e online sono molto presenti in questa nicchia almeno dal 2023.
Finora, però, i riferimenti all’occultismo neonazista erano rimasti, appunto, nella nicchia. Secondo Ryan Broderick, tra i più importanti esperti di sottoculture digitali, i meme su Agartha sono usciti dalla nicchia quando gli utenti che generano questi contenuti hanno cominciato a inserire sistematicamente il personaggio di Charlie Kirk al loro interno e gli algoritmi dei social hanno cominciato a proporli a persone che si erano mostrate interessate ad altri meme su di lui.
Si tratta di video del tutto assurdi, e che a molti fanno ridere proprio per questa assurdità. Molto spesso cominciano con la scena di una celebrità non bianca – LeBron James, il rapper Diddy, Barack Obama – che chiede di poter accedere ad Agartha. Una figura con gli occhi blu e lunghi capelli biondi risponde che prima deve bere uno specifico energy drink: una Monster White. Loro la bevono e vengono solitamente trasformati in una versione bionda e con gli occhi azzurri di Charlie Kirk. Poi vengono finalmente trasportati ad Agartha: seguono rapide immagini di cascate, tunnel sotterranei, città futuristiche, simboli esoterici, UFO.
Broderick ha raccolto testimonianze di persone che, dopo aver interagito con questi video, hanno cominciato a trovare nei propri feed di Instagram e TikTok anche video di estrema destra che in precedenza non facevano minimamente parte delle loro abitudini di consumo.
Oggi di video sul tema sono pieni i social network, anche se molti vengono regolarmente segnalati e rimossi. Su TikTok ci sono tuttora decine di migliaia di video con l’hashtag #agartha. Altre decine di migliaia hanno il tag #vril, riferimento a un altro mito cooptato dagli occultisti di estrema destra.
Da ottobre, in almeno trentadue università in giro per il mondo sono state create pagine Instagram che fingono di rappresentare organizzazioni studentesche dedicate alla ricerca di Agartha. Spesso pubblicano contenuti antisemiti e sul suprematismo bianco. E a novembre a Giacarta, la capitale dell’Indonesia, un ragazzo di 17 anni ha fatto esplodere una bomba nella moschea di un liceo, ferendo 54 persone: aveva con sé una pistola giocattolo su cui aveva inciso, tra le altre cose, la scritta «Per Agartha».
– Leggi anche: Di certo sul presunto omicida di Charlie Kirk sappiamo solo che stava tantissimo online
Su questi meme Leonardo Bianchi, giornalista esperto di estreme destre e autore della newsletter Complotti!, dice che «non è detto che chi ne fruisce – e paradossalmente nemmeno chi li produce – sia politicizzato, già interessato, o creda veramente che i nazisti hanno trovato un mondo sotterraneo popolato da alieni ariani». In Italia, per esempio, i meme su Agartha fanno principalmente ironia sul meme stesso e sulla fascinazione dell’estrema destra per l’esoterismo e l’occultismo.
Al contempo però tra i video ironici ce ne sono alcuni che lo sono decisamente meno. Capita che utenti di estrema destra riempiano i contenuti di “dog whistle”, cioè messaggi che sembrano innocui ma contengono un significato ideologico per chi li sa decodificare. È un metodo che permette di comunicare idee estremiste ed essere riconosciuti da altre persone che la pensano allo stesso modo evitando di essere identificati e censurati.
Nel caso di Agartha, un utente qualsiasi può vedere un video e trovarlo semplicemente assurdo. Nella sezione commenti, però, talvolta si trovano riferimenti al fatto che le civiltà perdute che abitavano queste città erano superiori a quelle moderne, o critiche alla degenerazione del mondo contemporaneo. Gli abitanti di Agartha, secondo il mito, erano “ariani” che avevano preservato “la purezza della razza” grazie all’isolamento. Il messaggio è che i bianchi siano superiori e che le società contemporanee non siano avanzate perché hanno accettato la mescolanza delle razze, il femminismo, la democrazia. Se qualcuno obietta, è facile ribattere che si sta solo scherzando.
«Per capire davvero questi meme bisogna avere una conoscenza piuttosto estesa di un certo tipo di cultura di Internet e del suo linguaggio», dice Bianchi. Tantissimi utenti, spesso molto giovani, creano meme con elementi di estrema destra non per sincere convinzioni politiche, ma per mostrare che conoscono bene anche i riferimenti più sotterranei delle sottoculture digitali che frequentano, e per ridere di chi invece guarda gli stessi contenuti e non li capisce.
Simone Fontana, giornalista di Facta che studia le sottoculture estremiste online da un decennio, spiega però che «esiste anche tutta una frangia di ideologi che strumentalizzano l’attenzione verso questi contenuti per fare proselitismo. E per un utilizzatore medio del web è davvero difficile distinguere tra odio e ironia».
Questo non vuol dire, comunque, che una radicalizzazione non avvenga mai. «Quando esponi contenuti così specialistici e difficili da decifrare a una platea ampia, c’è una minoranza che non capisce di assistere a una battuta. Pensano di essere esposti alla teoria stessa, se ne interessano, ci credono genuinamente», dice Fontana.
A questo si aggiunge un secondo fenomeno, a cui possono essere ascritti l’attentatore di Giacarta e molti giovani attentatori degli ultimi anni, da Christchurch a Buffalo. Molto spesso chi produce questi meme fa parte di micro-comunità online i cui membri condividono la capacità di decodificare questi meme. «Certe volte, però, queste comunità diventano una parte talmente centrale della tua vita che i temi su cui facevi battute – xenofobia, misoginia, antisemitismo – diventano delle parti autentiche del tuo sistema valoriale», dice Fontana.
Nel lungo periodo, ha scritto di recente, l’esposizione a questi meme «può portare a un’abitudine ai contenuti estremisti, seguita dalla normalizzazione delle affermazioni radicali».



