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  • Martedì 23 dicembre 2025

L’Ucraina ha qualcosa che l’Occidente vuole

Le conoscenze sui droni militari, che in quasi quattro anni di guerra sono diventati tra i migliori in circolazione

Un militare ucraino lancia un drone da ricognizione sul fronte di Donetsk, in Ucraina, 6 settembre 2025 (AP Photo/Vasilisa Stepanenko)
Un militare ucraino lancia un drone da ricognizione sul fronte di Donetsk, in Ucraina, 6 settembre 2025 (AP Photo/Vasilisa Stepanenko)
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In quasi quattro anni di guerra contro la Russia, l’Ucraina ha accumulato competenze, esperienza e capacità produttive eccellenti nella realizzazione di droni militari. Allo stesso tempo molti paesi europei stanno faticando a riarmarsi per tutelarsi da possibili attacchi russi, e guardano con interesse alla possibilità di investire ed eventualmente acquistare droni ucraini.

I droni sono veicoli aerei senza equipaggio, quasi sempre telecomandati, che possono essere usati per scopi di ricognizione, attacco, o per abbattere altri droni. Quelli ucraini sono diversi dagli altri perché sono testati direttamente al fronte: gli ingegneri che lavorano per le società ucraine possono modificare molto più velocemente i propri prototipi seguendo le indicazioni di migliaia di dronisti sparsi lungo il fronte, che usano queste armi tutti i giorni. La continua comunicazione è un vantaggio importante, che permette di creare droni efficaci e in costante miglioramento.

Inoltre l’Ucraina ne produce in quantità e varietà considerevolmente maggiori rispetto ai paesi occidentali, e a un costo inferiore. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che nel 2024 l’Ucraina ha prodotto 2,2 milioni di droni: è più di qualsiasi altro paese della NATO, ma anche di più di quanto il governo ucraino stesso possa comprare dalle proprie aziende. Secondo il ministro degli Esteri Andrii Sybiha, con fondi sufficienti l’Ucraina potrebbe aumentare la produzione fino a 20 milioni di droni l’anno, con i quali potrebbe rifornire gli eserciti occidentali e finanziare la difesa. «La moderna guerra agli armamenti non è per il nucleare, ma per milioni di droni a basso costo», ha detto. Di droni ne servono moltissimi perché la maggior parte esplode contro l’obiettivo, viene abbattuto o perso in territorio nemico.

Dall’inizio della guerra però il governo ucraino vieta l’esportazione di armi all’estero, sia per evitare che il proprio esercito ne resti sfornito, sia per non far pensare ai propri alleati di essere più interessato ai guadagni che alle proprie capacità di difesa. Da mesi le società ucraine che producono armi chiedono di alleggerire le restrizioni, almeno per le tipologie di armi disponibili in abbondanza. A settembre Zelensky ha detto per la prima volta di avere intenzione di farlo.

– Leggi anche: La più letale e avanzata azienda di armi dell’Ucraina

Intanto negli ultimi mesi la Russia ha aumentato la pressione sui governi europei, con attacchi e sconfinamenti che hanno dimostrato in larga parte l’inefficacia dei loro sistemi di difesa. Per fare un esempio, dei 19 droni russi avvistati a settembre nello spazio aereo polacco, ne sono stati abbattuti soltanto 4, e a un costo molto elevato. Se la Russia lanciasse un attacco con droni su larga scala, nessun paese dell’Unione Europea avrebbe le difese adeguate per reagire. Al contrario l’Ucraina abbatte quotidianamente centinaia di droni russi, in modo molto più conveniente anche dal punto di vista economico.

Dopo gli sconfinamenti russi, in Europa si è cominciato a parlare della possibilità di creare un cosiddetto “muro” contro i droni, fatto di radar, sensori acustici e dispositivi per confondere il sistema di guida dei droni nemici, intercettarli e abbatterli. Per ora il piano è abbastanza fumoso, ma se dovesse essere realizzato è probabile che l’Unione Europea chieda aiuto all’Ucraina: la Commissione Europea ha già detto che intende inviare fondi per aumentare ulteriormente la capacità produttiva del paese, con l’idea che anche l’Unione Europea possa beneficiare di queste tecnologie.

Forze di sicurezza polacche sul luogo in cui è caduto un drone russo, Lublino, 11 settembre 2025 (AP Photo/Czarek Sokolowski)”

Nei mesi scorsi diversi paesi avevano già avviato delle collaborazioni in questo senso. Per esempio a giugno la Danimarca aveva stanziato l’equivalente di circa 67 milioni di euro per incentivare l’apertura sul proprio territorio di aziende ucraine di armi: la prima, Fire Point, ha avviato da poco la produzione (di Fire Point, l’azienda di armi più avanzata dell’Ucraina, abbiamo parlato qui). A ottobre anche il Regno Unito ha comunicato di aver avviato un programma per la produzione congiunta di 2mila droni al mese: il ministro della Difesa Luke Pollard ha detto che per il momento saranno destinati all’esercito ucraino, ma la produzione avverrà nel Regno Unito. L’Ucraina ha un interesse a spostare la produzione all’estero, perché le fabbriche che producono armi sono bersaglio di attacchi russi.

Gli Stati Uniti hanno avviato negoziati simili. Di recente l’esercito statunitense ha detto di voler aumentare notevolmente l’acquisto di droni nei prossimi anni, passando dagli attuali 50mila ad almeno mezzo milione all’anno. È un numero molto superiore all’attuale capacità produttiva statunitense, che è intorno ai 100mila l’anno. Per farlo dovranno quindi necessariamente rivolgersi all’estero, e l’Ucraina è il paese con l’offerta più all’avanguardia.

Bloomberg ha scritto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe parlato con Donald Trump della possibilità di fabbricare droni ucraini negli Stati Uniti, durante il loro incontro alla Casa Bianca di metà ottobre. Circa un mese dopo il segretario dell’esercito statunitense Dan Driscoll e il capo di Stato maggiore Randy George sono stati in Ucraina per parlare di un possibile scambio di tecnologie militari. Un’opzione potrebbe essere avviare una collaborazione tra aziende ucraine e statunitensi, per cui le prime cedono alle seconde prototipi e tecnologie in cambio del pagamento dei diritti di utilizzo.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla coi giornalisti dopo l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca, 17 ottobre 2025 (AP Photo/Manuel Balce Ceneta)

Si sono mossi anche i privati. Dall’inizio della guerra sono nati fondi di investimento specializzati nelle tecnologie dual use prodotte in Ucraina, e diverse aziende europee e statunitensi hanno investito in società ucraine. Per esempio la compagnia tedesca Quantum Systems ha avviato una collaborazione con la società ucraina Frontline Robotics per produrre droni in Germania e inviarli in Ucraina. Il governo ucraino ha anche fatto sapere di aver ricevuto un investimento da oltre 100 milioni di dollari nel proprio settore della difesa da parte di quattro aziende europee e statunitensi. Investire in aziende che producono in Ucraina, invece che spostare la produzione, è conveniente per i paesi occidentali perché i costi sono nettamente inferiori.

– Leggi anche: Cos’è e come è fatto un drone