Il film di Rob Reiner sul rapporto complicato con il figlio Nick

Si intitola “Being Charlie” e lo aveva scritto proprio Nick Reiner, che lunedì è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso i genitori

Una scena di Being Charlie (IMDb)
Una scena di Being Charlie (IMDb)
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La persona arrestata con l’accusa di essere coinvolta nell’omicidio del noto regista Rob Reiner, trovato morto assieme alla moglie Michele Singer nella casa in cui abitavano a Los Angeles, è Nick Reiner, il figlio 32enne della coppia. Al momento non sono noti altri dettagli sulle accuse, e non si sa nemmeno quali possano essere state le sue eventuali motivazioni.

Fin dall’adolescenza Nick Reiner aveva avuto problemi di droga, che aveva affrontato tra varie vicissitudini assieme alla famiglia. Nel 2015 infatti le aveva raccontate pubblicamente in una sceneggiatura scritta mentre era in un centro per il recupero dalle dipendenze, poi trasformata in un film diretto proprio dal padre Rob: Being Charlie. Il film fu accolto con scarso interesse sia dal pubblico che dalla critica e passò perlopiù inosservato. Anche perché Rob Reiner da tempo faceva film piccoli e non paragonabili per considerazione e successo a quelli che lo resero famoso, come Harry, ti presento Sally…Stand by Me, Misery non deve morire o Codice d’onore.

Il protagonista di Being Charlie è Charlie Mills, un ragazzo di 18 anni con problemi di dipendenze da droghe che fa dentro e fuori da centri di recupero. Dopo essere uscito da una clinica in una zona rurale dello Utah torna a Los Angeles, la sua città, per poi finire  in un altro centro.

Charlie è interpretato da Nick Robinson, la madre Liseanne da Susan Misner e il padre David, un attore che si è candidato come governatore della California, da Cary Elwes, conosciuto tra le altre cose per Robin Hood – Un uomo in calzamaglia di Mel Brooks e La storia fantastica, un altro dei film più famosi di Reiner. Il film racconta quello che succede nel centro tra incontri di gruppo, progressi e ricadute, e cerca anche di dare l’idea dell’intera esperienza dalla prospettiva dei genitori.

Secondo i Reiner il film racconta una storia molto simile a quella che affrontarono loro: anche perché fu lo stesso Nick a scriverla. Gli diede una mano anche Matt Elisofon, un amico conosciuto in uno dei centri che aveva frequentato. Secondo Rob Reiner trasformare la storia in un film era stato terapeutico sia per il figlio che per la famiglia.

Parlando di Being Charlie durante la sua promozione, Rob Reiner raccontò che girare il film lo portò a capire il figlio molto meglio e forse anche a essere un padre migliore. In altre interviste invece Nick Reiner disse che a volte si era sentito sopraffatto dalla produzione del film, ma che alla fine osservare il lavoro del padre come regista e collaborare con lui glielo fece sentire più vicino.

Oggi lo Hollywood Reporter nota che il film include diverse scene che alla luce della morte di Rob Reiner possono risultare particolarmente cupe visto com’è andata a finire. Tra le altre ce n’è una con una battuta che sostanzialmente è ripresa dalle loro vite: il padre David si scusa con il figlio Charlie per il modo in cui gli ha fatto pressioni per rimettersi in sesto, ma gli dice che è disposto a farsi odiare, purché lui rimanga vivo.

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