• Mondo
  • Giovedì 11 dicembre 2025

Cosa sappiamo sulla petroliera sequestrata dagli Stati Uniti al largo del Venezuela

Era sottoposta a sanzioni dal 2022, ed è l'ennesima mossa ostile contro il regime di Maduro

Un fotogramma del video condiviso dalla Procuratrice Generale degli Stati Uniti Pam Bondi, che mostra alcuni militari statunitensi a bordo della petroliera sequestrata il 10 dicembre 2025
Un fotogramma del video condiviso dalla procuratrice generale degli Stati Uniti Pam Bondi, che mostra alcuni militari statunitensi a bordo della petroliera sequestrata il 10 dicembre 2025 (X/AP/Ufficio del Procuratore Generale degli Stati Uniti)
Caricamento player

Mercoledì gli Stati Uniti hanno sequestrato una petroliera al largo della costa del Venezuela. Non ci sono molte informazioni: annunciando il sequestro, il presidente Donald Trump ha detto solo che si tratta di una petroliera «molto grande». Ha spiegato che la nave è stata sequestrata «per un’ottima ragione» e ha aggiunto che «stanno succedendo altre cose» tra Venezuela e Stati Uniti, senza specificare.

È raro che gli Stati Uniti sequestrino navi commerciali di altri paesi: da mesi gli Stati Uniti fanno pressioni per rovesciare il regime del presidente venezuelano Nicolás Maduro, e l’operazione va intesa come l’ennesima mossa ostile in questo senso.

La petroliera oggi è nota come Skipper, ma in passato si chiamava Adisa. Dal 2022 era soggetta a sanzioni da parte degli Stati Uniti perché ritenuta coinvolta nel traffico di petrolio iraniano. Mercoledì sera la procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, ha diffuso sui social un video dell’operazione: si vedono diversi militari statunitensi calarsi a bordo della petroliera da alcuni elicotteri, apparentemente senza scontri con l’equipaggio.

Alcuni funzionari statunitensi rimasti anonimi hanno detto al New York Times che al momento del sequestro la nave stava trasportando petrolio della compagnia di stato venezuelana, Petróleos de Venezuela; che stava usando la bandiera di un altro paese sudamericano, dove però non era registrata; e che la sua destinazione finale era in Asia.

Secondo i dati di compagnie specializzate nel monitoraggio delle navi, citati da Bloomberg, nel 2025 la Skipper aveva compiuto due viaggi trasportando petrolio iraniano verso la Cina, e a dicembre aveva imbarcato quello venezuelano. Un funzionario ha detto che la petroliera è stata sequestrata a causa del suo coinvolgimento nel traffico di petrolio iraniano, e non per presunti legami con il governo di Maduro. Non è chiaro se il mandato di sequestro riguardi la nave, il petrolio, o entrambi.

Gli Stati Uniti per ora non hanno dato informazioni su cosa intendono fare della nave né del petrolio che trasportava. Trump ha suggerito che molto probabilmente se lo terranno. Non è chiaro nemmeno cosa succederà all’equipaggio della nave e come stia ora. I funzionari intervistati dal New York Times hanno spiegato che si aspettano che nelle prossime settimane ci siano altri sequestri come questo, come parte della strategia degli Stati Uniti per fare pressione sul regime di Maduro.

L’economia del Venezuela è molto dipendente dalle esportazioni petrolifere, e azioni come quella di mercoledì possono danneggiarla parecchio. Gli Stati Uniti sanzionano le esportazioni della Petróleos de Venezuela dal 2019, e oggi la grande maggioranza di queste sono dirette in Cina. Il governo del Venezuela ha detto che il sequestro è stato un’azione «di pirateria».

Maduro a Caracas il 12 ottobre 2025 (AP/Ariana Cubillos)

– Leggi anche: Come e perché gli Stati Uniti stanno provando a rovesciare Maduro

Da mesi gli Stati Uniti stanno portando avanti operazioni contro il regime di Maduro: tra le altre cose hanno ammassato navi e mezzi militari al largo delle coste del paese e hanno bombardato in molte occasioni le barche di presunti narcotrafficanti, uccidendo più di 80 persone. Sostengono inoltre che Maduro sia a capo di un’organizzazione di narcotrafficanti chiamata Cártel de los Soles, sulla cui esistenza ci sono molti dubbi.

L’ordine di sequestrare la nave è stato diffuso mentre la leader dell’opposizione venezuelana, María Corina Machado, si trovava a Oslo, in Norvegia, per ritirare il premio Nobel per la Pace che le era stato conferito a ottobre. Nella notte tra mercoledì e giovedì Machado ha fatto la sua prima apparizione pubblica dallo scorso 9 gennaio, quando aveva partecipato a una manifestazione contro Maduro a Caracas, la capitale del Venezuela.