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  • Mercoledì 10 dicembre 2025

Un manager di Taiwan ha cambiato lavoro, poi sono iniziati i problemi

Wei-Jen Lo è passato da TSMC a Intel, due aziende rivali nel settore dei chip: il suo paese teme possa rivelare segreti industriali agli Stati Uniti

Due persone passano davanti alla sede di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) a Hsinchu, Taiwan, 18 aprile 2025 (Annabelle Chih/Getty Images)
Due persone passano davanti alla sede di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) a Hsinchu, Taiwan, 18 aprile 2025 (Annabelle Chih/Getty Images)
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A Taiwan il passaggio di un importante dirigente della TSMC, la compagnia leader mondiale nella produzione di chip, alla rivale statunitense Intel è finito al centro di un’indagine per minaccia alla sicurezza nazionale. I procuratori ritengono che il dirigente, Wei-Jen Lo, potrebbe rivelare segreti industriali e mettere così in pericolo il paese.

Lo è un ingegnere, ha 75 anni e ha lavorato in TSMC per 21 anni: si era dimesso lo scorso luglio. L’indagine aperta nei mesi successivi dai procuratori taiwanesi ha portato alla perquisizione di alcune sue case e al sequestro di pc e chiavette USB. A Lo sono stati anche sequestrati beni immobiliari e alcune azioni. Allo stesso tempo TSMC gli ha fatto causa, temendo che possa dare a Intel informazioni che potrebbero minare il primato di TSMC e favorire la crescita della rivale. Quest’ultima ha detto che le accuse sono false e che il passaggio di Lo è del tutto normale.

Taiwan considera la sua supremazia nel settore dei chip uno strumento fondamentale per garantirsi il sostegno dei paesi occidentali – che dipendono molto dai suoi chip – e difendersi da un possibile attacco da parte della Cina, che rivendica l’isola di Taiwan come parte del proprio territorio.

I chip prodotti a Taiwan sono presenti in moltissimi dispositivi elettronici usati quotidianamente, come gli smartphone, le televisioni e le auto. Tra i clienti di TSMC ci sono aziende globali molto importanti, tra cui Apple e Nvidia. La pandemia e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina hanno reso ancora più evidente la dipendenza mondiale dal settore dei chip taiwanese.

Un motociclista passa davanti al logo di TSMC a Hsinchu, Taiwan, 18 aprile 2025 (Annabelle Chih/Getty Images)

Per questo i procuratori taiwanesi hanno cominciato a usare una norma del 2022 che permette di applicare le leggi sulla sicurezza nazionale anche ai segreti commerciali dei produttori di chip. L’hanno usata per la prima volta a inizio dicembre, quando hanno incriminato la divisione taiwanese di Tokyo Electron, un’azienda giapponese fornitrice di TSMC. I procuratori hanno accusato l’azienda di non essere riuscita a impedire a un dipendente di rubare alcune informazioni su alcuni chip di TSMC.

Proprio per la particolarità del settore e la sua importanza a livello nazionale TSMC ha protocolli rigorosi per difendere i propri segreti industriali: per esempio usa dei sistemi per tenere traccia dei file che i dipendenti usano e stampano, e segue le richieste di brevetto presentate dai suoi ex dipendenti.

Lo aveva cominciato a lavorare a TSMC nel 2004, dopo aver lavorato per 18 anni a Intel. A TSMC ha seguito soprattutto i progetti di ricerca e sviluppo ed era arrivato a dirigerne la strategia di sviluppo tecnologico. In passato TSMC ha avviato e vinto cause legali contro il passaggio di suoi ex dirigenti a società rivali, come la cinese Semiconductor Manufacturing International Corporation e la sudcoreana Samsung.

La cosa che rende ancora più particolare questa causa però è il rapporto tra TSMC e Intel: le aziende, oltre a essere rivali, hanno forti legami commerciali perché TSMC produce da anni chip su richiesta di Intel. Ora però Intel, dopo un lungo periodo di crisi, ha avviato un processo per ridurre la dipendenza da TSMC e produrre i chip internamente, facilitato da un irrituale investimento di 8,9 miliardi di dollari (circa 7,7 miliardi di euro) da parte dell’amministrazione statunitense di Donald Trump, che ha così ottenuto il 10 per cento dell’azienda (ma nessun potere direttivo).