María Corina Machado ha lasciato il Venezuela
La leader dell’opposizione ha detto che sta andando a Oslo per ritirare il Nobel per la Pace, anche se la cerimonia c'è già stata

Mercoledì la vincitrice del Premio Nobel per la Pace, María Corina Machado, ha detto di aver lasciato il Venezuela per andare a Oslo, dove avrebbe dovuto ritirare il premio di persona. Non ha fatto però in tempo a partecipare alla cerimonia, e al suo posto c’era la figlia Ana Corina Sosa.
L’Istituto del Nobel norvegese ha diffuso una conversazione telefonica avuta con Machado (non si sa quando) in cui lei dice: «Di persona vi racconterò cosa abbiamo dovuto passare e quante persone hanno rischiato la vita affinché io arrivassi a Oslo». Non è chiaro se Machado sia già nella capitale norvegese, dove è previsto che giovedì incontri il primo ministro, Jonas Gahr Støre, e dopo faccia una conferenza stampa.
Non è chiaro nemmeno come abbia lasciato il Venezuela. Secondo quanto riferito al Wall Street Journal da fonti governative statunitensi rimaste anonime, Machado sarebbe andata in barca sull’isola di Curaçao, che appartiene ai Paesi Bassi e dista circa 70 chilometri dalle coste venezuelane, e da lì poi sarebbe partita per la Norvegia. Questa versione non è stata confermata pubblicamente dallo staff di Machado né dall’Istituto del Nobel.
Nelle scorse ore erano circolate diverse notizie secondo cui Machado non sarebbe affatto andata a Oslo, ma le cose sono cambiate e sono ancora piuttosto confuse.
Machado è la leader dell’opposizione al regime di Nicolás Maduro in Venezuela: non si sa dove sia e non si fa vedere in pubblico da quasi un anno. Inizialmente la sua partecipazione all’evento a Oslo era stata confermata, ma martedì una conferenza stampa a cui avrebbe dovuto partecipare era stata prima ritardata e poi annullata, mettendo in dubbio la sua presenza. Lo scorso ottobre Machado aveva detto di essere ancora in Venezuela e di esserci sempre rimasta, ma nascosta.
Presentarsi a Oslo aumenterebbe la sua visibilità e le darebbe la possibilità di attaccare Maduro in un contesto molto prestigioso. Allo stesso tempo però significherebbe molto probabilmente non poter più rientrare in Venezuela senza essere arrestata, ed essere quindi di fatto costretta all’esilio, con una conseguente perdita di influenza. Negli scorsi giorni comunque Machado aveva detto di avere intenzione di tornare nel paese dopo il suo viaggio a Oslo, e anche la figlia lo ha ribadito durante la cerimonia di mercoledì.

La figlia di Machado, Ana Corina Sosa, ritira il premio a nome di sua madre a Oslo, il 10 dicembre 2025 (Stian Lysberg Solum/NTB Scanpix via AP)
Machado è formalmente leader dell’opposizione venezuelana dal 2023, quando vinse le primarie dell’opposizione con oltre il 90 per cento dei voti, ma è una figura importante della politica del paese da decenni. Ha posizioni di centrodestra, con idee liberiste e conservatrici soprattutto in economia, e una contrarietà profonda al regime autoritario di Maduro. È stata vista in pubblico l’ultima volta il 9 gennaio del 2025 dopo essere stata brevemente arrestata durante una dura fase di repressione del dissenso messa in atto dal regime di Maduro dopo le elezioni presidenziali del 2024.
Secondo tutti i conteggi indipendenti, quelle elezioni erano state vinte dall’ex ambasciatore Edmundo González Urrutia, scelto da Machado (a cui il regime aveva vietato di presentarsi) come candidato della coalizione di opposizione Piattaforma Unitaria Democratica (PUD). Il regime di Maduro aveva però ugualmente dichiarato vittoria, falsificando i dati elettorali e cominciando una violenta repressione, che aveva anche portato González a fuggire in Spagna.
Mesi dopo, il comitato norvegese del Nobel per la Pace aveva detto di aver deciso di premiare Machado per «il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici per il popolo venezuelano e per la sua lotta per ottenere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia». La scelta di Machado era stata vista anche come quella che poteva risultare meno sgradita al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che puntava parecchio a ottenere il riconoscimento.
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Trump è in aperto scontro con Maduro e la sua amministrazione sta facendo molte pressioni, anche militari, per rovesciarlo. A partire da settembre gli Stati Uniti hanno bombardato varie barche al largo del Venezuela, sostenendo senza fornire prove che fossero usate dai narcotrafficanti per portare droghe illegali negli Stati Uniti. Hanno anche iniziato a concentrare nel mar dei Caraibi portaerei, navi da guerra, soldati e jet militari, minacciando di attaccare il Venezuela. Il governo statunitense ha inoltre designato Maduro come capo di un’organizzazione terroristica (il presunto gruppo di narcotrafficanti Cártel de los Soles) per poterlo sanzionare più duramente.
A fine novembre Trump ha anche detto di considerare lo spazio aereo sopra il Venezuela «completamente chiuso», e in effetti secondo i dati raccolti dal sito Flightradar24 al momento pochissimi aerei stanno sorvolando il paese. Non è chiaro come Machado abbia fatto a lasciare il paese in mancanza di aerei, e come ci sia riuscita senza che il regime di Maduro la facesse arrestare. Il governo peraltro aveva detto che se fosse uscita dal Venezuela sarebbe stata considerata una fuggitiva.
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