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  • Mercoledì 3 dicembre 2025

Dorothea Wierer non ha ancora finito

Ha vinto la prima gara della sua ultima stagione, che avrà il suo apice con le gare olimpiche nella Biathlon Arena di Anterselva

(Kevin Voigt/GettyImages)
(Kevin Voigt/GettyImages)
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Martedì 2 dicembre a Oestersund, in Svezia, Dorothea Wierer ha vinto la prima gara individuale di questa stagione di Coppa del Mondo di biathlon, lo sport che combina sci di fondo e tiro a segno. Wierer ha 35 anni ed è la migliore biatleta italiana di sempre. La sua prima vittoria in Coppa del Mondo era stata dieci anni fa, l’ultima prima di quella di martedì invece nel marzo del 2023: entrambe le volte a Oestersund. Ha vinto in rimonta, pur facendo al poligono un errore in più rispetto alle principali avversarie, e con 3 decimi di secondo sulla seconda.

Un ottimo inizio, per quella che sarà la sua ultima stagione da professionista, il cui culmine saranno le gare olimpiche a casa sua, nella Biathlon Arena di Anterselva, in provincia di Bolzano. Per l’Italia è anche la prima vittoria stagionale sulla neve in una prova di Coppa del Mondo di uno sport che assegnerà medaglie alle Olimpiadi invernali. Finora l’unica importante vittoria stagionale per l’Italia in una disciplina olimpica era stata quella di Pietro Sighel nel pattinaggio short track, quindi sul ghiaccio.

Wierer ha vinto nella 15 km individuale, in cui le atlete partono in momenti diversi (come nelle cronometro del ciclismo) e dove ognuna va al poligono quattro volte: due stando in piedi e due volte da sdraiata. Ogni volta si hanno cinque tiri, quindi 20 in tutto, e ogni errore comporta l’aggiunta di un minuto rispetto al tempo totale.

Wierer sugli sci a Oestersund, Svezia, il 2 dicembre (Kevin Voigt/GettyImages)

La gara individuale è la più classica del biathlon, la prima a diventare olimpica e quella sulla distanza più lunga. È particolarmente impegnativa perché non si ha un chiaro e costante riferimento di chi è davanti e di chi è dietro, e non si può nemmeno basare il proprio passo sugli sci su quello delle avversarie: ognuna fa gara a sé, senza poter fare troppi calcoli e senza sapere tempi e colpi delle avversarie partite dopo. Visto che la parte sugli sci dura in genere circa tre quarti d’ora, con le atlete migliori spesso distanziate di pochi secondi, ogni errore al poligono (e quindi ogni minuto di penalità) può fare una grandissima differenza. Come sempre nel biathlon è fondamentale bilanciare velocità sugli sci e precisione con la carabina.

A Oestersund, Wierer era partita male, con un errore al primo poligono e uno al secondo. In base ai tempi calcolati già tenendo conto delle penalità per gli errori, a metà gara era 27esima, parecchio indietro rispetto ad atlete che avevano fatto 10/10 nei primi due passaggi dalle piazzole di tiro, dove si sta a 50 metri da bersagli che nel caso dei tiri da terra sono grandi come una pallina da golf.

Wierer al poligono a Oestersund, Svezia, il 2 dicembre (Kevin Voigt/GettyImages)

Dopo il terzo poligono, superato senza errori, era tredicesima. Dopo il quarto – che come suo solito ha affrontato con grande rapidità, oltre che efficacia – era seconda. Nell’ultimo tratto sugli sci, anche grazie all’incitamento e alle informazioni che riceveva dai tecnici italiani a bordo pista, è riuscita ad arrivare al traguardo con un vantaggio di 3 decimi di secondo sulla finlandese Sonja Leinamo.

Leinamo ha 23 anni e ha completato la gara con un 19/20 al tiro, facendo un unico errore al terzo poligono. Vuol dire che ha avuto solo un minuto di penalità contro i due di Wierer, che quindi ha vinto grazie alla sua prestazione sugli sci: se non si contano le penalità ha fatto il quinto tempo su oltre 100 atlete in gara. Al terzo posto è arrivata la francese Camille Bened, prima per tre quarti di gara: anche lei ha fatto un solo errore, nel suo caso al quarto poligono. Nessuna delle atlete in gara ha fatto 20/20 al tiro.

«Se me lo avessero detto non ci avrei creduto», ha detto Wierer, intervistata da Fondo Italia: «Ormai mi avevano dato tutti per finita e onestamente anche io. A 35 anni non avrei pensato di farcela ancora».

Per Wierer è la diciassettesima vittoria in Coppa del Mondo, e arriva dopo due ottimi secondi posti dell’Italia nella staffetta mista e in quella femminile, sempre a Oestersund, ed entrambe le volte con Wierer nel quartetto. Oltre alla prestazione sugli sci e alla velocità al poligono (è importante fare centro, certo, ma fare 20/20 mettendoci troppo tempo non serve a niente), parte del merito va anche ai materiali preparati per lei dai tecnici italiani (ne sono prova anche i due argenti nelle staffette).

L’Italia sul podio di Oestersund, Svezia, 2 dicembre (Kevin Voigt/GettyImages)

La tappa di Coppa del Mondo di biathlon continua oggi, mercoledì, con l’individuale maschile (stesse regole, ma su una distanza di 20 chilometri) e proseguirà tra venerdì e domenica con le gare sprint (lunghe la metà di quelle individuali) e quelle a inseguimento (la cui partenza si basa sui distacchi delle gare sprint). Avendo vinto la prima gara individuale di questa stagione di Coppa del Mondo, nella prossima gara Wierer partirà indossando il pettorale giallo, che un po’ come succede nel ciclismo con la maglia gialla del Tour de France serve a indicare chi è primo nella classifica generale in quel momento. Non lo indossava dal 2020, quasi duemila giorni fa.

Wierer ha detto comunque che la vittoria del pettorale giallo a fine stagione (e quindi la vittoria in Coppa del Mondo, cosa che le riuscì nel 2019 e nel 2020), «non è l’obiettivo principale della stagione». L’obiettivo sono le Olimpiadi, le cui gare di biathlon saranno sulla pista di Anterselva: un luogo storico per il biathlon mondiale. Wierer, che è nata lì vicino, dalle ultime tre Olimpiadi è tornata sempre con un bronzo: nel 2014 e nel 2018 nella staffetta mista, nel 2022 nella sprint.

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