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  • Martedì 25 novembre 2025

La procura di Milano sta indagando Amazon per contrabbando

L'accusa è di aver utilizzato i propri poli logistici per far arrivare prodotti dalla Cina senza pagare IVA e dazi 

Uno stabilimento di Amazon in Germania (AP Photo/Jens Meyer)
Uno stabilimento di Amazon in Germania (AP Photo/Jens Meyer)
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La procura di Milano sta indagando su presunte attività di contrabbando di Amazon in Italia. Secondo la procura l’azienda avrebbe utilizzato due suoi centri logistici, uno a Bergamo e uno a Milano, per far arrivare in Italia merci provenienti dalla Cina senza pagare né i dazi doganali né l’IVA (l’imposta sulla vendita dei beni e servizi). Il contrabbando è un reato doganale (che riguarda cioè la violazione di norme che riguardano i confini) e si configura quando non si pagano le somme dovute allo Stato per l’importazione di merci dall’estero.

Lunedì, proprio nell’ambito di quest’indagine, la Guardia di Finanza ha perquisito sia lo stabilimento milanese di Amazon che quello bergamasco (a Cividate al Piano). Nel primo caso sono stati acquisiti documenti e materiali informatici utili all’inchiesta; nel secondo sono stati sequestrati circa 5mila prodotti di tutti i tipi: cover di smartphone, elettrodomestici, prodotti di cancelleria e giochi, tutti arrivati dalla Cina. Non si sa ancora il numero e le identità delle persone indagate.

L’indagine per contrabbando è scaturita da un’indagine precedente, sempre della procura di Milano e sempre contro Amazon per evasione fiscale per circa 1,2 miliardi di euro. Per questa indagine erano state effettuate varie perquisizioni e acquisizioni di documenti, e risultano indagati sia alcuni manager di Amazon che la società stessa.

Per quanto riguarda le accuse di contrabbando, la procura di Milano ritiene che Amazon abbia costruito un complesso meccanismo che avrebbe coinvolto non solo i propri canali di trasporto e i propri poli logistici in Italia, ma anche altre imprese della logistica: ci sono poche informazioni su quest’ultimo punto, ma l’ipotesi più citata è che siano state utilizzate come società di comodo, cioè società che non svolgono una vera e propria attività economica, ma che vengono utilizzate da un’altra società all’unico scopo di aggirare il sistema fiscale.

All’indagine della procura di Milano sta collaborando anche l’Agenzia delle Dogane, che è dipendente dal ministero dell’Economia e si occupa di regolamentare, vigilare e riscuotere denaro in vari settori, tra cui quello delle dogane. L’accusa è di aver violato sia norme nazionali che europee sulle importazioni di beni e le relative tasse da pagare.

Questa contro Amazon si inserisce in un contesto più ampio di altre inchieste, avviate negli ultimi anni dalla procura di Milano contro grandi aziende della logistica, tra cui proprio Amazon, ma anche DHLGLSFedEx. Le inchieste hanno riguardato generalmente accuse di evasione fiscale e sono state spesso condotte dal procuratore Paolo Storari: questa invece, così come quella per evasione fiscale da cui è scaturita, è condotta da Elio Ramondini.