• Italia
  • Lunedì 24 novembre 2025

Come sono andate le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia

In una regione ha vinto la destra e in due il centrosinistra, e qualche risultato inaspettato c'è stato

Antonio Decaro nel suo comitato elettorale a Bari il 24 novembre 2025 (ANSA/ Donato Fasano)
Antonio Decaro nel suo comitato elettorale a Bari il 24 novembre 2025 (ANSA/ Donato Fasano)
Caricamento player

Le elezioni regionali del 23 e 24 novembre sono andate come si pensava: in Veneto ha vinto la coalizione di destra con il leghista Alberto Stefani, in Campania e Puglia hanno vinto le coalizioni di centrosinistra, che hanno candidato rispettivamente Roberto Fico del Movimento 5 Stelle e Antonio Decaro del PD. Nonostante i risultati prevedibili, ci sono alcune questioni politiche interessanti da guardare.

I risultati del Veneto hanno riprodotto in modo piuttosto fedele quello che era stato previsto nei sondaggi: i dati più aggiornati danno la coalizione di destra con Stefani al 64 per cento e quella di centrosinistra, che ha candidato Giovanni Manildo, di poco sotto al 30 per cento. Gli altri candidati (Fabio Bui, Marco Rizzo e Riccardo Szumski) dovrebbero prendere, tutti insieme, più o meno il 6 per cento.

In Puglia Decaro ha preso per la coalizione di centrosinistra circa il 64 per cento, mentre il centrodestra, che ha candidato il civico Luigi Lobuono, ha preso circa 30 punti in meno. Gli altri due candidati, Sabino Mangano e Ada Donno, hanno preso pochissimo e non hanno superato la soglia di sbarramento per eleggere consiglieri.

In Campania l’avversario principale di Roberto Fico era Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri di Fratelli d’Italia. Era la regione in cui i sondaggi davano al candidato favorito il vantaggio meno netto, ma alla fine la coalizione di centrosinistra ha preso più di quanto si pensava e quella di destra molto meno. I dati più aggiornati danno il centrosinistra al 60 per cento e la destra al 35. Gli altri quattro candidati minori (Nicola Campanile, Stefano Bandecchi, Giuliano Granato e Carlo Arnese) sono dati a circa il 4 per cento: anche in questo caso è probabile che nessuna delle loro liste superi la soglia di sbarramento per avere esponenti in consiglio.

Ci sono alcuni risultati che più di altri sono degni di nota. In Veneto il primo partito è la Lega che ha preso circa il 36 per cento, un vantaggio abbastanza significativo su Fratelli d’Italia che si è fermato più o meno al 19 per cento. Non era scontato: la Lega è il partito che storicamente ha più consenso in Veneto, ma ultimamente Fratelli d’Italia aveva sempre fatto meglio. Alle europee del 2024, per esempio, aveva preso quasi il triplo della Lega. Il buon risultato di queste elezioni ha certamente a che fare con la candidatura come capolista della Lega in tutte le circoscrizioni del presidente uscente Luca Zaia, che ha moltissimo consenso nella regione (e sta già pensando a ricandidarsi).

In Campania invece la lista A Testa Alta, vicina al presidente uscente Vincenzo De Luca, ha preso più voti di quella di Fico. È un ottimo risultato per De Luca che, dopo che non è riuscito a ricandidarsi per un terzo mandato consecutivo, ha appoggiato Fico con poco entusiasmo, e solo dopo che il PD gli aveva promesso in cambio la nomina di suo figlio a segretario del partito in Campania.

Infine nessuno si aspettava un risultato così alto per la lista Resistere Veneto del candidato Riccardo Szumski, che ha preso più del 5 per cento e quindi entrerà in consiglio. Szumski, ex leghista 73enne, è stato radiato dall’Ordine dei medici perché durante la pandemia era contrario all’obbligo vaccinale e al green pass.