Chi compra Warner Bros.?
Uno dei più importanti studios di Hollywood è in vendita, con tutti i suoi preziosi marchi e franchise: ne uscirà una nuova potenza

Giovedì 20 novembre è l’ultimo giorno in cui può arrivare un’offerta per acquistare Warner Bros. Discovery, l’enorme conglomerato mediatico del quale fa parte anche lo studio cinematografico Warner Bros., una delle più grandi istituzioni del cinema americano. La vendita dello studio è una delle più grosse notizie dell’industria cinematografica di questi anni, a prescindere da chi lo comprerà, cosa che si saprà probabilmente intorno a Natale. Intanto si sa già che ha fatto le sue offerte Paramount, e che le uniche altre due società interessate ad acquistarlo che saranno prese davvero in considerazione sono Netflix e Comcast.
Warner Bros. è uno degli studi più importanti di Hollywood e uno dei meglio attrezzati per i cambiamenti del cinema americano, con il suo grande catalogo di proprietà intellettuali, saghe e marchi di cui ha i diritti di sfruttamento: Il Signore degli Anelli, Harry Potter, i fumetti DC da Batman a Superman, Godzilla e King Kong, Il trono di spade, Barbie e molti altri. Del gruppo Warner Bros. Discovery fanno poi parte anche altre case di produzione come la New Line, la piattaforma di streaming HBO Max, ma anche moltissimi canali via cavo a partire da HBO e Discovery Channel (e la sua piattaforma Discovery+), e poi CNN, Adult Swim, TBS, Eurosport e molti altri meno noti.
Warner Bros. ha cambiato due proprietari negli ultimi dieci anni e ha maturato debiti che non riesce a ripagare. I guai della società sono cominciati anni fa e si sono acuiti quando, per adeguarsi ai cambiamenti del mercato, si fece la sua piattaforma di streaming, HBO Max, inaugurata nel 2020 e a oggi la quarta per numero di abbonati nel mondo. Il costo per creare la tecnologia e poi lanciarla si sommò ad altri problemi contabili, producendo un debito di 55 miliardi di dollari (circa 48 miliardi di euro). Per migliorare la situazione nel 2022 fu nominato un nuovo CEO, David Zaslav, con il compito non ufficiale di ridurre e tagliare.
Zaslav licenziò un migliaio di lavoratori (e ora ha annunciato un’ulteriore riduzione del 10% dei dipendenti nei prossimi anni), interruppe la produzione di serie tv che non davano i risultati sperati e bloccò la produzione di molti film che non sembravano promettenti. Oggi il debito di Warner Bros. Discovery è di 32 miliardi di dollari (circa 28 miliardi di euro).
Sempre nel 2022 la proprietà passò dalla società di telecomunicazioni AT&T al gruppo televisivo Discovery. L’idea era, tra le altre cose, di fondere insieme la piattaforma Discovery+ e HBO Max. Ci fu anche un rebranding: le due furono rinominate solo Max. Non funzionò, e Max è tornata a chiamarsi HBO Max, nome con il quale arriverà in Italia nel 2026.
L’ultima idea per risanare i conti è stata quella di dividere le attività di Warner Bros. Discovery in due società distinte: una con tutta la parte che ha un futuro (gli studi cinematografici e la piattaforma di streaming) e un’altra con attività i cui profitti sono ancora molto rilevanti ma che hanno meno prospettive (i canali via cavo tra cui HBO). L’obiettivo sarebbe che la parte della società più ricca, quella dei canali, si addossi il debito e vada rimpicciolendosi nel tempo; e che l’altra, quella degli studi e della piattaforma, possa espandersi senza debiti. Questo progetto però potrebbe cambiare o venire fermato a seconda del tipo di offerte che arriveranno.
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Il primo a fare un’offerta per acquistare Warner Bros. Discovery, 58 miliardi di dollari per tutto il gruppo (50 miliardi di euro), è stato David Ellison, figlio di Larry Ellison, secondo uomo più ricco del mondo e capo di Oracle, una delle aziende tecnologiche più importanti del mondo. Per anni David Ellison è stato il proprietario di Skydance, una società di produzione cinematografica di buon successo, che la scorsa estate ha acquistato lo studio Paramount per 8 miliardi di dollari (circa 7 miliardi di euro).
La ragione per la quale il consiglio di amministrazione di Warner Bros. Discovery ha rifiutato tutte le tre offerte fatte da Paramount è il timore che una società storica di Hollywood finisca nelle mani di una famiglia che la userebbe per migliorare i propri affari nella tecnologia, come per esempio addestrare intelligenze artificiali disponendo liberamente di tutte le serie e i film dell’archivio della Warner. Il consiglio d’amministrazione di Warner Bros. Discovery ha molti interessi nell’industria del cinema e indebolire il settore li danneggerebbe.
Inoltre la parte di studio cinematografico Warner Bros. sta vedendo ora i risultati di un cambio di direzione nel settore della produzione, che ha portato a molti successi sia tra film grandi come Minecraft, Superman e F1, sia tra i più piccoli come Weapons e Sinners. E anche la sua parte televisiva, cioè HBO, è tornata a vincere parecchi premi Emmy. Questo aumenta il valore della società e rende meno conveniente vendere adesso, se non a una cifra molto superiore all’attuale valore.
Nonostante ci siano altri offerenti, il gruppo Paramount Skydance è quello che sembra avere più probabilità di finalizzare l’acquisto. Non solo perché può offrire molto e soddisfare le richieste del consiglio di amministrazione, ma anche perché è in ottimi rapporti con Donald Trump. Larry Ellison è suo sostenitore e grosso donatore, e questo già ha aiutato l’approvazione dell’acquisizione di Paramount da parte di Skydance da parte della Federal Communications Commission (FCC), l’autorità federale che deve autorizzare queste transazioni per assicurarsi che non ci siano eccessive concentrazioni di potere nel settore della comunicazione.
Trump ha mostrato spesso l’intenzione di sfruttare il suo potere di influenza sull’agenzia federale per impedire certe fusioni o renderle molto difficili quando riguardano soggetti a lui ostili. La vendita della Warner a un altro studio come Paramount è sicuramente una questione su cui la FCC sarebbe tenuta a indagare. Una fusione di Paramount e Warner Bros. Discovery darebbe vita a una società molto grande, capace di rivaleggiare con quelle di tecnologia come Apple e Amazon, che stanno sempre più entrando nel mondo dell’audiovisivo.
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Il secondo compratore più probabile, e da cui è attesa un’offerta, è Comcast: un gruppo di telecomunicazioni americano importante, che possiede già la Universal. La fusione tra questi due studi di produzione storici ne creerebbe uno con un catalogo di proprietà intellettuali molto vasto. Di nuovo, sarebbe complicato ottenere l’approvazione dalla FCC, specialmente considerato che i proprietari di Comcast sono in pessimi rapporti con Trump, se non proprio apertamente ostili. Sapendo che non supererebbero un eventuale controllo, hanno ipotizzato una maniera per scorporare alcune attività di Comcast (come il canale NBCUniversal) per evitare di rientrare nei parametri che richiedono un pronunciamento della FCC. Questa procedura però richiederebbe almeno due anni.
Il terzo compratore la cui offerta verrà presa davvero in considerazione è Netflix, la piattaforma di streaming con più abbonati al mondo, che non ha un gruppo dietro di sé e che beneficerebbe moltissimo del grande catalogo di proprietà intellettuali e franchise Warner Bros. Netflix è un nuovo arrivato nel settore e comprare la Warner lo metterebbe in pari con gli altri grandi soggetti quanto a vastità di catalogo. La stessa mossa la fece anni fa Amazon comprando la Metro-Goldwyn-Mayer. Ma Netflix ha contro di sé parte della politica per via della sua contrarietà alla distribuzione dei film in sala. Un membro del Congresso e un senatore, entrambi Repubblicani, hanno espresso preoccupazione, tramite lettere ufficiali ai regolatori, riguardo all’eccesso di posizione dominante nello streaming che ne deriverebbe e alla perdita di una porzione importante di affari per le sale cinematografiche.
Il grosso vantaggio di Paramount sugli altri due al momento è anche dato dal fatto che è l’unico soggetto disposto a comprare tutto il gruppo. Comcast acquisterebbe solo le parti in attivo e con un futuro (gli studi cinematografici e la piattaforma di streaming), così da fonderle con la propria piattaforma, molto debole, chiamata Peacock. Anche Netflix sarebbe interessata solo agli studi e allo streaming, ma non alla parte dei canali via cavo. In caso l’offerta migliore arrivasse da una di queste due società, quindi, occorrerebbe prima concretizzare la divisione già pianificata e poi trovare un compratore per la parte del gruppo meno appetibile.
Qualunque sarà il soggetto che alla fine acquisterà gli studi Warner Bros., è chiaro che rappresenterà un ulteriore passo avanti in un processo di accorpamento dei grandi studi di produzione. Già l’acquisizione da parte della Disney della 21st Century Fox, tra il 2017 e il 2019, aveva assorbito quel gruppo facendone scomparire l’identità e l’autonomia. La cosa è costata moltissimi posti di lavoro, perché se due studi diventano uno solo non c’è bisogno di due reparti marketing, due reparti produzione, due uffici legali. Anche l’acquisizione da parte degli Ellison di Paramount ha portato recentemente al licenziamento di un migliaio di persone e si sa che ne arriveranno altri. Le associazioni di sceneggiatori hanno già dichiarato che proveranno a impedirlo.



