A Pokrovsk l’Ucraina deve fare una scelta difficile
Continuare a difendere la città accettando nuove perdite, o ritirarsi e spostare la difesa altrove?

La battaglia per la città ucraina di Pokrovsk va avanti da più di un anno, e dopo una lunga resistenza da parte degli ucraini ora sembra sul punto di essere conquistata dalla Russia. I soldati russi sono già parzialmente entrati nel centro abitato e Pokrovsk, assieme alla vicina Myrnohrad, rischiano di essere accerchiate. L’Ucraina ha una scelta dolorosa da fare: ritirarsi e rinunciare a Pokrovsk, per ricostituire le proprie forze più indietro nel fronte, oppure continuare a combattere. Non è la prima volta che si presenta una situazione simile.
Nel 2023 i combattimenti si concentrarono nella città ucraina di Bakhmut, che i russi conquistarono a maggio di quell’anno. Nel 2024 fu invece la volta di un’altra cittadina, Avdiivka, che i russi conquistarono dopo mesi di combattimenti cruenti. In entrambi i casi i comandi ucraini decisero di difendere le città fino all’ultimo, per ragioni in parte militari e in parte politiche. Secondo alcune analisi questo fu un errore, perché gli ucraini si ostinarono nella difesa, aumentando le perdite anche quando era diventato ormai sconveniente farlo. Il rischio è che a Pokrovsk possa ripetersi la stessa cosa.

L’accerchiamento di Pokrovsk e di Myrnohrad al 13 novembre 2025, mostrato dal sito ucraino DeepState
Prima della guerra Bakhmut aveva circa 70mila abitanti. Nella primavera del 2023 divenne il simbolo della resistenza ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky la definì una «fortezza» che stava combattendo eroicamente. La Russia attaccò inizialmente Bakhmut nel luglio del 2022 e per mesi fu tenuta bloccata da una strenua difesa ucraina, casa per casa e strada per strada. I comandi russi cercarono di imporre la propria superiorità numerica, mandando all’assalto grandi quantità di soldati che venivano facilmente falcidiati dalle difese ucraine.
Quella di Bakhmut divenne una feroce guerra di logoramento, in cui però gli ucraini riuscivano a eliminare quantità sproporzionate di soldati russi, rendendo conveniente la difesa, almeno dal punto di vista militare.

La distruzione di Pokrovsk ripresa da un drone militare ucraino, 1° novembre 2025 (Skala – 425th Separate Assault Regiment via AP)
A un certo punto però, come ha descritto un report del centro studi britannico Royal United Services Institute, i russi si avvicinarono abbastanza da poter colpire con l’artiglieria le linee di rifornimento dell’Ucraina dietro al fronte. A quel punto la sproporzione di forze si spostò a sfavore degli ucraini, che però continuarono a rimanere a Bakhmut ancora a lungo, per evitare che un eventuale ritiro dalla propria «fortezza» fosse interpretato come un segnale di debolezza dall’opinione pubblica interna e dagli alleati internazionali.
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Alla fine si stima che a Bakhmut l’Ucraina perse 10mila soldati tra morti e feriti, e la Russia quattro volte tanto. Ma la Russia ha una popolazione molto più grande dell’Ucraina, e quindi rimpiazza le perdite con maggiore facilità. Inoltre gran parte dei soldati russi uccisi a Bakhmut erano ex carcerati arruolati dall’allora gruppo Wagner, e questo contribuì a ridurre il malcontento tra la popolazione.
Più di recente ad Avdiivka le cose andarono in modo simile, e si stima che le perdite furono ancora maggiori per entrambe le parti.
Pokrovsk è una cittadina che prima della guerra aveva circa 60mila abitanti e sarebbe, in caso di conquista, il centro abitato occupato dai russi più grande dai tempi di Bakhmut. È un importante snodo logistico, e la sua conquista sarebbe rilevante dal punto di vista militare, perché eliminerebbe uno dei principali ostacoli all’obiettivo russo di occupare tutta la regione ucraina del Donetsk.

Un soldato ucraino ferito a Pokrovsk, dicembre 2024 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Nel decidere come difenderla, i comandi ucraini devono tenere conto degli aspetti militari (che sul momento sono molto più complessi di quanto possa sembrare dalle analisi fatte a posteriori) ma anche degli aspetti politici, perché un ritiro prematuro potrebbe indebolire il morale dell’opinione pubblica e delle truppe al fronte.
Anche la Russia ha delle motivazioni politiche per continuare a combattere e sostenere gravi perdite. Benché la propaganda filorussa voglia far apparire il suo esercito come inarrestabile, si stima che il 2025 sia stato l’anno con maggiori perdite umane e minori avanzamenti territoriali per la Russia. Tra Avdiivka e Pokrovsk ci sono meno di 50 chilometri di strada, ma i russi ci hanno messo 20 mesi di combattimenti ed enormi perdite per percorrerli. Poter annunciare almeno una vittoria a Pokrovsk sarebbe importante anche per il regime di Vladimir Putin.



