Lo storico incontro alla Casa Bianca tra Trump e al Sharaa
È stato il primo di sempre per un presidente siriano, e consolida la sua trasformazione da ex terrorista ricercato a leader internazionale

Lunedì pomeriggio si sono incontrati alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello della Siria Ahmed al Sharaa. Al di là dei temi specifici di cui hanno discusso, l’incontro è stato a suo modo storico. Non soltanto perché era la prima volta che un presidente siriano veniva accolto alla Casa Bianca, ma soprattutto per il passato di al Sharaa, ex leader di un gruppo jihadista sulla cui testa fino a un anno fa c’era una taglia da dieci milioni di dollari offerta proprio dagli Stati Uniti.
L’amministrazione statunitense aveva rimosso al Sharaa dalla lista dei terroristi ricercati soltanto pochi giorni prima, in un segnale ulteriore di normalizzazione dei rapporti. In una conferenza stampa dopo l’incontro Trump ha espresso apprezzamenti verso l’operato di al Sharaa, definendolo un «leader forte» di un «posto complicato»: «Vogliamo vedere la Siria diventare un Paese di grande successo. E credo che questo leader possa farcela, davvero», ha detto. Al Sharaa è stato peraltro accolto da un gruppo di suoi sostenitori fuori dalla Casa Bianca, con bandiere della Siria e striscioni con il suo volto.

Alcuni sostenitori di al Sharaa fuori dalla Casa Bianca, il 10 novembre del 2025 (AP Photo/Jacquelyn Martin)
Tra gli obiettivi principali che al Sharaa voleva raggiungere con la sua visita a Washington c’era l’eliminazione completa delle sanzioni attualmente in vigore contro la Siria, che mantengono il paese isolato economicamente e ne rendono la ripresa più difficile. Durante il loro primo incontro, a maggio in Arabia Saudita, Trump aveva promesso che avrebbe eliminato «tutte» le sanzioni in vigore. Effettivamente nelle settimane successive il dipartimento del Tesoro ne eliminò buona parte, ma non tutte.
In occasione dell’incontro, lunedì il dipartimento del Tesoro ha annunciato una sospensione di sei mesi delle sanzioni previste dal Caesar Act, una legge approvata nel 2019 che, in alcune circostanze, impone sanzioni alle aziende e agli individui che fanno affari con il governo siriano o con persone connesse. Il Caesar Act fu approvato quando al potere c’era ancora Assad, e per eliminarlo del tutto ci sarebbe bisogno del voto del Congresso, che adesso è inattivo a causa dello shutdown. Intanto però è stato sospeso, ed è già un ottimo risultato per l’economia siriana: al Sharaa domenica aveva anche incontrato la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva, la quale si è detta disponibile ad aiutare la Siria in questa fase di trasformazione.
Trump e al Sharaa hanno discusso anche del coinvolgimento del paese nella coalizione per sconfiggere l’ISIS, una grande coalizione internazionale a guida statunitense che cerca di contrastare il più pericoloso gruppo terroristico al mondo. Il ministero degli Esteri siriano ha detto che la Siria ha effettivamente firmato una dichiarazione di coinvolgimento nella coalizione, ma ha chiarito che per ora è un accordo perlopiù «politico». È già un fatto notevole: per anni, tra il 2014 e il 2019, la Siria fu parzialmente invasa dai miliziani dell’ISIS, con cui al Sharaa collaborò brevemente. Da quando è al governo, però, al Sharaa ha condotto numerose operazioni antiterroristiche contro l’ISIS.
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Al Sharaa è arrivato al potere in Siria lo scorso dicembre, quando si mise a capo di un’insurrezione armata che rovesciò in modo rapido e inaspettato il regime del dittatore Bashar al Assad. In precedenza al Sharaa era il capo di Hayat Tahrir al Sham, un gruppo jihadista che durante la guerra civile siriana, cominciata nel 2011 e finita con la caduta di Assad, aveva preso il controllo della città di Idlib.
Da allora al Sharaa ha cominciato un lungo e parzialmente riuscito processo di normalizzazione e di pragmatismo politico, che l’ha portato ad abbandonare alcune delle sue posizioni più estremiste. Nonostante questo, nel corso dell’ultimo anno le sue forze di sicurezza si sono rese responsabili di gravi violenze e massacri, soprattutto a danno delle minoranze etniche.
La visita di al Sharaa a Washington è stata di fatto uno degli ultimi passaggi della normalizzazione del nuovo governo siriano e del suo leader a livello internazionale: un invito alla Casa Bianca è uno dei risultati più prestigiosi che un capo di stato o di governo possa ottenere a livello diplomatico. Al Sharaa era arrivato negli Stati Uniti nel fine settimana, e domenica aveva pubblicato un video in cui lo si vede tirare a canestro con alcuni ufficiali americani.
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