Cosa succede ora al ponte sullo Stretto di Messina
Per la Corte dei conti il progetto non dovrebbe andare avanti, ma il governo può forzarne l'approvazione e ha già detto che lo farà

La Corte dei conti non ha approvato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Più tecnicamente, non ha concesso il cosiddetto “visto di legittimità” e non ha convalidato la delibera con cui lo scorso agosto il Cipess (l’organo di governo che approva gli investimenti pubblici e decide la destinazione dei fondi statali) aveva approvato il progetto del ponte e i relativi finanziamenti. Senza l’approvazione della Corte dei conti, la norma che contiene il progetto non può essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale e viene bloccato l’inizio dei lavori. Non significa, però, che viene eliminata: il governo può decidere – come sembra avere intenzione di fare – di andare comunque avanti e forzare l’approvazione del progetto assumendosene le responsabilità davanti al parlamento.
La Corte dei conti è un organo che in sostanza controlla i conti dello Stato e le scelte della pubblica amministrazione: quello che fa su progetti come il ponte sullo Stretto si chiama tecnicamente “controllo preventivo di legittimità” e serve a stabilire se un atto del governo sia conforme alla legge, in particolare dal punto di vista contabile (in quel caso la Corte dà il “visto di legittimità”). È insomma una valutazione molto rilevante, anche se per il governo non è vincolante, perché sulla base di aspetti tecnici arriva a dire che il progetto non dovrebbe proseguire.
Ora il Consiglio dei ministri può comunque approvare di nuovo il progetto, se ritiene che sia necessario portarlo avanti perché risponde a particolari interessi pubblici. La Corte ha 30 giorni per rendere pubbliche le sue motivazioni e, trascorso questo tempo, il Consiglio dei ministri può presentare una nuova richiesta alla Corte, che questa volta giudicherebbe a sezioni unite, cioè con una composizione allargata (un metodo che serve ad avere il parere di più magistrati e quindi un giudizio ritenuto anche più solido).
A quel punto la Corte potrebbe registrare il progetto normalmente oppure, se continua a essere contraria, potrebbe registrarlo con la dicitura “visto con riserva”, cioè segnalando che ha delle criticità. In questo caso la delibera del Cipess diventerebbe pienamente operativa nonostante la valutazione negativa. La Corte a quel punto segnala gli atti “vistati con riserva” (così si dice in gergo tecnico) al parlamento, che a sua volta può chiamare il governo a rispondere delle criticità del progetto. È praticamente certo che l’opposizione se ne lamenterà molto, ma vista l’ampia maggioranza parlamentare che sostiene il governo è del tutto improbabile che ci siano conseguenze concrete.
Il governo sembra voler seguire proprio questa procedura e lo ha confermato anche dopo una riunione d’urgenza convocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni proprio per discutere di come procedere. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha detto di essere determinato a trovare una soluzione per far partire i lavori: Salvini è il ministro di questo governo che ha fortemente voluto il progetto del ponte sullo Stretto, di cui in Italia si è parlato per molti anni e sotto vari governi di centrodestra senza che si concludesse niente.
La maggioranza ha reagito molto duramente alla decisione della Corte dei conti e l’ha interpretata come una presa di posizione politica, nonostante si tratti di una valutazione tecnica e nonostante ancora non siano state pubblicate le motivazioni della decisione. Secondo Meloni sarebbe «l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del parlamento»; Salvini ha detto che la decisione della Corte «è un grave danno per il paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico».
Ormai da tempo il governo ha ingaggiato uno scontro con la magistratura su moltissime questioni, accusandola di prendere decisioni contrarie all’azione del governo per ragioni politiche, e spesso enfatizzare questa contrapposizione è servito anche per distogliere l’attenzione dal merito delle questioni e dei provvedimenti. Anche con la Corte dei conti c’erano già state polemiche.
Nel comunicato formale diffuso dopo la riunione convocata da Meloni, invece, i toni sono stati molto meno polemici, e il governo ha detto che risponderà «puntualmente a ciascun rilievo» solo «dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti».
L’inizio dei lavori per il ponte era stato promesso da Salvini a novembre, ma negli ultimi mesi aveva già fissato molte volte l’inizio dei lavori in date poi rinviate. Con la decisione della Corte dei conti in ogni caso ci sarà un allungamento ulteriore delle procedure e quindi anche dell’eventuale realizzazione del ponte, di cui Salvini si è molto lamentato.
Anche se ancora non sono state diffuse le motivazioni della decisione, è probabile che siano molto simili alle contestazioni che la stessa Corte aveva già espresso sul progetto negli ultimi mesi, che per la verità avevano ragioni molto tecniche e concrete.
Dopo l’approvazione del Cipess, infatti, a settembre il progetto del ponte era stato inviato alla Ragioneria di Stato e poi alla Corte dei conti, che avrebbe dovuto svolgere un controllo di legittimità, cioè verificare che fosse conforme alla legge e che rispettasse i vincoli di bilancio. Già allora la Corte aveva manifestato qualche dubbio sul progetto e aveva inviato alla presidenza del Consiglio un documento di sei pagine nel quale aveva chiesto alcuni chiarimenti, in particolare sulle deroghe ai vincoli ambientali e su alcuni aumenti delle spese che sembravano non motivati.
La commissione di valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente aveva espresso un parere positivo sul progetto nel complesso, chiedendo però il rispetto di alcune condizioni per rimediare all’impatto ambientale negativo che il ponte avrebbe avuto su alcune zone. Tra le condizioni, c’era anche il fatto che il progetto fosse realizzato per motivi di rilevante interesse pubblico: a questo scopo il Consiglio dei ministri ha approvato una relazione in cui dichiarava il ponte un’infrastruttura militare.
Gli aumenti di spese non motivati segnalati dalla Corte riguardavano invece i costi per la sicurezza, passati da 97 a 206 milioni, e quelli per le opere compensative. La Corte aveva anche espresso qualche dubbio sul fatto che l’Autorità di regolazione dei trasporti (che interviene su concessioni, accesso alle infrastrutture e tariffe) non fosse stata coinvolta nel progetto.
Il progetto del ponte sullo Stretto prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo: la lunghezza complessiva sarebbe di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. Il governo ha destinato alla costruzione del ponte sullo Stretto e alle opere accessorie 13,5 miliardi di euro.



