Alle presidenziali in Costa d’Avorio il favorito è sempre il solito
Cioè il presidente uscente Alassane Ouattara, che ha 83 anni e governa dal 2011: ai suoi due principali avversari è stato impedito di candidarsi

Sabato in Costa d’Avorio si vota per eleggere il nuovo presidente: il grande favorito è quello uscente, Alassane Ouattara, che ha 83 anni, governa dal 2011 ed è candidato a un quarto mandato nonostante la Costituzione ponga un limite di due. Nessuno degli altri candidati sembra avere abbastanza consensi per batterlo, anche perché ai due più popolari, Tidjane Thiam e Laurent Gbagbo, è stato impedito di candidarsi.
Thiam è un ex amministratore delegato della banca Credit Suisse, ed è stato escluso in modo molto dibattuto: un tribunale ivoriano ha stabilito che quando si registrò come candidato non aveva la cittadinanza ivoriana; Thiam ha negato e ha definito la decisione ingiusta e politicamente motivata.
Gbagbo invece è stato già presidente prima di Ouattara ed è stato escluso per via di una vecchia condanna a vent’anni di carcere per furto ai danni della Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale. È già noto e molto dibattuto in Costa d’Avorio: nel 2010, dopo aver perso le elezioni proprio contro Ouattara, si rifiutò di lasciare il potere. La decisione causò una guerra civile che durò alcuni mesi, tra il 2010 e il 2011, nella quale morirono almeno 3mila persone e ci fu circa un milione di sfollati. È stato anche processato, e assolto, dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità per fatti avvenuti durante la guerra civile.
Dopo essere stati esclusi, Thiam e Gbagbo si sono coalizzati e hanno organizzato una serie di proteste nelle quali sono state arrestate più di 200 persone. Alcune poi sono state condannate al carcere. La repressione è stata criticata, tra gli altri, da Amnesty International, che ha accusato il governo di violare il diritto alla libertà di manifestazione.
La Costa d’Avorio ha una popolazione di circa 30 milioni di persone, e di queste quasi 9 milioni si sono registrate per votare. Tra gli avversari di Ouattara messi un po’ meglio ci sono l’ex moglie di Gbagbo, Simone Ehivet Gbagbo, e l’ex ministro del Commercio Jean-Louis Billon, che è anche una delle persone più ricche del paese. Nessuno però ha davvero possibilità di vincere.

Simone Ehivet Gbagbo durante un comizio a Guiberoua, nel sud della Costa d’Avorio, il 14 ottobre (AP/ Marine Jeannin)
Ouattara è un ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale, ed è piuttosto popolare: da quando è in carica la Costa d’Avorio è uno dei paesi africani che sono cresciuti di più. Ha fatto costruire infrastrutture e opere pubbliche, e il tasso di povertà nel paese è parecchio diminuito: nel 2015 era oltre il 47 per cento e nel 2021, l’ultimo anno per cui questo dato sembra disponibile, era attorno al 20 per cento.
Nonostante questo la sua candidatura è problematica. In primo luogo per l’età avanzata, e poi perché ha deciso di candidarsi per un quarto mandato consecutivo, interpretando in modo piuttosto arbitrario la Costituzione, approvata nel 2016 e secondo cui il presidente può restare in carica per un massimo di due mandati. Ouattara però si è candidato sostenendo che i primi due mandati che ha fatto come presidente, precedenti alla Costituzione del 2016, non debbano essere contati. Una sentenza del Consiglio costituzionale ivoriano gli ha dato ragione.

Sostenitori di Ouattara durante un evento elettorale ad Abidjan, il 18 ottobre (AP/Diomande Ble Blonde)
Ouattara potrebbe anche essere messo in difficoltà dal fatto che, nonostante la crescita economica, nel paese esistono ancora grosse disparità e il costo della vita in alcune città è cresciuto molto, in particolare ad Abidjan, la città più popolosa del paese e il principale centro economico (la capitale invece è Yamoussoukro). Un altro problema è che molti considerano Ouattara come un politico ancora troppo legato alla Francia, di cui la Costa d’Avorio fu una colonia fino al 1960.
Viste le estese proteste degli ultimi mesi, è possibile che anche durante il voto ci siano scontri e violenze: le autorità della Costa d’Avorio hanno detto che ci saranno 40mila agenti delle forze di sicurezza per prevenire eventuali disordini. Le ultime elezioni, nel 2020, furono boicottate dall’opposizione e Ouattara vinse con più del 94 per cento dei voti: nel giorno del voto ci furono proteste violente nelle quali furono uccise decine di persone.



