Più che una metamorfosi era una trasformazione
Nella nuova traduzione di Einaudi "Die Verwandlung", il più celebre racconto di Franz Kafka, ha un titolo diverso da quello a cui siamo abituati

«Però è bello vedere che le persone ci tengono. Un flame su Kafka!» ha scritto l’account X della casa editrice Einaudi commentando le reazioni suscitate dal nuovo titolo scelto per il più celebre racconto di uno dei più importanti scrittori del Novecento. La metamorfosi infatti si chiamerà La trasformazione nella raccolta di racconti di Franz Kafka che uscirà il 28 ottobre, e che contiene le nuove traduzioni di Daria Biagi.
«Finalmente, come è giusto che sia, “Die Verwandlung” si intitolerà “La trasformazione”» ha annunciato Einaudi riportando il titolo originale del racconto in cui Gregor Samsa si ritrova, come hanno imparato in molti a scuola, trasformato in un enorme e ripugnante insetto. La familiarità con la traduzione più comune del titolo in italiano, La metamorfosi, ha provocato un po’ di sorpresa e scontento tra alcuni utenti. Ma come ha spiegato Einaudi, la locuzione “Die Metamorphose” esiste in tedesco, la lingua principale in cui parlava e scriveva Kafka, e quindi l’autore scelse intenzionalmente di non usarla.
Nella prefazione, Biagi ha spiegato che la scelta di tradurre “La trasformazione” anziché “La metamorfosi” serve a proporre una modalità di lettura che «sposti l’attenzione» dalla metamorfosi che colpisce Gregor Samsa alla «trasformazione complessiva di un intero universo di relazioni, che include la famiglia del protagonista». Sebbene solo Gregor Samsa subisca la metamorfosi, è tutto il mondo che lo circonda a trasformarsi. C’è anche un’altra motivazione di carattere linguistico. Secondo Biagi, Kafka mantiene un «tono volutamente colloquiale, non artificioso, piano, che va dalla scelta di termini quotidiani per la voce narrante fino alla riproduzione dei modi di parlare dei personaggi di classe sociale più bassa». Riprodurre questo tono mantenendo il titolo “La metamorfosi” per Biagi sarebbe stato «una stonatura».
– Leggi anche: La vita di Franz Kafka è lunga 1933 pagine, note escluse
Ci furono comunque diverse ragioni storiche e stilistiche per cui originariamente si scelse La metamorfosi come titolo del racconto Die Verwandlung. Il titolo italiano cominciò a circolare già a metà degli anni Venti, introdotto da una traduzione spagnola (La metamorfosis) e legittimato dal primo traduttore francese, Alexandre Vialatte, che nel 1928 pubblicò la sua Métamorphose. Questa soluzione ebbe ampio seguito tra i successivi traduttori europei, inclusi quelli italiani.
Questa scelta, scrive Biagi, riusciva contemporaneamente a richiamare «il lessico delle scienze naturali (quella che subiscono gli insetti è effettivamente una metamorfosi) e a nobilitare, con un’allusione classica, il tono grigio e quotidiano del termine tedesco “Verwandlung”, che propriamente significa una banale trasformazione». Il riferimento classico era al poema mitologico di Ovidio Le metamorfosi. Per Biagi con il tempo “metamorfosi” è diventata una parola kafkiana, e non si pensa più a Ovidio e alla natura quando la si sente. Anche se Kafka non ha mai usato il termine tedesco “Metamorphose”, editori e traduttori raramente si sono arrischiati a modificare un titolo ormai consolidato nella storia letteraria.
Soltanto nei paesi di lingua spagnola è stato diffuso il titolo La transformación; nell’area anglofona il traduttore Malcolm Pasley, che godeva di un certo prestigio, ha provato ad avanzare la proposta di cambiare il titolo in “The Transformation” ma è rimasto un «tentativo isolato», scrive Biagi.
Non è peraltro l’unico fraintendimento di traduzione legato al racconto. Per molte persone che lo hanno letto sulle traduzioni più datate, infatti, quello in cui si trasforma Gregor Samsa è uno scarafaggio, ma in realtà il vocabolo originale Ungeziefer in tedesco significa più genericamente “insetto infestante”. Nel tempo illustri scrittori si sono dedicati all’individuazione della giusta specie, da Primo Levi a Vladimir Nabokov, appassionato entomologo.
– Leggi anche: In cosa si trasformò Gregor Samsa?
Nel racconto, pubblicato nel 1915 e diviso in tre parti, un rappresentante di tessuti di Praga si sveglia nel suo letto ma non nel suo corpo consueto. Dopo un iniziale momento di disorientamento, la trasformazione non suscita né panico né stupore duraturo. Nessuno, neppure Gregor, si interroga davvero su come o perché sia accaduta. Prevalgono invece la preoccupazione per il lavoro, il timore di disturbare e il desiderio di non creare problemi alla famiglia. Per gran parte del racconto, le vicende di Gregor sono raccontate tramite un narratore esterno perfettamente allineato al suo punto di vista. Il lettore, come il protagonista, percepisce quindi il mondo dal punto di vista dell’insetto, osserva le reazioni altrui con la sua stessa impotenza e finisce per condividere la sensazione di esclusione e incomprensione che attraversa tutto il testo.



