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  • Giovedì 23 ottobre 2025

Perché i gioielli rubati al Louvre non erano assicurati

La legge francese lo vieta, ma sarebbe comunque costato troppo

Il Louvre (AP Photo/Thibault Camus)
Il Louvre (AP Photo/Thibault Camus)
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Il Museo del Louvre non riceverà un indennizzo per compensare la perdita degli otto gioielli rubati nella rocambolesca rapina di domenica, dato che i beni sottratti non erano assicurati: non lo è nessuno degli oggetti dell’inventario del museo parigino, come previsto dalla legge francese.

Essendo un museo statale, gli oggetti del Louvre sono parte del demanio pubblico, cioè l’insieme dei beni di proprietà di uno Stato e inalienabili per legge: significa che la loro proprietà non può essere ceduta né tramite la vendita né tramite la donazione, e che nessuno può rivendicarne la proprietà. Secondo quanto detto da un portavoce del ministero della Cultura, lo Stato agisce in questi casi da «assicuratore di se stesso», cioè compenserà con i propri fondi la perdita subita dal Louvre.

Un caso simile si era verificato anche con l’incendio della cattedrale di Notre-Dame, sempre a Parigi: i lavori di ricostruzione furono a carico dello Stato, anche se in gran parte furono finanziati grazie a 840 milioni di euro di donazioni private. Al contrario i musei e le collezioni private solitamente assicurano le proprie opere (in Francia è proprio obbligatorio).

Inizialmente la ministra della Cultura francese Rachida Dati aveva detto che i gioielli rubati dal Louvre erano inestimabili, ma martedì la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha detto che il loro valore economico complessivo è stato stimato essere di 88 milioni di euro, specificando comunque che in quanto parte del patrimonio nazionale francese hanno un valore simbolico molto superiore. Gli otto gioielli rubati fanno parte della collezione di Napoleone e di alcune sovrane francesi, e includono la collana della regina Maria Amelia e della regina Ortensia, composta da otto zaffiri e 631 diamanti, e la tiara dell’imperatrice Eugenia, che contiene quasi 2mila diamanti.

Uno dei gioielli esposti nella Galleria di Apollo, dove è avvenuto il furto, in una foto precedente, scattata il 4 settembre (AP Photo/Alexander Turnbull)

Anche se fosse permesso per legge, assicurare tutte le opere contenute nel Louvre (e in generale nei musei pubblici della Francia e del mondo) avrebbe costi assolutamente proibitivi: il solo Louvre, che è il museo più grande al mondo, ha 35mila oggetti in mostra e oltre 500mila in magazzino. Il principale mercato mondiale per le assicurazioni delle opere d’arte è quello di Londra, il cui valore complessivo è stimato in 4 miliardi di dollari: diverse persone che ci lavorano hanno detto al Financial Times che l’assicurazione per tutte le opere del Louvre da sola varrebbe più di tutte le altre attualmente attive.

Una copertura assicurativa viene comunque attivata quando gli oggetti vengono trasportati o dati in prestito ad altre istituzioni. Spesso il prezzo di queste assicurazioni determina quali opere vengono date in prestito e quali no: nel 2018 il Louvre progettò di trasferire per tre mesi la Gioconda in una sua succursale nella cittadina di Lens, nel nord della Francia, ma rinunciò perché il costo dell’assicurazione era di 35 milioni di euro.

Difficilmente comunque i rapinatori otterranno 88 milioni di euro dalla vendita dei gioielli: è probabile che li smembreranno per fondere i metalli preziosi e vendere separatamente le gemme, forse dopo averle tagliate nuovamente. Il recente aumento del prezzo dell’oro rende comunque più vantaggiosa quest’operazione rispetto anche solo a qualche anno fa, ed è considerato uno dei fattori che hanno portato a un aumento dei furti d’oro. È possibile anche che a sua volta un aumento dei furti e del valore dei gioielli causi un aumento dei costi delle assicurazioni.

– Leggi anche: Come si vendono i gioielli rubati al Louvre?