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  • Domenica 19 ottobre 2025

È morta Sofia Corradi, che immaginò l’Erasmus

Per anni fu la più convinta promotrice di un programma europeo per gli studi all'estero, oggi uno dei più grandi successi dell'Unione Europea

Sofia Corradi (EFE/Zipi via LaPresse)
Sofia Corradi (EFE/Zipi via LaPresse)
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Sofia Corradi, docente universitaria che mise le basi per l’Erasmus, il più importante programma per gli studi universitari all’estero nell’Unione Europea, è morta a Roma il 17 ottobre: aveva 91 anni. Se da più di 35 anni milioni di studenti possono decidere di studiare in altre università europee è in buona parte merito della determinazione di Corradi, che per anni cercò di far comprendere l’importanza degli studi all’estero e la necessità di farsi riconoscere gli esami sostenuti, in modo da non perdere tempo nel proprio percorso universitario.

Corradi era nata a Roma nel 1934 e aveva studiato giurisprudenza alla Sapienza, scegliendo poi di proseguire gli studi negli Stati Uniti alla fine degli anni Cinquanta, grazie a una borsa di studio. Aveva conseguito un master in legislazione universitaria comparata alla Columbia University di New York, uno degli atenei più prestigiosi al mondo, ma con sua sorpresa al rientro in Italia le era stato negato il riconoscimento degli studi fatti all’estero.

Corradi raccontò anni dopo quell’esperienza e l’amarezza che le aveva suscitato: «Quando tornai a Roma trovai naturale chiedere il riconoscimento della specializzazione. Allo sportello della segreteria studenti l’impiegato cadde dalle nuvole: “Columbia University? Mai sentita nominare”. […] Compresi quel giorno che l’equiparazione dei titoli universitari nel mondo, o per lo meno in Europa, era una cosa da fare».

Da consulente della Conferenza dei rettori italiani, Corradi scrisse un primo documento nel quale proponeva un meccanismo di riconoscimento degli esami sostenuti all’estero: «Lo studente, anche se non appartenente a famiglia residente all’estero, può chiedere di svolgere parte del suo piano di studio presso università straniere, presentandolo all’approvazione del Consiglio di facoltà in preventivo. Il Consiglio di facoltà potrà dichiarare l’equivalenza, che diventerà effettiva dopo che lo studente avrà prodotto la documentazione degli studi compiuti all’estero».

Era il 1969, le università erano ancora nella fase della contestazione e stavano cercando il modo di trovare una propria identità e, per quanto possibile, rinnovarsi. La proposta di Corradi fu ripresa dal presidente della Conferenza dei rettori, Alessandro Faedo, e in seguito adottata dal ministro della Pubblica istruzione, Mario Ferrari Aggradi, che propose un disegno di legge. L’approvazione in Senato non richiese molto tempo, ma il progetto si arenò a causa della fine anticipata della legislatura.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna l’onorificenza al Merito della Repubblica italiana a Sofia Corradi, 2 febbraio 2017 (ANSA)

Corradi continuava comunque a credere nella sua idea e a promuoverla all’estero, favorendo l’avvio di una prima serie di incontri bilaterali con la Francia e la Germania per discutere dell’interscambio di studenti universitari. Per rendere più convincente la proposta, Corradi preparava a mano le tabelle per verificare l’equivalenza degli esami simili tra loro, dati in atenei di paesi diversi: «Diciotto anni di battaglie, di piccole e grandi sconfitte, in cui ho rotto le scatole a tantissima gente».

Nel 1976 i principî sviluppati da Corradi divennero parte di una risoluzione della Comunità economica europea (l’antenata dell’Unione Europea), che invitava gli stati membri a favorire gli scambi universitari tra paesi diversi. Negli anni seguenti furono avviate le prime sperimentazioni basate sul modello di riconoscimento degli esami, e quindi dei crediti universitari, immaginato da Corradi. Nel 1987 nacque infine il Programma Erasmus, con regole condivise tra i paesi europei per consentire agli studenti di fare un periodo di studio all’estero.

Il programma Erasmus, che oggi si chiama Erasmus+, fu chiamato così per ricordare l’umanista olandese Erasmo da Rotterdam, che tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo viaggiò in Europa con lo scopo di conoscerne e studiarne le diverse culture. Negli anni l’Erasmus è diventato uno dei programmi europei di maggior successo, coinvolgendo dalla sua fondazione oltre 15 milioni di studenti, che hanno trascorso parte del loro periodo di studi all’estero.

Nel 2016 a Sofia Corradi fu assegnato il Premio Europeo Carlo V, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per l’impegno nella promozione della cultura e dell’unificazione europea. L’allora ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, la celebrò ricordando che: «Alla sua caparbietà dobbiamo un programma che ha completamente rivoluzionato la vita dei nostri figli, contribuendo alla costruzione europea».