• Italia
  • Martedì 14 ottobre 2025

Le misure di sicurezza eccezionali a Udine per Italia-Israele

Ci sono molte attenzioni sulla Nazionale di calcio israeliana, e sul corteo prima della partita, terminato con qualche tensione

Manifestanti fuori dalla sede della Figc a Roma, 13 ottobre 2025 (ANSA/ZUMA Press Wire/Sebastiano Bacci)
Manifestanti fuori dalla sede della Figc a Roma, 13 ottobre 2025 (ANSA/ZUMA Press Wire/Sebastiano Bacci)
Caricamento player

Martedì sera a Udine, in Friuli Venezia Giulia, è in programma una partita di calcio molto contestata, che per molti non si dovrebbe giocare: quella tra Italia e Israele, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali maschili di calcio. Da almeno un mese e mezzo ci sono appelli per non giocarla o boicottarla come gesto di protesta verso la presenza di Israele in una competizione come i Mondiali: negli ultimi tempi in Europa e non solo si sono fatte più frequenti e rilevanti le richieste alle istituzioni sportive internazionali di escludere Israele, per via dei massacri compiuti nella Striscia di Gaza (e in alcuni sport le esclusioni ci sono effettivamente state).

La partita non è stata annullata e le associazioni locali che più avevano protestato, guidate dal Comitato per la Palestina – Udine, hanno organizzato una mobilitazione in città nel tardo pomeriggio. La prefettura ha previsto alcune misure di sicurezza piuttosto eccezionali con l’obiettivo di evitare scontri e violenze, sia per la partita che per il corteo di protesta organizzato nel tardo pomeriggio, che si è svolto in maniera pacifica, ma poi è stato seguito da alcune tensioni tra la polizia e un gruppo di manifestanti.

Lo stadio che ospita la partita è quello della squadra di calcio dell’Udinese, e si trova a qualche chilometro di distanza dal centro. Attorno all’edificio è stato posizionato un anello di barriere di cemento: chiunque vorrà entrare  essere controllato in appositi varchi. Per l’occasione sono state mobilitate tutte le forze dell’ordine locali: polizia, carabinieri, guardia di finanza ed esercito. Ci saranno in supporto anche alcuni reparti speciali, che solitamente svolgono compiti specifici (per esempio di contrasto al terrorismo) e intervengono in situazioni di maggior rischio. Prima, durante e dopo la partita l’area dello stadio sarà sorvegliata anche dall’alto, con elicotteri e droni della polizia.

Le forze dell’ordine controlleranno gli spostamenti della Nazionale israeliana dal suo arrivo in aeroporto e presidieranno l’albergo dove dormiranno i calciatori. Non sono noti né l’aeroporto dove arriveranno né l’hotel che li ospiterà, anche se tra lunedì e martedì si sono visti alcuni militari armati sopra i tetti nelle vicinanze di un hotel che si pensa possa essere quello dei giocatori israeliani.

Dalla mattina fino a mezzanotte lungo il percorso della manifestazione sarà vietato vendere e consumare cibi e bevande in lattina, ceramica e vetro, per evitare che i contenitori possano essere lanciati e ferire qualcuno. Per lo stesso motivo sono state rimosse anche sedie, tavolini e altri oggetti negli spazi esterni di bar e ristoranti.

Non si sa invece con precisione quanti tifosi andranno allo stadio per vedere la partita: non molti, probabilmente. Domenica scorsa la Figc (la Federazione calcistica italiana, che gestisce la Nazionale) ha scritto che i biglietti venduti erano più di 8mila su un totale di 16mila messi in vendita: lo stadio Friuli però normalmente può contenere 25mila persone, la capienza è stata ridotta. Se insomma i numeri resteranno questi, lo stadio sarà in buona parte vuoto.

La scarsa partecipazione, pur in una partita importante per la Nazionale di calcio (e con biglietti a prezzi del tutto abbordabili), potrebbe avere a che fare proprio con gli appelli a boicottare la partita, in settimane in cui in Italia ci sono state grande attenzione e soldiarietà verso la Striscia di Gaza, e proteste contro Israele. Questo genere di richiami comunque è venuto soprattutto da associazioni e membri della società civile, mentre le reazioni politiche non sono state molte: tra le poche prese di posizione, il responsabile dello sport del Partito Democratico, Mauro Berruto, ha detto che la partita «non dovrebbe essere giocata», mentre il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni (un indipendente di centrosinistra) l’ha definita «inopportuna».

In previsione di questa partita, l’Associazione Italiana allenatori calcio si è rivolta con una lettera al presidente della Figc, Gabriele Gravina, e gli ha chiesto di schierarsi per la sospensione di Israele dalle competizioni internazionali. Gravina ha detto invece che non giocare la partita di Udine sarebbe stato «un errore madornale», perché non avrebbe permesso all’Italia di qualificarsi ai Mondiali e avrebbe favorito Israele.

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è tolto un po’ di responsabilità dicendo che la decisione dipende da Fifa e Uefa (le organizzazioni sportive che gestiscono il calcio rispettivamente a livello mondiale ed europeo), che per il momento non hanno escluso Israele dalle competizioni: ovviamente una forma di boicottaggio, anche contraria alle decisioni di Fifa e Uefa, sarebbe sempre possibile, a patto che l’Italia accetti per esempio di perdere la partita a tavolino.