• Sport
  • Giovedì 9 ottobre 2025

La migliore giocatrice della migliore squadra in WNBA

Alle finali del campionato di basket statunitense si sta facendo notare soprattutto A'ja Wilson delle Las Vegas Aces, e non è una novità

La cestista statunitense A'ja Wilson, delle Las Vegas Aces, in mezzo alle sue compagne mentre festeggia il passaggio di turno ai playoff di WNBA, 18 settembre 2025 (AP Photo/John Locher)
La cestista statunitense A'ja Wilson, delle Las Vegas Aces, in mezzo alle sue compagne mentre festeggia il passaggio di turno ai playoff di WNBA, 18 settembre 2025 (AP Photo/John Locher)
Caricamento player

Le Las Vegas Aces sono molto vicine alla vittoria delle Finals di WNBA, le partite che assegnano il titolo nel campionato femminile statunitense di basket. Le Finals si giocano al meglio delle sette partite e nella notte italiana tra mercoledì e giovedì le Aces hanno vinto la terza partita consecutiva contro le Phoenix Mercury (gliene manca quindi solo una per vincere le Finals). L’hanno vinta grazie a un canestro fatto all’ultimo decimo di secondo dalla 29enne A’ja Wilson. Prima di fare il canestro decisivo Wilson ha eseguito un fadeaway su due avversarie: era cioè con le spalle rivolte al canestro e ha tirato dopo essersi girata e allontanata dalla marcatura. Ci ha comunque messo meno lei, a farlo, di quanto ci si mette a leggerne la descrizione.

Se – come sembra ormai molto probabile – le Aces dovessero vincere le Finals, per Wilson sarebbe la terza vittoria in quattro stagioni, dopo quelle del 2022 e del 2023. Oltre che con le Aces, Wilson sta vincendo molto anche a livello personale: quest’anno ha vinto per la terza volta il premio di difensora dell’anno e per la quarta volta quello di MVP, cioè di miglior giocatrice di WNBA, il campionato più competitivo al mondo.

In WNBA nessuno aveva mai vinto così tante volte il titolo di MVP; e prendendo in considerazione anche la NBA (la controparte maschile della WNBA, che esiste da molto più tempo), ci sono riusciti soltanto in tre: Bill Russell, Kareem Abdul-Jabbar e Michael Jordan. Per quanto vince, e ancor di più per come gioca – con grande carisma e con un’efficacia non comune nella maggior parte dei fondamentali – Wilson è una delle migliori giocatrici di basket di sempre, per qualcuno la migliore in assoluto.

Si fa notare e apprezzare anche in Nazionale: ha vinto due medaglie d’oro alle Olimpiadi (nel 2020 e nel 2024) e due Mondiali (nel 2018 e nel 2022), in più di un’occasione venendo scelta come MVP dei tornei in cui ha giocato.

A’ja Wilson è alta 1,93 metri ed è una “ala centro”: gioca soprattutto in area, dove alterna il ruolo più difensivo del centro a quello più offensivo dell’ala grande. E lo fa molto bene: da quando è in WNBA è sempre stata la migliore delle Aces per punti realizzati o per rimbalzi (i recuperi di palla dopo un tiro sbagliato), spesso per entrambe le cose insieme.

Poche cestiste di WNBA (che esiste dal 1997) riescono a essere o sono state tanto versatili quanto Wilson. Va a rimbalzo e blocca i tiri delle avversarie come un centro; gioca e tira anche con il canestro alle spalle come un’ala grande; ha l’agilità, il controllo della palla e la lettura di gioco di una playmaker. Quando è marcata fa utilissimi passaggi, ma è anche eccellente nel tiro da fuori area. È molto difficile marcare una giocatrice così, quasi sempre in grado di trovare un’alternativa per essere pericolosa.

Wilson è una giocatrice fuori dal comune anche per aggressività, carisma e agonismo: Jewell Loyd, che è in WNBA da più di dieci anni e gioca con le Aces dal 2025, ha detto che «non ci sono molte giocatrici capaci di incutere timore» come Wilson. Un’altra sua compagna di squadra, Jackie Young, ha detto di essere spesso impressionata da quel che Wilson riesce a fare, pur marcata quasi sempre da due o tre avversarie. Una cosa che peraltro accentra su di lei l’attenzione delle difese liberando le compagne, alcune delle quali sono a loro volta tra le migliori giocatrici della lega.

Eppure in questa stagione le Aces erano partite proprio male: nei primi due mesi avevano vinto meno della metà delle partite e ad agosto avevano perso contro le Minnesota Lynx con 53 punti di scarto, un risultato pesante per una squadra che due anni prima aveva vinto il campionato con le stesse giocatrici. Sembrava che il loro periodo migliore fosse finito.

Negli ultimi mesi di regular season (la prima parte del campionato) sono riuscite a qualificarsi ai playoff (le fasi finali) grazie a una serie di ottime partite in cui proprio Wilson è stata la giocatrice più decisiva. Nella regular season ha totalizzato una media di 23,4 punti, 10,2 rimbalzi e 3,1 assist a partita, ha fatto 30 o più punti in 13 partite — un dato notevole nel basket — ed è stata la migliore della WNBA per punti segnati e stoppate.

Anche ai playoff, dove è difficile mantenere i numeri della regular season, Wilson è andata alla grande. Le sue statistiche sono addirittura quasi tutte migliorate: finora ha avuto una media di 26,5 punti, 10,1 rimbalzi e 3,3 assist a partita. Oltre a giocare bene Wilson ha tirato fuori la squadra da un periodo complicato, imponendosi come punto di riferimento di quella di cui si inizia a parlare come di una dinastia, come si dice negli Stati Uniti in riferimento a squadre capaci di vincere tanto e a lungo.

Questo suo impatto nella WNBA l’ha resa anche una figura influente anche oltre il basket. Nelle sue conferenze stampa Wilson ha parlato più volte di razzismo o parità salariale e da tempo ha un ricchissimo accordo con Nike. Negli ultimi due anni hanno realizzato insieme una collezione di scarpe a lei dedicata e una linea di leggings monogamba. Tra le molte altre cose Wilson si fa notare infatti perché gioca sempre con una gamba coperta: lo iniziò a fare per “tenere più calda” quella gamba, e poi ha continuato, finendo per far diventare quella gamba coperta un suo tratto distintivo.

Fuori dal contesto della WNBA e di chi la segue, la giocatrice più nota e raccontata – anche sul Post – è Caitlin Clark, considerata molto promettente già da quando giocava all’università. È in WNBA dal 2024 e sta già mostrando di essere una professionista di altissimo livello. Quest’anno, però, ha giocato molto poco per colpa di un infortunio e senza mai fare cose eccezionali; la sua squadra, le Indiana Fever, sono state eliminate alle semifinali dei playoff proprio dalle Aces di Wilson.